Scioperano i tassisti contro il ddl concorrenza
“Draghi non te lo chiede l'Europa, te lo chiede Uber”

Il 4 e 5 luglio i tassisti di tutta Italia si sono fermati per 48 ore per protestare contro l'articolo 10 del disegno di legge concorrenza, che delega al governo l’adozione di un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea, vale a dire i taxi e i servizi di noleggio con conducente. Nel testo si fa riferimento a un “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web ”, e il pensiero va immediatamente alla multinazionale statunitense Uber che peraltro sta esercitando fortissime pressioni sui governi per dilagare nei mercati e sui relativi leader come Renzi, Macron e Biden.
Nell’articolo 10 si parla anche di “riduzione degli adempimenti amministrativi a carico degli esercenti degli autoservizi pubblici non di linea e razionalizzazione della normativa alle tariffe e ai sistemi di turnazione ”, e soprattutto di “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze ”, tutte cose che i tassisti italiani, nella loro totalità, respingono fermamente.
La richiesta dei tassisti è lo stralcio dell’articolo 10, che rischia di consegnare l'intero settore alla multinazionale americana Uber, tanto che lo slogan della manifestazione nazionale di categoria tenuta il 4 luglio a Roma era “Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber ”.
Il sistema di lavoro di Uber prevede che al posto dei taxi il servizio possa essere svolto da qualsiasi auto privata il cui conducente faccia richiesta alla compagnia e sia da questa assunto come autista: è chiaro che si tratta di reclutamento di manodopera precaria e di un servizio che non offre alcuna garanzia di qualità per gli utenti, a differenza dei tassisti, che svolgono un servizio pubblico.
Nicola Di Giacobbe, rappresentante del sindacato Unica Cgil Taxi, ha chiarito bene i termini della questione e la posta in gioco per tassisti e utenti: “i tassisti - ha affermato - sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni. Il tentativo che c’è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega ”.
La protesta ha visto migliaia di conducenti di auto bianche sfilare il 4 luglio per le strade del centro di Roma, paralizzando il traffico, con gli interventi finali dal palco dei sindacalisti, e alla fine una parte dei tassisti si è diretta sotto Palazzo Chigi, con momenti di tensione con le forze dell'ordine.
Il governo, tuttavia, nonostante l'adesione quasi totale dei tassisti italiani allo sciopero non sembra intenzionato a cedere, tanto che il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Bellanova ha dichiarato che non intende per nessun motivo stralciare l'articolo 10, e se così sarà le proteste dei tassisti italiani andranno certamente avanti con ulteriori forme di lotta.

13 luglio 2022