Sciopero globale per il clima
80 mila manifestanti in 70 piazze italiane e cortei in 540 città in tutto il mondo
Per la giustizia climatica, la pace, il lavoro, i salari e i diritti sociali e ambientali
Ad Ancona i manifestanti lanciano il fango dell'alluvione contro la Regione Marche

Dopo i due anni di sospensione a causa della pandemia, il 23 settembre si è svolto il terzo sciopero globale per il clima indetto da Fridays For Future (FFF) in oltre 540 città in tutto il mondo con al centro la parola d'ordine: “People non profit”, le persone e non il profitto.
In Italia almeno 80 mila manifestanti sono scesi in piazza in oltre 70 città dal Nord al Sud per la giustizia climatica, la pace, il lavoro, i salari e i diritti sociali e ambientali.
In piazza gli studenti medi hanno portato anche tutta la rabbia contro le morti dei loro coetanei assassinati o infortunati durante gli stage di alternanza scuola-lavoro chiedendone l'immediata abolizione.
A Roma oltre 30mila manifestanti in gran parte giovanissimi studenti e attivisti del FFF si sono concentrati in Piazza Della Repubblica e sono sfilati in corteo dietro un grande striscione con su scritto: "Chiedete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. Continuiamo la nostra lotta". Un monito rivolto significativamente alla vigilia delle elezioni politiche a tutti i partiti e i candidati in lizza che finora non solo non hanno mosso un dito per risolvere la crisi climatica, ma addirittura cercano di spacciare il ritorno al carbone e al nucleare “pulito” come la “vera transizione ecologica”.
“Nella campagna elettorale non abbiamo assistito a una vera discussione pubblica su queste tematiche - spiega un attivista di FFF studente di statistica lungo il corteo romano - Noi crediamo invece nell’importanza della partecipazione generale e attiva nel processo verso la transizione ecologica. Senza consultazione e adesione delle comunità sui territori questa non potrà essere realizzata”. Per questo, ha aggiunto uno dei portavoce nazionali di FFF Italia: “Non sosterremo nessun partito, perché nonostante le differenze tra i diversi programmi nessuno difende le rivendicazioni che abbiamo portato oggi in piazza”.
“L'obiettivo degli scioperi del Global Climate Strike – ha precisato invece un attivista dei collettivi studeneschi romani - è riportare la crisi climatica al centro dell'attenzione pubblica. Chiediamo un impegno più serio nei confronti del cambiamento climatico: trasporto pubblico ecologico per tutti, abbassare i prezzi dei treni ad alta velocità e azzerarli per le tratte regionali, investire nelle rinnovabili e abbandonare definitivamente il fossile”.
Lungo il percorso i manifestanti hanno intonato a più riprese “Bella ciao” e scandito slogan inerenti non solo la crisi clamatica e ambientale ma anche la politica, il lavoro, la giustizia sociale, il trasporto pubblico, il carovita e la scuola fra cui: "Siamo tutti antifascisti", "distruggi il capitalismo, non il pianeta", "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città", "Crisi climatica e sfruttamento sono i giovani a pagare", "Di scuola e lavoro non si può morire". Intervallati dalla canzoncina: "Come mai, come mai, i soldi per il clima non ci sono mai".
Molti manifestanti hanno esposto anche tanti cartelli e striscioni colorati, ironici e dissacranti composti con giochi di parole e illustrazioni satiriche come ad esempio il disegno di un autobus che va a fuoco e la didascalia: "Atac Roma is on fire" riferito alla disastrosa situazione del trasporto pubblico nella Capitale; oppure la scritta "Agenda Draghi" sbarrata e corretta con “Agenda Climatica” e ancora "Più pinguini, meno Salvini", "Ci scioglieremo come le boy band", "Il Pianeta è nostro levatevi di dosso".
Al corteo romano ha preso parte anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha aderito allo sciopero all'ultimo tuffo perché: “Siamo già in ritardo, occorre cambiare il modello di sviluppo”.
Molto partecipato anche il corteo di Milano che ha visto sfilare oltre 10mila manifestanti da Largo Cairoli fin sotto le finestre della Regione Lombardia.
In piazza Velasca, nei pressi della sede di Assolombarda, il corteo ha dato vita a un flash mob contro l'alternanza scuola-lavoro. Tutti i manifestanti si seduti a terra, a gambe incrociate, per osservare un minuto di silenzio in memoria degli studenti che hanno perso la vita nel corso dell'alternanza scuola-lavoro nel corso del 2022: Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli, e Giuliano De Seta, l'ultimo morto il 16 settembre scorso in provincia di Venezia. Gli studenti medi hanno alzato cartelli rossi con scritte bianche: "Giuliano, Lorenzo, Giuseppe. Per ogni vittima. Contro il sistema colpevole". Concluso il minuto di raccoglimento uno studente ha denunciato al megafono: "Sono stati uccisi dall'alternanza scuola lavoro e da Confindustria, che mettono a rischio le nostre vite, il nostro pianeta e la nostra formazione: un sistema per cui i profitti sono più importanti delle nostre vite".
