All'arcirevisionista e imbroglione Giannini non è andata giù la presenza del PMLI in Unità popolare
L'agente del socialimperialismo cinese e dell'imperialismo russo del neonazista Putin non ha argomenti validi per criticare l'antimperialismo del PMLI
Messaggi di solidarietà al PMLI

Alla vigilia della conferenza stampa del 1° luglio presso la Sala Stampa della Camera dei deputati a Roma di presentazione del Coordinamento politico di Unità Popolare (UP), a cui partecipava come componente anche il PMLI, è arrivato con singolare puntualità un velenoso attacco al nostro Partito da parte dell'arcirevisionista Fosco Giannini, ex PCI storico, poi PRC, PdCI, PCI, alleato col PC col quale ora ha rotto lanciando l'ennesima “Assemblea costitutiva per l'unità dei comunisti”. Costui è anche ex senatore del PRC durante il secondo governo Prodi, ex direttore della rivista internazionale trotzkista “L'Ernesto” e attuale direttore della rivista revisionista “Cumpanis”.
L'attacco consiste in un post dal titolo “Infermieraaa!!! C'è il PMLI che sta male”sulla sua pagina Facebook pubblicato il 29 giugno e successivamente su “Cumpanis” in cui, nel dare la notizia della conferenza stampa di UP, egli sottolinea la presenza che “spicca, tra tutte” del PMLI e ci prende di mira cercando di ridicolizzare la nostra coerente posizione antimperialista contro l'aggressione dell'armata neonazista di Putin all'Ucraina e a sostegno della lotta di resistenza del popolo ucraino. Naturalmente da quel navigato opportunista e imbroglione che è si guarda bene dall'entrare minimamente in merito alle nostre posizioni e argomentazioni, per confutarle e dimostrare la loro falsità, come dovrebbe fare un vero comunista, ma si accontenta di irriderle superficialmente come fa chi sa di rivolgersi ad un pubblico ristretto di suoi seguaci, dando per scontato che essi condivideranno tutti i suoi giudizi sarcastici senza chiedergliene conto.
 

“L'Operazione Z è antimperialista e difensiva”
È così che, citando “Il Bolscevico” n.25 del 30 giugno 2022 e l'articolo su “L'armata neonazista del nuovo zar Putin obbligata ad una sanguinosa guerra di logoramento”, quello sulle dichiarazioni di Draghi a Kiev che dev'essere l'Ucraina a scegliere la pace che vuole e quello di critica alle posizioni ambigue di Bergoglio, Giannini sottolinea in tono scandalizzato e derisorio che “il PMLI si schiera con Zelensky e giudica la Russia uno Stato nazista”; che nell'articolo “c'è anche una bella strigliata contro la Russia e la Cina (che nei documenti del PMLI viene continuamente definita imperialista e fascista)”; che il PMLI “è, dunque, con il governo Draghi che sostiene l'Ucraina e invia armi all'Ucraina”, e che “alla sua attenzione non sfugge nemmeno il Papa”, e nemmeno “poteva sfuggire Travaglio”. Sicché, conclude, “c'è materiale in abbondanza per convincerci che il neurologo tocca chiamarlo davvero”. Osservazioni degne di una conversazione da bar ma non certo di un confronto franco e leale tra comunisti. Tanto più che in un articolo su “Cumpanis” del 1° luglio (“E' ora di parlare chiaro”) a firma di Alessandro Testa, si attacca di nuovo il nostro partito in tono altrettanto derisorio definendolo “la macchietta fin de siècle del PMLI”.
A differenza di Giannini noi non abbiamo paura di confrontarci nel merito delle questioni, e non ci nascondiamo dietro sciocchi quanto elusivi sarcasmi, come quelli di questo opportunista che ha attraversato tutte le stagioni del revisionismo - incluso l'appoggio al governo Prodi del quale in commissione Difesa del Senato ha votato tutti i provvedimenti, compresi i rifinanziamenti alla missione di guerra in Afghanistan - fino ad approdare al putinismo. Casca a proposito un suo articolo su “Cumpanis” del 27 giugno (“Operazione Z e comunisti in Italia: che fare?”), in cui bacchetta i segretari del PRC, Acerbo, del PCI, Alboresi e del PC, Rizzo, perché a suo dire non hanno il coraggio di affermare apertis verbis che “l'Operazione Z condotta dalla Russia di Putin è, e rimane, un'azione di tipo difensivo e di carattere antimperialista”. “C'è paura nel dirlo, paura allo stato puro”, li rampogna Giannini, che invece il coraggio, anzi la faccia tosta, ce l'ha, cominciando col chiamare “Operazione Z” la brutale guerra di aggressione di stampo nazista di Putin all'Ucraina, usando lo stesso metodo ipocrita del nuovo zar che l'ha chiamata “operazione militare speciale” per “denazificare” l'Ucraina, allo scopo di ingannare il popolo russo e usarlo come carne da cannone in una guerra fratricida contro il popolo ucraino.
 

