Decisione dell'Assemblea permanente e del Collettivo di fabbrica GKN di Campi Bisenzio (Firenze)
Creare una fabbrica pubblica all'ex GKN

 
Dichiarazione dell'assemblea permanente e del Collettivo di fabbrica. Siamo alla seminalizzazione di fatto.
Noi siamo arrivati fin qui. E qui dobbiamo essere un “noi”.
Ci dichiariamo fabbrica pubblica, socialmente integrata, difesa dal territorio, a disposizione del territorio. Lo stabilimento è agibile a chiunque sia realmente interessato alla sua ripartenza. Tutte e tutti dentro, tutte e tutti a testuggine, perché Gkn vivrà come esperimento sociale collettivo o non vivrà affatto. Ci dichiariamo pienamente consapevoli e responsabili del destino della nostra comunità che è enorme, allargata, inclusiva.
Chi ha parlato di “un altro passo avanti” relativamente all’ultimo Mise non si sa con che coraggio pronunci tali parole. Non è stato presentato il piano industriale, ma un modulo per accedere a finanziamenti pubblici. Non c’è ancora un accordo di sviluppo, ma una richiesta tutta da verificare. Siamo ancora dentro il gioco dei rinvii.
L’unico passo in avanti è che la storiella è finita. Ancora una volta si è provato a diluire la semplice verità nel bla, bla nocivo. La credibilità è finita, le mille storie anche. Sono durate anche troppo.
Il piano di Qf come minimo ad oggi è insufficiente: una fabbrica contoterzista di 340 dipendenti nel 2026. Il che equivale a un saldo negativo di 80 unità rispetto ai 420 iniziali: 80 licenziamenti silenziosi. E equivale anche a una violazione dell’accordo quadro dove era stabilito un saldo occupazionale minimo di 370 dipendenti.
E soprattutto potrà essere realizzato solo con fondi pubblici. Qualsiasi cosa sia Qf, essa vive solo con i fondi pubblici. E di per sé non bastano.
Qf non ha oggi alcuna capacità industriale. Non possiede volumi produttivi, marchi, brevetti. La fabbrica è sospesa in aria. Il bilancio 2021 non è ancora stato depositato. La controllante di Qf è la Plar. La Plar, nata nel settembre del 2021, con 60.000 euro di capitale sociale e 625 euro di risultato di utile di esercizio nel 2021, dichiara tra i “Principali rischi”: “il principale rischio a cui è sottoposta la società attiene al mancato raggiungimento di un accordo per l’ingresso di un partner industriale nella Qf…”.
Per 8 mesi, Borgomeo ha fatto da tappo ad ogni reale e sostanziale chiarezza e trasparenza: chiarezza verso gli accordi raggiunti con Gkn, verso i presunti investitori ecc. ecc. Ora che siamo arrivati all’orlo del baratro, presenta il conto al pubblico.
Indicativamente su 50 milioni di euro di investimenti prospettati da Qf (che all’inizio erano 100 poi diventarono 82 e ora 50), 35 mln sarebbero pubblici sotto varie forme. Pubblica poi è la cassa integrazione che per quasi 6 anni dovrà sostenere lo stabilimento nelle varie fasi. Pubblici i corsi di formazione, pubblici magari gli sgravi fiscali per le opere civili.
Siamo quindi ai licenziamenti per logoramento, alla delocalizzazione dolce e alla socializzazione dei costi della fuga di Gkn e dell’azione successiva di Qf.
L’entrata di Invitalia nel capitale dell’azienda è quanto avevamo proposto per avviare il piano pubblico di mobilità sostenibile sin da dicembre 2021. Il vuoto della politica è stato funzionale invece a Borgomeo. E Borgomeo è stato funzionale al vuoto della politica. Tra i due ci può essere litigio e antipatia. Ma c’è reciproca funzionalità.
