Italia Sovrana e Popolare: un'altra trappola per l'elettorato di sinistra
Rizzo, sponsorizzato da Rete4, con rossobruni, sovranisti e nazionalisti pur di ritornare in parlamento. Ma non tutto il PC lo segue

Il 14 agosto, davanti al Viminale, il falso comunista Marco Rizzo a nome del PC, l'ex magistrato antimafia Antonio Ingroia a nome di Azione Civile e altri tra i principali leader dei partiti rossobruni, sovranisti e nazionalisti che aderiscono alla nuova lista, hanno presentato il simbolo di Italia Sovrana e Popolare (ISP), appena depositato insieme alle 60 mila firme prescritte in tempo per poter partecipare alla farsa elettorale del 25 settembre.
Si tratta dell'ennesima trappola per abbindolare l'elettorato di sinistra, e soprattutto quello orientato ad astenersi, per carpirne i voti e riuscire ad entrare in parlamento. Lo proclamano spudoratamente loro stessi, come ha fatto il demagogo Ingroia, dichiarando che “l’obiettivo del 3% è alla nostra portata perché c’è il popolo dell’astensionismo che non si sente rappresentato dalla politica. Noi vogliamo tornare alla Costituzione, ai diritti e alla libertà e perciò possiamo andare ben oltre a quella percentuale”. E come ha fatto l'imbroglione Rizzo, in un'intervista del 24 agosto a Il Giornale d'Italia , sentenziando che “noi siamo il voto anti sistema! La vera sfida è portare le persone a votare, solo a quel punto la lista potrà diventare un qualcosa di molto importante”.
Ma non solo. La nuova lista strizza l'occhio anche a quelle fasce di elettori sedotti dalla demagogia sovranista, nazionalista, complottista e no-vax, contendendone i voti al partito fascista della Meloni e alla Lega razzista di Salvini attraverso slogan interclassisti e ambigui che contrabbandano l'equivalenza di interessi tra proletariato e piccola borghesia imprenditoriale e l'uscita dalla Ue in nome del comune “interesse nazionale”, il filoputinismo e l'appoggio all'imperialismo russo e al socialimperialismo cinese dietro gli interessi commerciali dell'Italia e il multilateralismo, l'opposizione totale a qualsiasi campagna vaccinale e i pregiudizi antiscientifici con la tutela delle libertà costituzionali, e così via.
 

Come è nata questa nuova trappola elettorale
Basta guardare del resto a com'è nata questa nuova lista elettorale, alla sua composizione, i suoi leader, il suo simbolo e il suo programma, per capire da che razza di trappola gli anticapitalisti e fautori del socialismo si debbano tenere ben alla larga. Come dichiarano gli stessi promotori, Italia Sovrana e Popolare “nasce dalla fusione di Ancora Italia, Partito Comunista, Riconquistare l’Italia, Comitati No Draghi, Azione Civile, Rinascita Repubblicana, Italia Unita” e altre piccole formazioni della galassia rossobruna, sovranista e no vax. Secondo lo stesso Rizzo si tratterebbe di un gruppo “composto da 15 organizzazioni che si sono riunite sotto un unico simbolo”. Che consiste in un cerchio bianco con inscritto il nome della lista e una porzione di bandiera italiana in basso. La scritta “Italia Sovrana” è in stampatello dominante, nero grassetto, mentre “popolare” è rossa ma complementare e in carattere più esile e corsivo. Dunque un simbolo in cui prevale nettamente il richiamo sovranista e nazionalista sul “popolare”, mentre come unico richiamo alla componente “comunista” rappresentata dal partito dell'imbroglione Rizzo, c'è una sparuta stellina rossa al posto del puntino sulla seconda “i” di Italia.
Il nucleo di ISP è nato dal gruppo parlamentare “Costituzione, Ambiente, Lavoro-Idv”, formato a gennaio 2022 da nove senatori ex membri del M5S e una ex senatrice della Lega, scioltosi il giorno dopo “per evitare polemiche strumentali” sul suo presunto appoggio alla candidatura a presidente della Repubblica della presidente del Senato Alberti Casellati. La quale infatti aveva sancito la nascita del nuovo gruppo appena un'ora prima di presentare la propria candidatura. Il gruppo è stato poi ricostituito ad aprile 2022, con l’aggiunta, tra gli altri, dell'ex pentastellato Emanuele Dessì, adesso in quota Partito Comunista, collocandosi all'opposizione del governo Draghi. Il gruppo ha accolto anche l’ex presidente della Commissione Esteri del Senato, il putiniano dichiarato Vito Petrocelli, espulso dal M5S, mentre a giugno la vicepresidente del gruppo, la deputata no vax Bianca Laura Granato, ha aderito ad Ancora Italia. Attualmente il gruppo conta 13 senatori e ha cambiato denominazione in “Uniti per la Costituzione”.
Un'accozzaglia di demagoghi, fuoriusciti, opportunisti e voltagabbana la cui denominazione il 3 luglio è stata utilizzata da Rizzo, insieme ad Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Azione civile di Antonio Ingroia e altri soggetti politici minori, come nucleo promotore di una futura lista elettorale, poi concretizzatasi il 21 luglio con la nascita di Italia Sovrana e Popolare.
 

