Anche a Bologna
Nasce il movimento contro il caro-bollette: “Noi non paghiamo”

Dal corrispondente dell’Emilia-Romagna
Anche a Bologna e in Emilia-Romagna, così come nel resto del Paese ma non solo, anche in molti altri Paesi, sta nascendo il movimento che protesta contro il carovita e in particolare contro le bollette esorbitanti che già dalla fine dell’inverno scorso sono cominciate ad arrivare ma che ora, col freddo alle porte, rischia davvero di mettere in ginocchio tantissime famiglie, lavoratori, pensionati, anche piccoli commercianti, per non parlare dei disoccupati che la luce e il riscaldamento li devono pur accendere.
Una prima iniziativa di “Noi non paghiamo” è stato il 1° ottobre con il presidio davanti all’Eni Store di via Ugo Bassi e il rogo delle bollette di luce e gas, quelle cioè che hanno subito dei rincari spropositati. I manifestanti si sono poi spostati in corteo distribuendo volantini.
L’8 ottobre si è poi tenuta nel quartiere Bolognina un’iniziativa per organizzare “assemblee, banchetti e presidi di lotta” in vista del 30 novembre, data entro la quale dovrebbero arrivare gli aiuti richiesti, in caso contrario il movimento promette dura battaglia. I partecipanti si sono poi spostati in corteo verso un palazzo della zona in sciopero delle bollette.
A Bologna si è mobilitata anche l’Usb il 3 ottobre nell’ambito della Giornata internazionale di lotta contro il carovita indetta dalla Federazione Sindacale Mondiale, con un presidio davanti alla sede Hera di viale Pichat con il rogo delle bollette: “È ora di dire basta con il carovita e la speculazione, non paghiamo le loro crisi e le loro guerre”, “Siamo qui, lavoratori, precari, studenti per dire una sola cosa: non sono queste le bollette che possiamo pagare: bollette da 300, 400, 500 euro che non ci possiamo permettere, quando facciamo fatica ad arrivare alla fine del mese”, chiedendo che che venga tassato “il 90% degli extra profitti” alle imprese fornitrici di energia e gas.
Per “rispondere” alle bollette affisse in vetrina dai commercianti, l’Sgb (Sindacato Generale di Base) ha allestito una “Vetrina delle buste paga (di merda)” dove lavoratrici e lavoratori hanno affisso le loro buste paga da appena 1.000 euro, a tempo pieno, tredicesima inclusa, anche in impieghi pubblici, stipendi con i quali era già difficile prima pagare le bollette, e ora diventa praticamente impossibile.
Anche a Modena vi è stata una mobilitazione contro i super rincari dove le bollette sono state “affettate” come fossero salumi.
La protesta sta quindi montando e si sta diffondendo, e non potrà che farlo sempre di più con l’inverno vicino e con l’insediamento del governo neofascista Meloni contro il quale occorre costruire una grande unità di lotta.

19 ottobre 2022