Contro il progetto contenuto nel DPCM del governo Draghi, finanziato con 190 milioni di euro del PNRR
In 10mila contro la base militare di Coltano
Manifestanti da tutta Italia mobilitati contro un altra base nel territorio di Pisa, contro la guerra, la militarizzazione e le spese militari. Grande partecipazione dei giovani.
La delegazione toscana del PMLI diretta da Cammilli coadiuvato da Guidi diffonde  il volantino del PMLI sulla guerra n Ucraina e il volantino unitario

Dal nostro inviato speciale
“La partecipazione è andata oltre le aspettative”. Questo è stato il commento più utilizzato degli organizzatori per descrivere il grande afflusso di persone che hanno risposto dell'appello a manifestare contro il progetto della nuova base militare prevista nei dintorni di Pisa.
Giovedì 2 giugno in 10mila sono arrivati a Coltano, una piccola frazione della zona sud-est del territorio comunale della città toscana, che si trova all'interno del Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Manifestanti giunti con ogni mezzo, tra cui almeno una quindicina di pullman arrivati da fuori regione, da città come Milano, Torino, Bologna, Roma. Sono arrivati a Pisa anche dal sud, da Napoli collettivi e disoccupati organizzati, e poi gli attivisti di Catania, che da anni si battono contro le basi militari Usa e Nato in Sicilia, come Sigonella e il progetto Mous. Altri bus sono arrivati dalla Toscana, tra cui quelli organizzati dagli operai ex-Gkn da Firenze. Il resto è arrivato con mezzi propri, auto e furgoni, a cui si devono aggiungere quelli arrivati in bicicletta da Pisa, che dista pochi chilometri.
Il traffico intensissimo, dovuto alla festività del 2 Giugno e al relativo ponte, ha avuto conseguenze sull'inizio del corteo, partito con oltre un'ora di ritardo, quasi alle 16, per aspettare chi era rimasto imbottigliato lungo le strade. All'infelice scelta della data e dell'orario, che ha costretto a sfilare sotto una canicola opprimente, hanno fatto da contraltare le efficaci misure messe in atto dagli organizzatori per contrastare il caldo: parcheggi all'ombra della pineta, bus navetta, punti di approvvigionamento acqua lungo il percorso, ambulanze della pubblica assistenza pronte ad intervenire. La manifestazione è stata organizzata dal “Comitato per la difesa di Coltano", che sin dal primo momento ha riunito i residenti per opporsi al progetto, e il “Movimento no base - ne a Coltano ne altrove”, che invece raggruppa tutti coloro che si oppongono più in generale alla militarizzazione del territorio e al riarmo dell'Italia.
Il progetto, approvato a gennaio con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (dpcm) prevede una base militare grande 73 ettari e una colata di cemento di 440mila metri cubi. Dovrebbe ospitare i corpi speciali dei carabinieri, tra cui il battaglione Tuscania, spesso utilizzato nelle missioni di guerra dell'imperialismo italiano all'estero. Il tutto finanziato attraverso 190 milioni di euro attinti dal PNRR. Questa scelta ha fatto ulteriormente crescere la rabbia e la protesta perché è scandaloso che a fronte delle emergenze sociali ed economiche, del lavoro, della casa, della sanità, della scuola, di salari e pensioni da fame, del carovita che attanagliano i lavoratori e le masse popolari di Pisa, della Toscana e di tutta Italia, una quota del Ricovery found sia dirottata a scopi militari.
Il tutto dentro un area protetta che è già invasa e circondata da istallazioni militari: base Usa di Camp Darby, aeroporto militare, brigata Folgore, poligoni di tiro, centri studi militari Cisam, comando forze speciali Comfose, campi di addestramento. Quella che era nata come una protesta dal carattere ambientalista, partita dai contadini di Coltano e da alcune associazioni per la salvaguardia dell'agricoltura e del Parco naturale, è presto diventata una battaglia contro le servitù militari che gravano su Pisa, che già adesso è uno degli hub della guerra più grandi d'Italia utilizzato anche per la guerra nell'Est Europa a cui la città, compresa la sua famosa università, viene sempre più vincolata. Ma è stata anche una manifestazione contro l'aumento delle spese militari al 2% del Pil, contro l'invio di armi in Ucraina, contro la guerra e l'imperialismo.
Tutti questi fattori hanno favorito la convergenza a Coltano di una miriade di sigle e associazioni, a livello nazionale e/o locale. Dai sindacati di base USB, SiCobas, Cobas, Unicobas, CUB (assente invece la Cgil), ad associazioni come Arci, NUDM, Legambiente, ai movimenti No Mous, No Tav e No Keu, oltre ai partiti come il Prc, Potere al Popolo, Pci, Carc, alcuni circoli anarchici. Alla manifestazione hanno aderito anche Il Bolscevico e il PMLI, che ha partecipato con una propria delegazione. Numerosa la rappresentanza degli operai ex-Gkn con il loro striscione Insorgiamo e la loro proverbiale combattività. Particolarmente folto lo “spezzone ambientalista” di Friday For Future e Extinction Rebellion, composto in gran parte da giovani e giovanissimi. Una presenza massiccia quella delle nuove generazioni, che ha caratterizzato tutta la manifestazione.
