Elezioni presidenziali in Colombia
Al ballottaggio il 42% dell'elettorato diserta le urne
La “sinistra” borghese batte la destra, il nuovo presidente, già guerrigliero Petro si propone di “sviluppare il capitalismo”

 
Il candidato della "sinistra" borghese Gustavo Francisco Petro Urrego con 11,3 milioni di consensi pari al 50,44% dei voti validi ha battuto nel ballottaggio del 19 giugno il candidato della destra Rodolfo Hernández Suárez che si è fermato a poco più di 10 milioni, il 47,3% dei voti validi. La possibilità che un candidato della "sinistra" borghese per la prima volta potesse arrivare alla carica presidenziale in un paese dominato dalla destra e dal narcotraffico e divenuto un bastione dell'imperialismo americano nel Sudamerica ha spinto in alto la partecipazione al voto, arrivata alla cifra record del 58%. Resta comunque molto consistente la parte dell'elettorato che continua a disertare le urne e a non farsi abbagliare dalle promesse di un cambiamento che come pietre funebri continuano a lastricare la lunga strada delle delusioni soprattutto nei paesi latinoamericani dove sono caduti uno dopo l'altro i promotori e i presunti continuatori di quello che con un inganno è definto il "socialismo del XXI secolo". E il nuovo presidente, già guerrigliero Petri, ha messo le mani avanti e si propone di “sviluppare il capitalismo”.
Il neoeletto Gustavo Petro aveva tentato già due volte la corsa alla poltrona presidenziale e nella precedente tornata di quattro anni fa, pur raccogliendo 8 milioni di voti, era stato largamente battuto al ballottaggio dal candiato della destra Ivan Duque che il prossimo 7 agosto gli passerà formalmente le consegne. Dopo il primo tentativo fallito nel 2010 si candiderà con successo alla carica di sindaco della capitale Bogotà, che eserciterà dal 2012 al 2015 ma che non ha lasciato quel segno di cambiamento oggi rilanciato dalla carica più alta.
L'economista Gustavo Petro, di origini italiane e cittadino italo-colombiano, è nato a Ciénaga de Oro sulla costa caraibica 62 anni fa in una famiglia contadina. Ha partecipato alle attività del gruppo guerrillero "Movimiento 19 de abril", di ispirazione nazionalista e bolivariana, con lo pseudonimo di Aureliano, in omaggio al colonnello Aureliano Buendia, personaggio del romanzo Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Dopo la consegna delle armi e la smobilitazione concordata col regime di Bogotà nel 1990 il movimento si trasformò nel partito politico Alianza Democrática M-19. Petro subì comunque detenzione, torture e esilio fino al rientro in patria dove ricominciò l'attività politica con varie formazioni fra le quali il Polo Democratico Alternativo, col quale fu eletto senatore alle legislative del 2006.
Falliti i tentativi del 2010 e del 2018 ha preparato la sua terza corsa presidenziale da leader del partito Colombia Humana, un movimento progressista dai contenuti "umanistici" fondato nel 2011 con un programma a favore dei diritti umani, la cura dell'ambiente, la parità di diritti tra uomini e donne, l'industrializzazione e la modernizzazione agraria. Quei punti che sono alla base del programma politico della coalizione costituita un anno e mezzo fa e chiamata Pacto Histórico-Colombia Puede (la Colombia può) che gli hanno premesso di battere il milionario e iperliberista candidato della destra Rodolfo Hernandez. Della coalizione guidata da Colombia Humana fanno parte tra le altre l'Union Patriotica-Partido Comunista, varie forze socialdemocratiche, "profughi" del gruppo guerrigliero FARC, il partito ecologista Alianza Verde, gruppi indigeni e femministi fra i cui esponenti è la vicepresidente Francia Elena Marquez Mina, attivista in difesa dell’ambiente, dei diritti umani e delle minoranze, di lontane origini congolesi e afro-discendenti che rappresentano il 10% della popolazione colombiana. Una coalizione che sulla carta è in grado di rappresentare gran parte delle istanze sociali, ecologiche e progressiste del paese. Solo la pratica del suo futuro governo sarà in grado di dire se questa volta le promesse saranno mantenute o se piuttosto diventeranno pie illusioni alla prova della gestione del governo borghese.
La portenza non è delle migliori. Se la vicepresidente Francia Marquez ha commentato l'elezione non senza aver anzitutto ringraziato elettrici ed elettori rendendo in primis omaggio "a Dio's y a la Virgen", un omaggio al radicamento solidamente cattolico della Colombia e dell'intera America Latina, il neopresidente Gustavo Petro ha parlato di "cambio historico", di pace, giustizia sociale, giustizia ambientale ma anche di "pace sociale", dove l'amore e il dialogo sono parole centrali, invitando tutti/e, anche gli oppositori più tenaci a dialogare con il suo governo. Ha rassicurato chi lo accusa di voler instaurare il comunismo affermando che "queremos desarrollar el capitalismo" (vogliamo sviluppare il capitalismo), anche se ha precisato "non perchè lo amiamo" ma per superare il feudalesimo, e creando situazioni di opportunità lavorative per ogni persona. Un programma che non vuol spaventare la borghesia nazionale e mettere se possibile alcune toppe a una drammatica situazione delle masse popolari colombiane.
Il paese ha notevoli potenzialità economiche che i vari regimi reazionari e fascisti finora al governo hanno gestito a vantaggio dei capitalisti e dei latifondisti mentre hanno lasciato il controllo di un terzo del territorio nelle mani della criminalità, del narcotraffico anzitutto. Nello stesso tempo quasi il 40% dei 50 milioni di colombiani sono colpiti da povertà e fame.
Fra le prime congratulazioni arrivate al neopresidente, quella dello sconfitto Hernandez e dell'ex presidente dittatore Alvaro Uribe, "lasciamoci contagiare da un sentimento, prima di tutto la Colombia"; quelle dei colleghi del continente sudamericano e del segretario di Stato americano Antony Blinken, al cui messaggio via twitter "non vediamo l'ora di continuare il nostro forte rapporto con il presidente eletto Gustavo Petro", rispondeva con "siamo pronti". E intanto nella villa presso Firenze, la città che frequenta regolarmente per il lavoro della moglie, il 10 luglio incontrava il leader del Partito liberale colombiano Cesar Gaviria, per definire i termini di un'alleanza di governo per il periodo 2022-2026, e l'accoppiata piddina Giani-Nardella nel ruolo di "consiglieri" per la riforma sanitaria dopo l'esperienza avuta negli ospedali fiorentini dove nel marzo del 2021 è stato curato per covid.

13 luglio 2022