Con una canzone antimilitarista
Processati per aver criticato le basi militari in Sardegna
Sit in di solidarietà davanti al tribunale di Nuoro

Lo scorso 13 giugno si è aperto dinanzi al giudice monocratico del Tribunale penale di Nuoro il processo a carico del rapper Bakis Beks e di altri tre giovani, imputati del reato di oltraggio a pubblico ufficiale per fatti accaduti l'8 settembre 2018, quando durante un concerto all'Exme di Nuoro l'artista si era esibito eseguendo una canzone che prendeva di mira le basi militari presenti in Sardegna.
Durante l'esecuzione l'artista ha più volte alzato il dito medio, come è consuetudine durante le esecuzioni dei rapper, e il pubblico ha fatto altrettanto.
Tutto ciò ha indotto un paio di ufficiali di polizia giudiziaria, che coordinavano il servizio di ordine pubblico, a pensare che l'ostentazione del dito medio, anziché costituire parte integrante dell'esibizione di Bakis Beks e di ogni qualsiasi altro rapper degno di questo nome, fosse diretto contro i rappresentanti della polizia di Stato presenti, e hanno denunciato l'artista e tre dei ragazzi del pubblico per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per cui i quattro si erano visti notificare pochi mesi più tardi un decreto penale di condanna, emesso dal Tribunale di Nuoro, ad una multa di 2.500 euro a testa.
I quattro giovani hanno quindi proposto opposizione al decreto penale di condanna e, come prevede il codice di procedura penale, hanno provocato l'apertura del dibattimento la cui prima udienza si è svolta il 13 giugno, subito aggiornata al 19 settembre prossimo, quando deporrà il primo testimone dell'accusa, uno dei due zelanti pubblici ufficiali che hanno avuto il colpo di genio della denuncia penale.
Il testo della canzone “Messaggio” con la quale l'artista si è pronunciato contro le basi militari in Sardegna e che il pubblico ministero ha portato in aula come “elemento di prova” contro il rapper contiene le seguenti strofe: “Non c'è tempo per mediazioni, indennizzi, conciliazioni, questo è un messaggio ai coloni. Basta, fuori dai coglioni!”.
È evidente, e non c'è nemmeno bisogno di offrire spiegazioni al riguardo, che i pubblici ufficiali che hanno usato il pretesto del dito medio per denunciare all'autorità giudiziaria il preteso e supposto reato intendevano in realtà colpire la canzone insieme al suo messaggio, volevano lanciare un messaggio, a modo loro, a tutti gli artisti impegnati in una battaglia antimilitarista che vede gran parte del popolo sardo schierato dallo stesso lato della barricata, con le forze armate che spadroneggiano in ogni angolo di quell'isola, ormai invasa da basi, poligoni, polveriere e gigantesche esercitazioni che ne deturpano la vocazione turistica e che aggravano in quella terra problemi secolari: altrimenti, se realmente pensassero che solo in quell'occasione il dito medio in un rapper fosse rivolto contro di loro, vorrebbe dire che costoro fanno finta di non sapere che non c'è un solo concerto rap in Italia e in ogni parte del mondo, dove non manchi l'esibizione plateale del dito medio, sia da parte dell'artista sia da parte del pubblico.
Davanti al tribunale, gli antimilitaristi dell'associazione Libertade hanno promosso un sit in di solidarietà srotolando striscioni con le scritte "L'arte non si reprime", perché è evidente che l'artista e i tre giovani del pubblico sono stati colpiti solo ed esclusivamente in quanto portatori di un messaggio antimilitarista, e i pubblici ufficiali che li hanno denunciati dovrebbero semmai rallegrarsi del fatto che la protesta avviene solo ed esclusivamente al suono della musica, un fatto che in Sardegna, alla luce dell'esasperazione sociale che si sta creando, non è certo scontato!
Il Partito Marxista-Leninista Italiano, insieme al suo organo Il Bolscevico , esprime incondizionata solidarietà ai quattro giovani, colpiti solo ed esclusivamente in quanto hanno osato manifestare pubblicamente ciò che la stragrande maggioranza dei sardi pensa delle basi militari e dei soldati che imperversano nel territorio e nei mari dell'isola. E il pensiero delle masse popolari sarde – per dirla con il testo dell'artista Bakis Beks – è “Basta, fuori dai coglioni!”!

22 giugno 2022