Contro gli imperialismi dell'Est e dell'Ovest
A sostegno della sua rampogna Giannini cita il Partito Comunista Cinese e quello della Federazione Russa, nonché altri partiti revisionisti come quello cubano, portoghese e “tanta parte degli Stati, dei Paesi e dei partiti antimperialisti e rivoluzionari dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia”, che ha invece “compreso le ragioni dell'Operazione Z e l'ha sostenuta e la sostiene, per il suo carattere antimperialista”. Come se citare simili partiti opportunisti e revisionisti, al soldo dell'imperialismo russo e del socialimperialismo cinese, fosse di per sé la prova della giustezza della guerra di invasione scatenata da Putin per il suo disegno di ricostruzione dell'impero zarista.
Lo stesso tipo di critica ai tre partiti si legge anche nell'articolo di Alessandro Testa, che parla della loro “fine ingloriosa”, che “si consuma nell'incapacità di opporsi all’imperialismo USA, nel silenzio – quando non in ipocriti distinguo – sulla responsabilità della NATO nella tragica guerra ucraina, col suo orribile corteo di morte, sciagura e disastro economico il cui conto, come al solito, sarà pagato dal popolo e dai lavoratori”. Ma di chi è la responsabilità di questa tragedia se non di Putin, che l'ha preparata per mesi e scatenata violando tutte le regole internazionali e la sta conducendo con una brutalità e una spietatezza contro la popolazione civile degne di Hitler?
Con quale faccia tosta si può definire “difensiva e antimperialista” una tale carneficina, perpetrata unilateralmente da uno Stato capitalista e neozarista come la Federazione Russa, retta da un criminale fascista e imperialista qual è Putin? Come ha indicato il nostro Segretario generale, Giovanni Scuderi, nell'editoriale per il 45° anniversario del PMLI: “Certamente gli alleati imperialisti dell'Ucraina hanno i loro obiettivi politici, economici e militari strategici contro l'imperialismo russo, ma questo non è un buon motivo da parte degli antimperialisti per non stare dalla parte dell'Ucraina aggredita. Le superpotenze imperialiste dell'Ovest e quelle dell'Est, Cina e Russia, si contendono la nuova spartizione e il dominio del mondo, non si può quindi stare con le une o con le altre; quando un qualsiasi paese, anche se capitalista, viene aggredito da una di esse bisogna stare dalla sua parte. In base ai principi che la sovranità, l'indipendenza e la libertà di ogni paese sono inviolabili; che ogni popolo è padrone del proprio destino; che ogni nazione ha il diritto all'autodeterminazione; che l'antifascismo, l'antinazismo, così come la rivoluzione e il socialismo non si esportano con le armi”.
 

