Calano gli occupati, aumentano gli inattivi

 
Dati preoccupanti in riferimento all'estate appena conclusa sul fronte occupazionale.
Nonostante il turismo estivo, la crisi economica e commerciale e l'inflazione alle stelle, determinate in gran parte dall'aggressione nazista del nuovo Zar Putin all'Ucraina, già nel mese di luglio scorso hanno fatto segnare la perdita di ben 22 mila posti di lavoro rispetto al mese di giugno (dati Istat).
Cosa ancora più agghiacciante, che conferma la subalternità della donna rispetto all'uomo tipica del capitalismo, è che i posti di lavoro perduti sono stati quasi tutti a scapito delle donne: a luglio hanno lavorato 33mila donne in meno, gli uomini al lavoro sono invece stati 11mila in più.
Fra l'altro il calo deriva da una riduzione di 24mila unità tra i lavoratori a tempo indeterminato e 11 mila tra gli autonomi, sono cresciuti solo i precari, ma intanto non abbastanza per invertire la tendenza e soprattutto ricordiamo che per noi il precariato, una delle piaghe più infami dell'infernale ''mercato del lavoro'' capitalistico, va abolito completamente e in ogni settore lavorativo, nel quadro della lotta per noi prioritaria e irrinunciabile per il lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti.
Nel mese di agosto il dato è ulteriormente peggiorato, gli occupati sono diminuiti di ben 74mila rispetto al mese precedente e stavolta il fenomeno ha riguardato sia gli uomini sia le donne. Contemporaneamente si è registrato un preoccupante aumento degli inattivi: +91mila, con la riduzione di ben 31mila unità del numero delle persone in cerca di occupazione. Questo ha prodotto l'apparente contraddizione tra la diminuzione del tasso di disoccupazione, calato di 0,1 punti al 7,8%, mentre quello di occupazione scendeva al 60% (-0,2%).
Ad agosto gli occupati complessivi sono stati 23 milioni 79mila. I lavoratori dipendenti nel complesso sono diminuiti di 117mila unità, con un calo di 95mila per quelli a tempo indeterminato, mentre i dipendenti a termine (cioè i precari) di 22mila unità rispetto a luglio e aumentano di 195mila unità rispetto ad agosto 2021 arrivando alla spaventosa quota complessiva di 3,1 milioni.
Balzo invece per l’occupazione indipendente: gli autonomi sono aumentati di 42mila unità su luglio riportando il totale sopra quota cinque milioni (5 milioni 37mila) e di 144mila su agosto 2021. Si registra quindi un +0,8% per gli occupati indipendenti a fronte di un -0,3% complessivo e di un -0,6% per l’insieme dei dipendenti. Va specificato però che l'occupazione degli ''indipendenti'' spesso è tale solo per inquadramento contrattuale e fiscale, si veda l'odioso fenomeno dell'apertura coattiva della partita Iva, non sono quindi tutti ''professionisti'' gli occupati indipendenti, ma spesso sono dei finti dipendenti con garanzie in meno e magari ore di lavoro da effettuare in più.
Su base annua si registra un aumento dell’occupazione di 406mila unità che però non riguarda la fascia d'età 35-49enni tra i quali gli occupati diminuiscono, come diminuiscono il numero di persone in cerca di lavoro (-14,1%, pari a -319mila unità) gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, pari a -344mila). Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni sale di 2,3 punti su base annua a quota 20,3%. Il tasso di disoccupazione in questa fascia di età scende al 21,2% con un calo di 1,9 punti su luglio e una riduzione di 6,3 punti su agosto 2021, ma anche in questo caso a prezzo di precarietà e va tenuto presente che con uno scenario di iperinflazione così alto è chiaro come il sole che lo stipendio e il salario percepiti nell'agosto 2021 non hanno lo stesso potere di acquisto di quelli erogati nell'ottobre 2022.
Lo ammette anche la Fondazione Di Vittorio il dato dell'aumento dei precari con un articolo di Fulvio Mammoni: ''Su base annuale (agosto 2021-agosto 2022) i lavoratori a termine sono aumentati di ben +195mila, circa il 75% dell’aumento dei lavoratori dipendenti. Dati molto preoccupanti, che iniziano a risentire del rallentamento produttivo in atto, dati ancor più allarmanti perché il numero totale è composto prevalentemente da precari; come è noto con la fine dell’anno molti di questi contratti a termine scadranno e nelle crisi precedenti sono state le prime persone, utilizzando un aberrante meccanismo “usa e getta”, lasciate a casa.''
Per noi marxisti-leninisti poi sono briciole gli stanziamenti per ridurre l'inflazione o il caro bollette e vengono da parte di uno Stato totalmente al servizio dei monopoli italiani, che quindi scarica il costo delle crisi economiche e commerciali determinate anche dalla guerre imperialiste, sulle masse stesse, mentre dirotta gran parte dei denari pubblici nelle spese militari, nel quadro della difesa e consolidamento all'estero degli interessi degli stessi monopoli, attraverso l'interventismo imperialista, che potrebbe portare in una nuova guerra mondiale il nostro Paese e ci porterebbe ad invitare il nostro ad insorgere per evitarlo.
Occorre quindi lottare con forza per la vera e piena occupazione, purtroppo molto lontana da questi dati e per strappare migliori condizioni di vita per quanto possibile per le masse vigente il capitalismo, tenendo nel mirino gli imperialismi dell'est e dell'ovest, nemici principali dell'intera umanità e in Italia lottando contro il governo neofascista Meloni, servo dell'imperialismo dell'ovest.
La lotta, per noi prioritaria, per il lavoro, va inquadrata nel disegno della conquista del potere politico da parte del proletariato e del socialismo, che è poi la madre di tutte le questioni, cominciando con l'erogare, come chiediamo dall'inizio della pandemia, il Reddito di Emergenza di 1200 euro al mese per tutti i disoccupati e i senza reddito, migranti inclusi.

12 ottobre 2022