Organizzati dalla Rete Studenti
Studenti in piazza a Milano contro l'alternanza scuola-lavoro e il governo della ducessa Meloni
Apprezzata la linea astensionista e antimperialista del PMLI presente al corteo

Redazione di Milano
Venerdì 7 ottobre è iniziato a Milano l'autunno caldo studentesco con una combattiva manifestazione contro l'alternanza scuola-lavoro e il prossimo governo della ducessa Meloni. A organizzarla è la Rete Studenti Milano che in una nota denuncia che le politiche governative degli ultimi trent'anni “hanno fatto sì che la scuola diventasse non più un luogo di formazione della persona e di confronto volto a sviluppare un proprio pensiero critico. La scuola di oggi ci insegna lo sfruttamento, la precarietà, la sottomissione. Ormai è innegabile che la mentalità capitalista sia fortemente intrisa nel sistema scolastico, volto a formare dei futuri sfruttati e sfruttatori attraverso l'alternanza scuola-lavoro"; "Vogliamo - hanno concluso gli studenti - una scuola sicura e libera da dinamiche di sfruttamento, una scuola e società antifascista e anticapitalista e l'abolizione dell'alternanza".
Già dalla prima mattinata erano comparsi striscioni all'ingresso di diversi istituti milanesi tra cui Agnesi, Tenca, Tito Livio e Varalli, dietro i quali si sono radunate le folte delegazioni degli studenti che hanno poi raggiunto il luogo dell'appuntamento in Largo Cairoli, di fronte al Castello Sforzesco, da dove è partito il corteo con alla testa un rosso striscione con la scritta: “L'Italia non è un Paese per giovani”.
Negli interventi al megafono “volante” gli studenti hanno più volte ribadito le motivazioni della protesta: “siamo scesi in piazza per dire no al governo neofascista di Fratelli d'Italia e di Giorgia Meloni, per dire no alle istituzioni politiche che non pensano agli studenti, e per dire no all'alternanza scuola-lavoro". A esprimere al meglio questo forte sentimento antifascista era il cartello del PMLI raffigurante la ducessa Meloni in orbace e con la scritta: “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni. Per il socialismo e il potere politico al proletariato” tenuto ben alto dai marxisti-leninisti milanesi e ben accolto dalle studentesse e dagli studenti presenti molti dei quali non hanno mancato di fotografarlo e filmarlo coi cellulari per poi pubblicarlo con entusiasmo sui social-network.
I militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI (unico partito politico presente), che oltre al suddetto cartello portavano la rossa bandiera del Partito, hanno anche diffuso copie del volantino riportante l'Editoriale de "Il Bolscevico" sui risultati elettorali. Sull'argomento alcuni manifestanti si sono intrattenuti coi nostri compagni, in maggioranza erano d'accordo sulla posizione astensionista. Una studentessa ha chiesto se la nostra posizione astensionista non fosse in contraddizione con quanto scritto da Lenin nella sua opera “L'estremismo malattia infantile del comunismo”; le sono state spiegate quali sono le condizioni concrete e storiche per l'utilizzo tattico dell'elettoralismo e dell'astensionismo, quest'ultimo necessario quando il parlamento borghese, come oggi dimostra il crescente astensionismo spontaneo, perde sempre più credibilità tra le larghe masse lavoratrici e popolari, così da perdere, al contempo, ogni utilità tattica del suo utilizzo quale tribuna del Partito rivoluzionario del proletariato.
Agli studenti che hanno chiesto di voler conoscere più approfonditamente la linea del PMLI sulla guerra in Ucraina e più in generale sull'imperialismo è stato dato uno specifico volantino che invita a leggere il Discorso del compagno Erne Guidi all'ultima Commemorazione di Mao, svoltasi a Firenze lo scorso 11 settembre, e riportante i recapiti Internet per poterlo reperire dal Sito ufficiale del PMLI anche scaricando il numero speciale de “Il Bolscevico” n. 33.
Lungo il percorso del corteo, terminato in Piazza Fontana, i giovani si sono seduti a terra e hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare gli studenti rimasti uccisi durante le ore di alternanza, tra cui Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli e Giuliano De Seta, l'ultimo morto in provincia di Venezia. Sulle felpe di molti si legge: “Abbiamo iniziato per non fermarci”.
Prendendo esempio dalle studentesse e dagli studenti del Manzoni (un modello per aver occupato immediatamente lo storico liceo classico milanese), i manifestanti hanno espresso forte la volontà di lotta di occupare le proprie scuole per discutere e confrontarsi sulla situazione in cui versano le loro vite e il loro futuro: la condizione disastrosa in cui si trova l'istruzione pubblica abbandonata alla mercé degli interessi capitalistici privati; crisi e disastri climatici; lavoro precario, sfruttato e mortale; guerre imperialiste nelle quali si minaccia l'utilizzo dell'atomica e col serio rischio che degenerino in una guerra mondiale. La montante mobilitazione studentesca risponde inoltre alla forte necessità di prepararsi ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva dove l'oppressivo, antipopolare e antistudentesco regime capitalista neofascista di stampo piduista della seconda repubblica troverà il suo completamento politico e il suo volto più apertamente fascista col nero governo Meloni.

12 ottobre 2022