In un'intervista rilasciata a riviste europee dei gesuiti
Ambiguità del papa sull'Ucraina
Gli agenti di Putin ne approfittano per manipolare l'opinione delle masse
Travaglio, megafono di Putin, vi sguazza

Per rispondere a questa domanda dobbiamo allontanarci dal normale schema di 'Cappuccetto rosso': Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: 'Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro'. Ha concluso: 'La situazione potrebbe portare alla guerra'. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo ”.
Così papa Bergoglio si è espresso sulla guerra in Ucraina, in una conversazione con i direttori delle riviste culturali europee dei gesuiti, tenutasi a Roma lo scorso maggio e pubblicata integralmente sulla rivista dei gesuiti italiani La civiltà cattolica del 18 giugno. Si tratta di un intervento che segna un notevole arretramento rispetto alle sue posizioni iniziali, più ferme, sulla guerra di aggressione di Putin, caratterizzato da una marcata ambiguità che lo porta a suggerire ai suoi interlocutori di tenere una linea di equidistanza tra l'aggredito e l'aggressore. Quasi fosse oggettivamente impossibile, o almeno arduo, distinguere di chi è la responsabilità di questo feroce conflitto. Un'ambiguità ancor più grave perché i gesuiti, da cui anche il papa proviene, dettano la linea politico-culturale a tutta la chiesa, e nella fattispecie le riviste invitate hanno il compito di diffondere la linea di Bergoglio alle comunità cattoliche di tutta Europa.
 

Cedimento ai pretesti invocati dal nuovo zar
Non a caso egli ha dato questa risposta alla domanda di uno dei direttori che gli chiedeva quali fossero i suoi consigli per comunicare sulle loro riviste la situazione che stiamo vivendo a causa della guerra di aggressione all'Ucraina. Bergoglio aveva già anticipato da qualche tempo questa svolta verso posizioni più ambigue, in particolare col discorso della “Nato che abbaia alle porte della Russia”, ma adesso queste posizioni vengono rafforzate e diventano la linea ufficiale della chiesa, forse anche con l'intento di propiziare il riconoscimento di un possibile ruolo di mediazione del Vaticano da parte del Cremlino. Infatti, pur riconoscendo “la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi ” (e come potrebbe negarlo!), e che essi “hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta ” (altra verità incontestabile), il papa insiste nella sua ambiguità e aggiunge: “Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco ”.
Fosse anche fatto per ragioni diplomatiche, nel nome dell'interesse supremo della pace, ciò non renderebbe meno grave il cedimento di Bergoglio ai pretesti invocati da Putin per la sua brutale aggressione e la rottura di ogni regola internazionale, arrivando quasi a giustificarle come reazione alle provocazioni della Nato, prendendo a prestito le parole di un misterioso “capo di Stato”. Il che è esattamente una delle tesi spacciata dalla propaganda di Putin, che scambia l'aggressore con la vittima per dare una veste legale al suo disegno imperiale neozarista. Sarebbe come se al tempo dell'invasione dell'Iraq da parte del boia Bush la chiesa si fosse messa ad accreditare in qualche modo la sua falsa propaganda sull'esistenza di armi di distruzione di massa in quel paese per giustificare l'aggressione imperialista degli Usa.
 

