Lettere

La cinematografia occidentale, finanziata con soldi pubblici, scredita Mao e rivaluta il nazismo
Mi sono trovato a guardare il film “Cose da pazzi” con l'attore napoletano Vincenzo Salemme. Trattasi di un film del 2005 realizzato sulla base di una commedia avente come protagonista lo stesso Salemme, ma che presentava una variante. Nella versione originale teatrale, il protagonista, interpretato dall'attore partenopeo, avanza un'insolita domanda di pensionamento sulla base di un disagio sociale patito a seguito della caduta del comunismo. Nella trasposizione cinematografica, invece, il protagonista, all'esposizione dei motivo del disagio, aggiunge di essere stato ingannato dal sogno comunista perché in Cina i bambini sarebbero stati condannati a morte per aver rubato un pugno di riso.
La storpiatura, diretta a screditare il governo di Mao (come tipicamente accade nella cinematografia occidentalista) è piuttosto evidente: un lavoratore sarebbe disabile, e per giunta chiederebbe una pensione d'invalidità a uno Stato (per giunta anticomunista, come quello italiano), perché non potrebbe essere più comunista.
Palese è anche l'intento di bilanciare la portata ideologica rispetto all'opera teatrale, in modo che le Case di produzione, col pretesto di ingraziarsi la parte di elettorato anticomunista, non finiscano nelle critiche della stampa lacchè. Tuttavia, emerge lapalissiano il tentativo di screditamento della figura di Mao, indiscusso protagonista del comunismo cinese, quindi del progresso orientale. Screditamento che viene fatto addebitando alla sua figura crimini commessi in epoca antecedente, e da regimi repressivi anticomunisti, peraltro, ma ascritti a una figura comunista per infangarne l'operato, come fu attuato dal “centro-destra” alle elezioni del 2006, tramite lo slogan secondo il quale, in Cina i comunisti mangiavano i bambini.
Del resto, quella dei bambini fucilati per un pugno di riso, è una ricostruzione di una storia vera di un bambino realmente fucilato per avere rubato un pezzo di cioccolato dalla tasca di un soldato nazista. Una storia vera, tragica, che viene strumentalizzata senza la minima sensibilità per le atrocità che il regime nazista ha attuato, ma che anzi dalle quali si cerca di deviare l'attenzione, attribuendole alla corrente comunista.
La cinematografia occidentale, finanziata con soldi pubblici, sta in questo modo rivalutando il regime più repressivo del Novecento.
Mimmo - città metropolitana di Napoli

21 settembre 2022