Napoli
Condannata la ditta edile della famiglia Di Maio per aver costretto un operaio a lavorare in nero
Al lavoratore dovranno essere risarciti più di 15mila euro

Redazione di Napoli
A pochi giorni dalla disfatta alle elezioni politiche, che ha coinciso con il suo fallimento, la cancellazione dai social network e il silenzio totale, a Luigi Di Maio cade un’altra tegola che riguarda in particolare la ditta di famiglia.
La III Sezione della Corte di Appello di Napoli - presieduta dal giudice Piero Francesco De Pietro - ha condannato la “Ardima Costruzione” a risarcire un operaio che aveva fatto giustamente causa per aver lavorato a tempo pieno ma con un contratto part-time, e quindi costretto ad accettare per la restante parte dell'orario di lavorare in nero. In primo grado l’operaio aveva visto respinta la sua istanza; la Corte di Appello partenopea, specializzata in controversie di lavoro e previdenza, invece, ribaltava l’esito condannando la titolare della ditta, ossia la madre dell’ex ministro degli Esteri, Paolina Esposito, a pagare più di 15mila euro, di cui parte a titolo di trattamento di fine rapporto, oltre alle spese legali.
Duro il commento della sentenza nella parte motivazionale, al punto da definire il comportamento dei Di Maio “illegittimo, ingiusto, infondato ed inammissibile”. L’operaio, stando alla valutazione dei contratti, avrebbe dovuto lavorare solo 4 ore giornaliere, per un totale di venti settimanali; in realtà era in servizio per ben 10 ore al giorno dal lunedì al venerdì e gli erano concessi solo 30 minuti per consumare la colazione al sacco. La ditta dichiarava che la retribuzione era commisurata alle ore di lavoro con metà salario in busta paga e metà in contanti, ossia in “nero”.
A controllare che il lavoratore svolgesse bene le mansioni il geometra Antonio Di Maio, ex militante del MSI prima e di AN poi, nonché padre di Luigi; la ditta era di proprietà dell’ex ministro e della sorella, al di là della recente donazione alla madre. Da qualche tempo, però, proprio Luigi Di Maio aveva messo in liquidazione la ditta, anche dopo una vicenda di abusi edilizi contestati alla famiglia a Mariglianella, in provincia di Napoli, situazione sanata con l’ammissione degli “errori” commessi e il conseguente abbattimento dei manufatti abusivi.

19 ottobre 2022