L'opportunismo di Bergoglio sulla “complessità”
Naturalmente il papa si rende conto di questa contraddizione che rende insostenibile la sua posizione, e perciò cerca di metterci una pezza e aggiunge: “Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli ”. Dopodiché svia il discorso sulle altre guerre in corso nel mondo, di cui nessuno si cura, per riesumare la sua tesi della “Terza guerra mondiale a pezzi ”, attribuendola essenzialmente agli interessi legati al commercio delle armi.
Non saremo certo noi a minimizzare l'esistenza e l'importanza di queste guerre, anche se più che dal solo commercio delle armi esse sono sempre provocate dalla inesauribile sete di rapina e di conquista degli imperialismi dell'Est e dell'Ovest. Ma prenderle a pretesto come fa Bergoglio per confondere le acque e in nome della “complessità ” delle cause cancellare ogni differenza tra “buoni e cattivi ”, ovvero tra aggrediti e aggressori, diventa un gioco di puro opportunismo. Anche perché nel caso dell'Ucraina le cose sono chiare ed evidenti, tutt'altro che complesse e inestricabili: siamo davanti a un classico esempio di guerra di invasione da parte di una superpotenza straniera verso un paese sovrano più debole, con la violazione di tutti i principi di non ingerenza e non aggressione giuridicamente accettati a livello internazionale. Putin ha cercato di rovesciare in pochi giorni il governo ucraino ed instaurare un suo governo fantoccio con una guerra lampo di stile hitleriano, e non essendogli riuscito ora si è messo a distruggere sistematicamente tutto quello che gli capita a tiro: dove sta la “complessità” in tutto questo?
Non bastassero i fatti, è lo stesso Putin con le sue dichiarazioni follemente imperialiste e guerrafondaie a sciogliere ogni complessità di interpretazione delle cause di questa guerra, come ha confermato anche di recente col suo discorso ai giovani imprenditori, ingegneri e scienziati in occasione del del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, quando si è paragonato allo zar Pietro il grande che con le sue guerre coi paesi del Nord “non sottraeva territori ma li restituiva alla Russia ”.
 

Rispettare la volontà del popolo ucraino
A ben guardare queste posizioni del papa si muovono di fatto all'interno di quell'area ambigua e opportunista, che va dal falso comunista Rizzo al fascista e razzista Salvini, e che in vario modo e misura tenta di giustificare la guerra di Putin. Come fa Il Fatto Quotidiano , ormai diventato il megafono di Putin, che non a caso ci sguazza rilanciando l'intervento del papa quasi fosse un'autorevole benedizione a tutti i filoputiniani, ed esaltandolo trionfalmente con un editoriale in prima di Travaglio e un altro a firma di Silvia Truzzi all'interno.
Un opportunismo che fa il gioco di Putin, come quello di tipo economico del suo ammiratore e foraggiato dai suoi rubli, Salvini, che si maschera dietro gli interessi degli industriali del Nord penalizzati dalle sanzioni; e più in generale di tutti filoputiniani in malafede che strumentalizzano i contraccolpi delle sanzioni sull'aumento dei prezzi, sull'occupazione e sulla vita delle masse. Un opportunismo di tipo politico, che appellandosi alla necessità di “non umiliare Putin” finisce per cadere nello “spirito di Monaco”: ovvero per chiedere al popolo ucraino di arrendersi per ammansire l'orso russo e far cessare al più presto la guerra; lo stesso errore che fecero le cancellerie di Londra e Parigi nei confronti di Hitler finendo solo per incoraggiare i suoi smisurati appetiti. Un opportunismo, infine, di tipo culturale, che non distingue tra le guerre giuste (antimperialiste, di resistenza e di liberazione) e le guerre ingiuste (imperialiste e di aggressione); e che condanna la resistenza popolare armata al pari delle guerre ingiuste e ammette idealisticamente solo la resistenza passiva nonviolenta.
Le posizioni di Bergoglio contengono tutti e tre i tipi di opportunismo e portano pericolosamente ad una sola conclusione: spingere l'Ucraina ad abbandonare la via della resistenza armata e implorare dal nuovo zar un cessate il fuoco, offrendogli in sacrificio l'annessione di territori occupati dal suo esercito neonazista. Senza capire che senza la sua resistenza armata l'Ucraina avrebbe già cessato di esistere quattro mesi fa, e che in ogni caso nessuno può sostituirsi al popolo ucraino nel decidere del proprio destino. Qualsiasi soluzione di pace può passare solo dal rispetto della sua volontà, senza condizionamenti esterni da parte di nessuno. Le trattative per arrivare alla pace hanno due soggetti fondamentali e imprescindibili: l'Ucraina aggredita e la Russia di Putin che ha invaso e aggredito scatenando questa sanguinosa guerra. Altrimenti qualsiasi accordo, come quelli falliti di Minsk, sarà scritto sull'acqua.

22 giugno 2022