Abbiamo perso 8 mesi e siamo tornati al punto di partenza: di fatto si nazionalizza una fabbrica di semiassi e non si prende in considerazione la possibilità di costituire un interesse pubblico come il polo pubblico della mobilità sostenibile, partendo tra l’altro proprio dalle partecipazioni di Invitalia.
Per questo l’Assemblea Permanente e il Collettivo di Fabbrica concordano e dichiarano:
1. Contesto attuale dopo 9 mesi di qf
A) L’attuale proprietà presentando l’accordo di sviluppo ha ufficializzato la propria inconsistenza. Ha perso il diritto unico alla proposta e a dettare condizioni. Si convochi, si faccia vivere, si renda centrale e in seduta costante il comitato di proposta e di verifica.
B) A fondi pubblici deve corrispondere controllo pubblico, pubblica utilità e struttura societaria differente: l’eventuale concessione di fondi pubblici a Qf deve coincidere con un cambio della struttura societaria anche pubblica. Si devono stabilire le forme attraverso cui l’assemblea permanente, i lavoratori che vivono la fabbrica, siano parte del processo decisionale e a guardia della trasparenza.
Per questo l’Assemblea Permanente e il Collettivo di Fabbrica danno mandato alla RSU e al Comitato Organizzativo di:
2. Proposte da sviluppare a sostegno della reindustrializzazione
A) Verificare tutte le possibilità di costituirsi in soggettività giuridica attraverso forme di cooperativismo e azionariato popolare, ai fini di accedere completamente alla struttura societaria. Non possiamo attendere passivi il piano A. Dobbiamo mettere in campo subito il piano B
B) Iniziare il processo di riorganizzazione di tutto il presidio e di tutte le competenze solidali. Abbiamo bisogno di un comitato tecnico scientifico, di un team contabile, di un team legale. Tutte le competenze solidali convergano in fabbrica per insorgere. Iniziamo la discussione per la costruzione di una società di mutuo soccorso operaio.
C) Gli spazi della fabbrica saranno messi immediatamente a disposizione di ogni realtà pubblica, di ogni competenza solidale che voglia e possa contribuire alla sua ripartenza. E saranno naturalmente a disposizione delle esigenze e delle proposte del territorio, a partire naturalmente dalle famiglie Gkn.
D) Dichiarare aperto, al centro dell’officina, il tavolo permanente per il recupero, la ripartenza e la reindustrializzazione della fabbrica.
E) Redigere un appello per domenica 9 ottobre, per una grande giornata della fabbrica socialmente integrata, e per una assemblea nazionale delle aziende recuperate, delle reindustrializzazioni, per il polo pubblico della mobilità sostenibile.
Azioni di Lotta e di mobilitazione a sostegno dei punti 1 e 2:
Confermare ed ampliare tutte le date di lotta a cominciare da l’Insorgiamo tour e tutte le attività di convergenza culturale, la partecipazione al global strike del 23 settembre, l’importanza fondamentale delle manifestazioni di Bologna del 22 ottobre e di Napoli di novembre. Indire due giornate campali in fabbrica: mercoledì 21 settembre e domenica 9 ottobre, azioni di volantinaggio, azioni di interventi pubblici in campagna elettorale.
Ci siamo sempre chiesti se saremmo stati cronaca o storia. In questi 8 mesi, tutto è stato tentato per ridurci a cronachetta. La fase iniziale è stata quella dell’esplosione: della lotta contro i licenziamenti. Poi è arrivata la fase del logoramento, della resistenza. Ma siamo ancora qua e siamo in piedi.
Ora arriva la fase della costruzione, del salto di qualità, dello spiccare il volo.
Il cavaliere bianco non c’è. Non c’è mai stato. Qua saremo un “noi” o non saremo affatto. Come si diceva un tempo: i sudditi si credono sudditi perché hanno un re. Non sanno che lui è re perché i sudditi si credono sudditi.
08.09.2022
#insorgiamo

21 settembre 2022