Presente con una delegazione di compagne e compagni provenienti da varie parti della Toscana, il PMLI ha svolto un ruolo attivo nel propagandare con coraggio e determinazione la linea antimperialista sull'Ucraina in un corteo promosso da forze politiche e organizzatori che coprono e giustificano con mille menzogne e falsità l'aggressione neonazista russa e le tesi sostenute dal nuovo zar Putin. Fin dal loro arrivo hanno piazzato le proprie bandiere, le locandine e i cartelli nella piazza antistante la Villa Medicea da cui partiva il corteo, e hanno diffuso i volantini con la posizione del Partito e quelli unitari del Coordinamento di Unità Popolare, di cui il PMLI fa parte. In particolare il cartello, ben visibile a tutti, ha suscitato parecchie discussioni, per la sua posizione in favore della resistenza ucraina, contro l'invasione neonazista e l'imperialismo russo, visto che esiste molta confusione su questo tema seminata ad arte dalla forte corrente di filoputiniani operante in Italia, che accomuna falsi comunisti come Rizzo, a fascisti mascherati da “rossobruni” e a fascioleghisti come Salvini. Inoltre il legittimo e sacrosanto odio antimperialista verso la Nato finisce per giustificare l'imperialismo russo del nuovo zar Putin quasi si trattasse dell'erede e del prolungamento e non della radicale negazione della gloriosa Unione sovietica di Lenin e Stalin. Tutto ciò ha fatto sì che buona parte dei manifestanti si oppongono alla guerra in maniera ambigua, e alcuni sono apertamente pro Putin. Scambi di opinione che, tranne un caso isolato, si sono svolti sempre in maniera dialettica e nel rispetto reciproco.
Il PMLI ha sfilato assieme al PCI e ai Carc, in pratica uno spezzone unitario della CSI. Il compagno Erne Guidi dialogava con i dirigenti e i militanti delle altre formazioni politiche, mentre Andrea Cammilli dal megafono lanciava le parole d'ordine “Nessuna base militare, né a Coltano né altrove” e “Contro la guerra e l'imperialismo, tutti uniti per il socialismo” e contro il governo Draghi, rilanciati da tutto lo spezzone, che ha più volte cantato Bandiera rossa, l'Internazionale, Fischia il vento e Bella ciao. Il corteo ha percorso oltre sette chilometri di un anello che seguiva a grandi linee le zone interessate dalla nuova base, su strade isolate tra i campi e sotto un sole cocente. Un serpentone talmente lungo che quando la testa era quasi arrivata, la coda era appena all'inizio del percorso.
Alla fine tutti erano stanchi ma soddisfatti per la grande giornata di lotta. Gli organizzatori hanno ringraziato e dato appuntamento alle prossime iniziative, anche perché non si fidano assolutamente delle istituzioni nazionali e locali che, sotto la pressione delle proteste, hanno proposto una riduzione della base a Coltano delocalizzandola parzialmente in un altra parte della città, ad Ospedaletto. Dai manifestanti e arrivato un secco NO alla base comunque camuffata, rilanciando lo slogan “Né a Coltano, né altrove”, né su un unico sito né “spacchettata” sul territorio, e chiedono l'immediato ritiro del DPCM.
La Delegazione presente alla manifestazione di Coltano ha immediatemente ricevuto calorosi ringraziamenti dal Centro del PMLI attraverso questo messaggio: “Care compagne e compagni,
al corteo nazionale di Coltano, sotto la direzione del compagno Andrea Cammilli, coadiuvato esemplarmente dal compagno Erne Guidi, voi avete compiuto una missione importantissima di valore nazionale. Perché avete propagandato con estremo coraggio e determinazione la posizione antimperialista del PMLI sull’Ucraina, nonostante i promotori del corteo e altre forze politiche presenti fossero putiniani.
Siete stati ammirevoli in tutto, comprese le compagne simpatizzanti, sia per le battaglie di linea sostenute, sia per il caldo torrido sopportato sfilando per 7 chilometri in mezzo ai campi.
Vi siamo profondamente grati per l’esempio che avete dato a tutto il Partito per il lavoro di fronte unito e per i sacrifici anche fisici ed economici affrontati.
Continuiamo a tenere alta con orgoglio e con determinazione la bandiera antimperialista dell’appoggio all’eroica Resistenza ucraina contro l’invasore neonazista russo. Coscienti del ruolo politico, ideologico e storico che stanno svolgendo il nostro Partito e “Il Bolscevico” per far chiarezza sulla guerra in Ucraina tra le masse popolari, le antimperialiste e gli antimperialisti bombardati dalla sottile propaganda menzognera dei putiniani anche travestiti di rosso.
Un fraterno e forte abbraccio a ciascuno di voi.“

8 giugno 2022