Bersagliato dagli slogan anche il sindaco piddino Beppe Sala che ha “consigliato” ai manifestanti di andare a “votare così poi potrete lamentarvi”. Lapidaria la risposta delle attiviste e degli attivisti milanesi che hanno “ringraziato” per il consiglio ricevuto e ricambiato il favore consigliando a lro volta a Sala di tornare a lavorare e di rispondere coi fatti a quello che ti chiediamo.
“Siamo stati ignorati dalla politica, queste elezioni sono una sconfitta per le migliaia di giovani che sono scesi in piazza in questi anni per il clima e la giustizia sociale - ha scandito sotto al palazzo della Regione Lombardia uno dei portavoce dei FFF Milano alla fine del corteo - Tra la destra negazionista e l’alternativa cosiddetta progressista che riaccende il carbone, non scegliamo nessuno”.
Altri 10mila manifestanti si sono concentrati in Piazza Dello Statuto a Torino e sono sfilati in corteo dietro a un grande striscione con su scritto “Difendiamo il nostro futuro, basta stragi" dedicato a tutti i lavoratori assassinati dai padroni nei luoghi di lavoro e in particolare ai tre studenti morti durante l'alternanza scuola-lavoro. Presenti anche gli attivisti di Extinction Rebellion Italia e i No Tav della Valsusa.
Oggi "Abbiamo dimostrato di avere dei contenuti, una soluzione esiste e la stiamo costruendo insieme, a partire da questo corteo ", hanno commentato soddisfatti alcuni attivisti di FFF Torino a fine manifestazione invitando tutti a partecipare alla prossima assemblea pubblica mercoledì 28 settembre.
Anche a Napoli gli oltre 5mila manifestanti hanno urlato slogan e cori contro l'alternanza scuola-lavoro sotto la sede di Confindustria e contro l'aspirante duce Meloni presente a Bagnoli per il comizio di chiusura della campagna elettorale e “caldamente” invitata dai manifestanti ad andare "Via dalla nostra città".
Il corteo è partito da Piazza Garibaldi con alla testa lo striscione "Rivoluzione ecologica ora" e si è diretto verso il porto. Gli attivisti di Fridays For Future Campania hanno denunciato fra l'altro che stanno monitorando anche il ciclo dei rifiuti.
Al termine del corteo, al grido di "Fuori le grandi navi dalle città" i manifestanti con alla testa gli attivisti del No Grandi Navi Napoli hanno occupato simbolicamente per alcuni minuti l'area portuale.
A Campobasso è stata diffusa una nota congiunta del Coordinamento delle sinistre di opposizione del Molise (PCI, PCL, PMLI) di sostegno allo sciopero (si veda articolo a parte).
Ad Ancona gli studenti hanno ricordato i loro coetanei morti durante lo stage nell'ambito dei PCTO ex alternanza scuola lavoro con dei cartelli: “Non si può morire a 18 anni lavorando gratis; sono tutti responsabili della morte di Giuliano, Lorenzo, Giuseppe; No alla scuola di padroni e Confindustria”. In piazza i manifestanti hanno portato anche la rabbia per le 11 vittime causate dalla mancata allerta per il nubifragio del 15 settembre scorso. Davanti alla sede della Regione Marche gli studenti hanno lasciato dei sacchi pieni di fango per denunciare pubblicamente le gravi responsabilità dello Stato, del governo e delle amministrazioni locali affinché mettano al bando i combustibili fossili e gli inceneritori privilegiando il recupero, il riciclo e il riuso.
A Trieste al fianco degli studenti sono sfilati anche gli operai della Wärtsilä licenziati in tronco dalla multinazionale finlandese.
A Firenze (presenti alcuni partiti aderenti a UP fra i quali il PMLI, si veda articolo a parte) un corteo di oltre 3 mila manifestanti è partito da Piazza Santissima Annunziata. Alla manifestazione hanno preso parte anche alcune delegazioni di lavoratori in lotta contro i licenziamenti con alla testa gli operai della ex GKN di Campi Bisenzio.
Altri cortei molto partecipati si sono svolti a Brescia (circa 4-5mila manifestanti); Padova 3mila; Voghera (dove due studentesse 17enni sedute con cartelli di protesta per il clima portate in Questura e denunciate), Bolzano , Gorizia e Catania oltre un migliaio e in decine di altre città fra cui Piacenza , Pavia , Lucca , Cagliari , Pistoia , Teramo , Perugia , Forlì , Udine , Pesaro , Bar i, Venezia , Bologna , Palermo , Genova e Mantova .

28 settembre 2022