Lettere

Impugnare l’arma dell’astensionismo militante a livello elettorale
Oggi sono sotto gli occhi di tutti quelli che “vogliono” vedere le estreme conseguenze di un percorso che ha subito un’accelerazione a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, profeticamente descritto da Lenin nel celebre saggio “Imperialismo, fase suprema del capitalismo” (1916):
1 - fascistizzazione della vita economica che, attraverso il dominio a livello globale di monopoli industriali e finanziari, sottomette ai suoi imperativi la politica e l’economia degli Stati nazionali;
2 - sistema di interessi sovranazionali gestito in modo capillare da mostri statali (siano essi rappresentanti dell’imperialismo occidentale con gli Usa al centro e la Ue servile ancella, come di quello orientale, con il polo socialimperialista cinese e quello neozarista russo), militari (Onu da un lato e corrispondenti organismi dall’altro lato) ed economici (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, ecc.);
3 - guerre imperialiste, espansionistiche, per spartizioni monopolistiche attraverso riassetti geopolitici, con scie di morti e distruzioni di popoli innocenti.
E si potrebbe continuare a lungo.
In una situazione del genere pensare che i destini di questa o di quella nazione possano essere affidati a governi guidati da persone elette attraverso “libere” elezioni, frutto di scelte “libere” del popolo è quanto meno risibile. Nell’articolo 48 della Costituzione borghese Italiana è scritto che il voto deve essere “personale e uguale, libero e segreto”. È davvero così? Negli ultimi anni il parlamento è stato sempre più svuotato delle sue prerogative costituzionali. Emblematico e istruttivo è stato l’ultimo governo, quello cosiddetto dei migliori, quello della grande ammucchiata, con la finta opposizione, presieduto dall’uomo delle banche e dei mercati. Questo manipolo di parassiti, politicanti, incapaci e mediocri, la cui unica aspirazione è quella di posare nuovamente i loro sporchi deretani sugli alti scranni parlamentari, nell’ultimo mese ha messo in scena una campagna elettorale penosa, fingendo di litigare, imbonendo i loro rispettivi elettorati, premurandosi però tutti , un giorno sì e l’altro pure, di rassicurare i padroni di Bruxelles. A far da contorno a tutto ciò un'informazione asservita e prona al potere che bombarda quotidianamente il popolo, distraendolo ad arte dai veri problemi.
In questo momento l’unica arma da impugnare è l’astensionismo militante per un’Italia unita, rossa e socialista.
Carlo Cafiero - Napoli

5 ottobre 2022