Nel bresciano
Presidio davanti all’aeroporto militare di Ghedi, base Nato e deposito di bombe atomiche Usa: “Fuori dalla Nato”
Contro ogni partecipazione dell’Italia alle guerre in corso, per il taglio delle spese militari e l’aumento di quelle per lavoro, sanità e istruzione pubblica e per la riconversione energetica su fonti rinnovabili. Il PMLI, assieme a Unità popolare, aderisce alla manifestazione

Dal corrispondente della Lombardia
Nel pomeriggio di sabato 17 settembre si è tenuto davanti alla base militare di Ghedi (Brescia) il presidio “Fuori dalla Nato” per protestare contro la partecipazione dell’Italia a tutte le guerre in corso e per il taglio delle onerose spese militari per far fronte alla crisi economica e ambientale e al carovita. Il presidio è stato promosso dalla Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito (ANVUI), dal Centro Sociale 28 Maggio di Rovato (Brescia), dal comitato “Donne e uomini contro la guerra” di Brescia e dal Centro di documentazione “Abbasso la guerra”.
In occasione del presidio le parlamentari Simona Suriano e Yana Ehm hanno fatto un’ispezione dentro la base così come richiesto dai comitati e dalla popolazione preoccupati per la loro sicurezza e per quella dei lavoratori della base, alle quali non è stata data soddisfacente risposta in merito alle ingenti spese militari alla sicurezza ambientale per il mantenimento, stoccaggio e deposito di armi nucleari Usa (40 bombe atomiche all’idrogeno B-61) e in merito alle altrettanto onerose spese di mantenimento dei cacciabombardieri Tornado IDS nonché degli F-35A del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana per i quali Ghedi è una strategica base Nato assieme a quella di Aviano. Le autorità militari italiane hanno inoltre minimizzato sulla presenza militare statunitense e hanno ammesso l’esistenza di un “Documento di valutazione del rischio” in caso di attacco della base in un contesto di guerra al quale è stato negato l’accesso trattandosi, a loro dire, non di un documento segreto ma “sensibile”.
Il presidio, al quale hanno aderito tutti i partiti aderenti all’Unità Popolare tra i quali il PMLI, ha rivendicato - oltre la smilitarizzazione e denuclearizzazione dell’aeroporto di Ghedi - il ritiro di tutte le missioni militari italiane all’estero e l’uscita dell’Italia dalla Nato con la conseguenziale chiusura di tutte le basi Usa e Nato nel nostro Paese dal quale vanno espulsi tutti i contingenti militari Usa; il divieto al governo italiano di inviare armi a Paesi in guerra e l’abolizione della legge che aumenta al 2% del Pil le spese militari dello Stato; per investimenti massicci in sanità, scuola e università (pubbliche, gratuite e universali), in servizi pubblici efficienti e nelle opere di prevenzione dei disastri idrogeologici; per un piano di investimenti per le energie rinnovabili (per non dipendere dalle forniture di energia di altri Paesi) con centrali e impianti idroelettrici, geotermici, mareomotrici, eolici e fotovoltaici pubblici.
Concordando con queste rivendicazioni il PMLI ribadisce che occorre contrastare l'imperialismo dell'Ovest senza per questo appoggiare quello dell’Est contro il quale invece bisogna fermamente opporsi combattendo innanzitutto fino in fondo l'imperialismo invasore e aggressore del nuovo zar Putin rivendicando l'isolamento politico, diplomatico, economico e commerciale della Federazione Russa finché non ritirerà le sue truppe dall'Ucraina. Appoggiamo perciò la controffensiva della Resistenza ucraina per un'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale, ma nel contempo continuiamo a chiedere che l'Italia esca dalla Nato e dall'Ue. E se l'imperialismo italiano intendesse partecipare a una guerra mondiale tra le superpotenze, il nostro popolo dovrebbe insorgere per impedirglielo.

21 settembre 2022