La forte presenza di organizzazioni rossobrune
In ISP è particolarmente nutrita la presenza di organizzazioni rossobrune, forze cioè che si muovono ambiguamente e strumentalmente tra l'”ultrasinistrismo” e la destra fascista, sovranista, nazionalista, clerico-fascista e no vax, ivi comprese CasaPound, Forza Nuova e Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, secondo il consolidato modello mussoliniano che condiva slogan di derivazione socialista e popolare col più bieco nazionalismo, razzismo e populismo anticomunista. A cominciare – a parte anche il PC di Rizzo che è ormai su quella strada - da Ancora Italia, partito sovranista e filo Putin zeppo di senatori ex M5S e Lega, (precedentemente denominato Vox Italia perché ispirato all'omonimo partito fascista spagnolo), fondato da Francesco Toscano (oggi anche presidente di ISP) e dal filosofo sedicente marxista, in realtà rossobruno, Diego Fusaro, allievo del filosofo Costanzo Preve, teorico dell'alleanza estrema destra-estrema sinistra in funzione anti “élite mondialiste”. Fusaro ha collaborato col Primato nazionale , organo di CasaPound, ed è in stretti rapporti con Aleksandr Dugin, ideologo di Putin ed esponente di punta di Russia Unita e del Partito Nazional Bolscevico. Tra l'altro il simbolo di Ancora Italia, in blu e bianco, scimmiotta sfacciatamente quello di FdI, a parte la fiamma tricolore che è sostituita da un profilo di Dante anch'esso tricolore.
La presenza rossobruna in ISP è rafforzata inoltre da Patria Socialista, altra forza parecchio equivoca capeggiata da Igor Camilli, i cui slogan sembrano ispirati palesemente alla retorica nazionalista dell'arditismo dannunziano e del primo fascismo mussoliniano, come ad esempio questo passaggio preso dal “chi siamo” sulla sua home page: “Patria Socialista è inquieta sintesi di pensiero e azione che fonde in se (sic) la visione 'romantica' ed ardita della vita”. O quest'altro: “... i suoi militanti basano la loro lotta sul concetto legionario di sacralità della missione, sulla cultura, sull’esercizio del corpo, portando avanti le proprie scelte e battaglie per raggiungere gli obbiettivi più audaci e rafforzare le proprie convinzioni, contro le tentazioni delle debolezze umane e gli ostacoli del tempo, per divenire avanguardia attraverso l’esempio”. Non stupisce che questo partito abbia promosso il 3 luglio a Roma, con la partecipazione principale dello storico di destra Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale degli italiani, e quella connivente del falso comunista Rizzo, un convegno su “Patriottismo, una storia rivoluzionaria”, che accomunava in un unico filo conduttore la Rivoluzione francese, il Risorgimento italiano, l'impresa di Fiume, l'arditismo popolare e la Resistenza, contrabbandando come di “sinistra” l'avventura legionaria proto fascista e anti slava di D'Annunzio.
 