Una sporca operazione illusionistica
Questi ribaditi da Scuderi sono i principi internazionalisti che ci hanno insegnato i grandi Maestri, Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, e sfidiamo l'arcirevisionista Giannini a confutarli. Il quale infatti, quando ha pubblicato il famigerato discorso di Putin del 21 febbraio che teorizzava la non realtà storica dell'Ucraina come Stato indipendente dalla “Grande Russia” di matrice zarista, ha omesso proprio le parti in cui il nuovo zar del Cremlino attaccava Lenin e Stalin come responsabili di averla creata artificialmente. Ciò allo scopo evidente di ingannare i militanti in buona fede e fargli meglio digerire la frottola del Putin “antimperialista” e della sua “invasione difensiva” dell'Ucraina.
Ed è sempre a questo scopo che in un altro post, sotto la foto di un carro armato russo con la famigerata “Z”, che richiama vergognosamente la svastica nazista, esulta per la “liberazione del Donbass” dalle “truppe russe liberatrici”, che hanno “issato le bandiere russe e le bandiere sovietiche con la falce ed il martello della Vittoria contro il Terzo Reich”. E si spinge addirittura a spacciare “un collegamento storico con la Liberazione del popolo italiano dalla morsa nazifascista e con la Vittoria dei vietcong e del popolo vietnamita contro gli invasori americani”. Che imbroglione, e che provocatore! Così può parlare solo un agente prezzolato al soldo di Mosca e di Pechino, cercando di spacciare come bandiere comuniste e antimperialiste quelle del socialimperialismo cinese e del neozarismo russo!
Questa falsificazione della vera natura imperialista della Cina di Xi e della Russia di Putin era già pienamente delineata nella lettera-manifesto scritta da Giannini insieme all'altro storico agente prezzolato di Putin, Manlio Dinucci, con la quale fu convocata il 22 gennaio scorso a Roma l'assemblea nazionale “Ora l'unità per il partito comunista in Italia”, a cui aderì anche l'imbroglione Rizzo. Iniziativa volta a creare una nuova trappola elettorale per ingabbiare nell'elettoralismo e nel parlamentarismo i sinceri anticapitalisti e poi naufragata nel nulla, con la rottura politica tra Rizzo e Giannini. Nella lettera di Giannini e Dinucci si definiva la Cina “cardine del fronte antimperialista mondiale in progress”, e si aggiungeva che “la stessa Russia di Putin, agli occhi degli Usa e della Nato, appare ormai come un avversario politicamente indomabile. Da piegare con l'attacco militare”.
In sostanza, con una sporca operazione illusionistica verso i sinceri rivoluzionari, si spacciava il socialmperialismo cinese per la Cina di Mao e la Russia imperialista di Putin per l'Unione Sovietica di Lenin e Stalin. Tant'è vero che nel suo intervento all'assemblea Dinucci era arrivato a sostenere che “Cina e Russia non sono quelle dell'epoca socialista, ma non sono nemmeno, come dice qualcuno, nuove potenze imperiali che vogliono spartirsi la torta del mondo. Cina e Russia stanno lavorando e lottando per un nuovo mondo non più unipolare”.
 

Il livore di Giannini contro Unità Popolare
La linea antimperialista marxista-leninista del PMLI sulla situazione internazionale e sulla guerra in Ucraina, smaschera le posizioni opportuniste di simili agenti al soldo del socialimperialismo cinese e del neozarismo russo. E soprattutto a Giannini non va giù che il PMLI partecipi a Unità Popolare, ed è per questo che, non potendo più ignorarci, sferra il suo attacco proprio in concomitanza col successo della creazione e della presentazione ufficiale del Coordinamento politico di UP. E lo fa in maniera vigliacca, evitando di confrontarsi a viso aperto col nostro Partito sulle rispettive posizioni internazionali e cercando anche, nel suo velenoso post su FB, di seminare zizzania all'interno di UP; in particolare rivolgendosi al “PCI che si allea col PMLI” con queste parole: “Ma poi, il gruppo dirigente del PCI, con quale faccia andrà agli incontri con il Partito Comunista Cinese, con quale passo (disinvolto?) entrerà nella sede dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma? Con quali occhi incrocerà lo sguardo dei dirigenti del Partito Comunista della Federazione Russa, che ci pare non sostengano il governo (questo sì, nazifascista) di Kiev né considerino Zelensky propriamente un eroe”?
Questo imbroglione politico finge di non sapere che le forze che danno vita a UP, pur conservando ciascuna le proprie idee e posizioni, anche in campo internazionale, hanno deciso di mettere da parte i fattori divisivi e contare su quelli condivisi per creare un'unità d'azione nell'interesse del proletariato e della lotta di classe, e per aprire un grande dibattito rivoluzionario sul futuro dell'Italia e sull'alternativa di società. Quindi il suo sarcasmo maligno è del tutto gratuito e fuori luogo.
Ma evidentemente per lui tutto fa brodo pur di denigrare il PMLI e aizzare i militanti comunisti contro il progetto politico di Unità Popolare, che vede come il fumo negli occhi perché non è l'ennesimo cartello elettorale da sfruttare per la propria carriera politica. Come tutti gli altri che ha tentato di mettere in piedi, fallendo regolarmente, e che spacciava per rifondazione del partito comunista in Italia.
Contro questi vergognosi attacchi di Giannini e di “Cumpanis” il PMLI ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà da parte di istanze di base e di simpatizzanti del Partito.

13 luglio 2022