Firenze
Presidio di solidarietà con la famiglia sfrattata dalle case popolari di Via Canova
Una madre, cinque figli, un nipote messi sulla strada senza nemmeno poter prendere i propri medicinali e i documenti
Solo a Firenze previsti 130 sfratti al mese con la forza pubblica. 5.500 sfratti da eseguire in Toscana

Redazione di Firenze
Mercoledì 8 giugno, intorno alle ore 11, un blitz poliziesco ha messo sulla strada una famiglia con tre minori, colpevole di vivere una condizione difficilissima. La madre, Nezha, 48 anni, in passato è stata anche vittima di violenze da parte dell'ex marito, poi allontanato dall’abitazuione; nella casa popolare di via Canova, nel quartiere 4, con lei vivono due figli maggiorenni e due minorenni e un nipotino di due anni.
La morosità sarebbe intorno ai 12mila euro, tra affitti arretrati, condominio e bollette. “Ho pagato fin quando ho potuto. Poi ho perso il lavoro e dal 2019 ho dovuto scegliere se dar da mangiare ai figli o pagare”, racconta la donna.
Nel suo passato i lavori più vari: pulizie, badante, cameriera negli alberghi. “Proprio in questi giorni ero in prova in un hotel del centro come cameriera ai piani. Ma ora perderò anche questo lavoro”, dice la donna, che dopo essere stata chiamata dalla figlia all'arrivo della polizia ha lasciato il posto di lavoro per precipitarsi a casa, senza ripresentarsi. “Avevo predisposto un piano per pagare gli arretrati a Casa Spa. A fine mese, con il nuovo lavoro, avrei pagato i primi 500 euro. Ora non ho più nulla”.
“Gli assistenti sociali mi hanno proposto una soluzione insieme ai due figli minori, mentre gli altri tre sarebbero andati in altre strutture. Ma io non mi separo da loro”, ha dichiarato la donna, che continua a rimanere sotto i pilotis (pilastri) della casa affiancata da un presidio di solidarietà a cui partecipa il Movimento di lotta per la casa.
Fra le motivazioni dello sfratto secondo l'amministrazione “il mancato rispetto delle regole all'interno degli alloggi Erp”, dovuto a rumori molesti, causati in buona parte dalle violenze in famiglia e illeciti come allacciamenti abusivi. Una logica inaccettabile; i diritti, come quello alla casa, valgono per tutti.
Questo sfratto particolarmente odioso è uno dei tanti in programma a Firenze e in Toscana, alla crisi economica e alla perdita o precarizzazione del lavoro fa seguito impietosamente la perdita della casa. Particolarmente dura la situazione a Firenze dove gli altissimi flussi turistici hanno da decenni spinto gli affitti a livelli inavvicinabili per le famiglie popolari.
Solo a Firenze sono previsti 130 sfratti al mese con la forza pubblica. Sono 5.500 gli sfratti da eseguire in tutta la Toscana.
Secondo Cgil, Cisl e Uil e i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini “la fine del periodo emergenziale legato al covid non ha portato una risoluzione delle situazioni pregresse: anzi ne ha accentuato le criticità, moltiplicate dall’effetto del caro bollette domestiche e condominiali”, “lo stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto, unito alla difficoltà di canoni sempre troppo alti rispetto alla minore capacità di reddito ha portato a ben 175 mila le famiglie in crisi abitativa”, proseguono i sindacati, che denunciano come in media il canone d'affitto arrivi a mangiarsi il 49% del reddito disponibile.
Un dato nuovo e allarmante riguarda anche gli inquilini delle case popolari dove i canoni di affitto sono sensibilmente più bassi rispetto al mercato. Nel corso del 2021 e nei primi 2 mesi del 2022 “la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo oltre i limiti fisiologici attestandosi in media oltre il 12% contro il 4% degli anni precedenti”.
Il dato che emerge dall’analisi dei dati dei primi mesi del 2022 in Toscana conferma quanto i sindacati avevano in più occasioni denunciato: l’alto numero di richieste di sfratti si concentra in particolare nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e casse integrazioni si sono fatti sentire con maggiore drammaticità. Sono comunque le città ad alta vocazione turistica a soffrire di più l’emergenza sfratti.
Firenze ha il primato toscano per numero di richieste di sfratti in rapporto al numero di abitanti, con ben 50 convalide di sfratto a settimana (200 al mese).
I Sindacati degli inquilini e i Patronati dei sindacati dei lavoratori hanno registrato un alto numero di contatti con persone che hanno inoltrato richiesta di assistenza per far fronte ai costi dell’abitare: dal 1° settembre 2021 al 28 febbraio 2022 sono stati 3.471 i toscani che si sono rivolti agli sportelli territoriali. Di questi il 29% usufruisce della cassa integrazione. Il 16% è titolare di partita iva operante in prevalenza in attività legate alla cura della persona, piccolo commercio e artigianato. Il 22% hanno uno o più componenti del nucleo familiare che hanno perso il lavoro o chiuso l’attività. Il 15% lavora irregolarmente (in tutto o in parte a nero). Di questi, la quasi totalità lavorava nel comparto turistico, della ristorazione e nell’indotto. Il restante 18% è costituito da lavoratori dipendenti a basso reddito. Del campione, il 71% dei richiedenti abita nei comuni capoluogo, il 16% nelle aree periferiche.
Per l’89% di questi il solo affitto, escluso utenze e condominio, incide oltre il 45% dei propri redditi. Il 18% del campione versa anche una somma a nero oltre l’affitto dichiarato. Il 90% delle persone auspicano l’assegnazione di una casa popolare e di un contributo affitto utile a mitigare anche i costi delle utenze domestiche.
Queste le proposte dei sindacati degli inquilini: "È giunto il momento di affrontare il disagio abitativo con politiche di ampio respiro che prevedano: contributo regionale e comunale, per un bando straordinario per il caro bollette; commissioni di emergenza abitativa per il passaggio da casa a casa, in tutti i comuni della Toscana: è indispensabile individuare una sede istituzionale, dove governare il fenomeno degli sfratti e graduare le esecuzioni con il concorso di tutte le parti in causa; ristrutturare tutti gli alloggi di edilizia pubblica sfitti, ad oggi oltre 3.500, una cifra che testimonia l’inerzia e il disinteresse dei Comuni e riassegnarli in breve tempo a chi si trova da anni in graduatoria; un piano pluriennale di risorse per l’aumento dell’offerta di alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili puntando sul recupero delle tante aree ed edifici pubblici dismessi senza ulteriore consumo di suolo e senza fini speculativi; una revisione della legge nazionale sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e la leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta ad uso di abitazione principale; una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere una programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà, anche nel pagamento delle utenze e del condominio".

15 giugno 2022