Il programma di ISP e il ruolo dell'imbroglione Rizzo
Il carattere volutamente ambiguo di ISP, permeato di interclassismo, nazionalismo, filoputinismo, posizioni no vax e finanche xenofobia, emerge anche tra gli otto punti del suo programma elettorale, dove inseriti furbescamente in mezzo a rivendicazioni di sinistra come ad esempio l'uscita dell'Italia da Nato, Ue ed euro, il ripristino dell'articolo 18, l'abrogazione della Fornero, l'azzeramento della precarizzazione, il salario minimo a 1200 euro, la lotta alla mafia, l'abolizione della riforma Cartabia ecc., compaiono punti come la fine della “dittatura sanitaria” e l'uscita dell'Italia anche dall'Oms (indirizzati chiaramente ai no vax), la fine delle sanzioni alla Russia e la ripresa dei rapporti diplomatici col paese imperialista aggressore, lo scivolamento verso le posizioni xenofobe della destra sull'espulsione dei migranti “clandestini” camuffato dietro la “contrarietà al fatto che i lavoratori immigrati siano usati come 'esercito industriale di riserva' da parte della grande imprenditoria per abbassare i diritti complessivi di tutti i lavoratori”.
Con questa operazione di ISP, di cui sta tirando le fila, Rizzo si è completamente smascherato da quell'opportunista e imbroglione, camuffato da falso comunista che è, nonché agente del nuovo zar Putin e del nuovo imperatore cinese Xi Jimping, disposto a tutto pur di riottenere un posto in parlamento. Anche a capeggiare questa equivoca accozzaglia rossobruna addentellata con la destra leghista, fascista, nazionalista e no vax, a cui lui stesso strizza ormai sfacciatamente l'occhio.
Non a caso il clerico-fascista Adinolfi gli ha rivolto un lungo tweet invitandolo ad unirsi al suo Popolo della Famiglia, ai sovranisti di Italexit di Paragone e agli ex M5S di Alternativa e a Di battista, per una confederazione che “partirebbe da una base certa di un milione e mezzi di voti, capace di superare qualsiasi sbarramento”: “Dobbiamo parlarci e subito, caro Marco Rizzo”, concludeva nel tweet Adinolfi. Un invito simile glielo ha rivolto anche l'ex vicepresidente di CasaPound, Simone Di Stefano, con un tweet per invitarlo insieme a Paragone e Adinolfi a trovare “il modo per sommare le forze”, e in cui rivela che con Marco Rizzo “ci conosciamo e stimiamo in segreto (perché non sia mai lo scoprano i nostri elettori)”.
Non c'è da stupirsi allora se questo imbroglione politico è sponsorizzato dalla berlusconiana, reazionaria e anticomunista Rete 4 di cui è ormai ospite fisso in tutti i suoi programmi, dal TG4 a “Stasera Italia”, da “Diritto e rovescio” a “Controcorrente”. Né c'è da stupirsi se, stando a quanto riportato il 21 agosto dal sito Huffington Post Italia , un articolo sul sito russo United world international di analisi della situazione italiana, attribuito alla figlia di Dugin (morta quattro giorni dopo in un attentato), conteneva un aperto invito a votare per la coalizione facente capo a Rizzo, come “l'unica alternativa al totalitarismo liberista, guerrafondaio e sanitario”.
 

Forti dissensi interni contro la “deriva elettoralista” del PC
Ma non tutto il PC lo segue. Secondo un editoriale de L'Ordine Nuovo del 27 luglio (“La strategia reazionaria di Marco Rizzo”), sito facente riferimento al Fronte Comunista, nato dopo la separazione nel marzo 2020 del Fronte della Gioventù Comunista dal PC, quest'ultimo “ha raggiunto un punto di degenerazione tale da rendere evidente a chiunque la metamorfosi genetica del partito, che si pone, con le sue ultime dichiarazioni, al di fuori del campo delle forze di classe abbracciando apertamente quello nemico”.
“Nel corso di questi due anni – sottolinea infatti l'editoriale - la mutazione delle posizioni del PC e la gestione interna verticista del Segretario Generale si sono accentuate producendo l’allontanamento di altri compagni e di intere federazioni. Ulteriori fuoriuscite sono derivate inoltre dalla più recente risoluzione del CC che sancisce la costruzione di un’alleanza politica 'Uniti per la costituzione', che come lista elettorale prenderà il nome di 'Italia Sovrana e Popolare'”. A questo proposito si cita anche il tentativo di Rizzo di minimizzare alla stregua di una burletta di “bontemponi” la sua espulsione, insieme a tutto il gruppo dirigente del partito, votata nel giugno scorso dalla Federazione di Milano del PC con un documento che stigmatizzava la “deriva elettoralista” del partito e la sua politica di alleanze con organizzazioni “inesistenti sul territorio ed ideologicamente distanti da una lettura di classe dello scontro sociale”.
Esortiamo i sinceri comunisti che militano ancora nel PC ad abbandonare questo opportunista e falso comunista al suo destino di servo del sistema capitalista e agente dell'imperialismo dell'Est, e a raccogliere invece l'appello del PMLI a tutte le forze anticapitaliste, a partire da quelle con la bandiera rossa, per aprire una grande discussione pubblica per elaborare un progetto comune per la nuova società socialista, sull'esempio delle forze che hanno dato vita al Coordinamento di Unità Popolare, di cui anche il PMLI fa parte. Così come invitiamo gli elettori di sinistra a stare alla larga da Italia Sovrana e Popolare e altre simili trappole elettorali, ma impugnare l'arma dell'astensionismo per delegittimare il capitalismo e i suoi governi e partiti e per avanzare verso la conquista del socialismo e del potere politico del proletariato.
Ecco perché riaffermiamo: O l'astensionismo anticapitalista per il socialismo. O il voto ai partiti al servizio del regime capitalista neofascista.


31 agosto 2022