Con Multiutility si privatizzano i servizi in Toscana
Il neopodestà fiorentino Nardella (PD) guida la cordata dei sindaci favorevoli. Appoggio anche del governatore regionale Giani
Occorre un fronte unito per fermare l'approvazione del progetto e indire un referendum abrogativo

Dal corrispondente della Toscana
Il 19 ottobre in piazza della Signoria, davanti a Palazzo Vecchio, in concomitanza con l'approvazione da parte del Consiglio comunale fiorentino si è svolta una manifestazione di protesta contro il progetto Multiutility.
Nella città del Giglio hanno votato a favore il PD guidato dal neopodestà Dario Nardella e il Gruppo Centro. Contrari Sinistra Progetto Comune, M5S e Lega. Quest'ultima però ha precisato che non è contraria al “progetto” bensì alla veloce tempistica di approvazione. Astenuta FdI che tuttavia a Pistoia, nella figura del suo neopodestà Alessandro Tomasi, vota a favore.
Nardella promotore e forte sostenitore del progetto insieme ai sindaci di Prato ed Empoli ha santificato l'approvazione dietro la falsa e strumentale propaganda di ridurre i costi delle bollette e garantire un servizio più efficiente definendolo un “traguardo storico” per convincere la popolazione di poter garantire un servizio pubblico e funzionante solo aprendo agli investimenti dei privati. Una vera e propria bugia!
Come hanno giustamente sostenuto i manifestanti contrari al progetto, con la Multiutility non solo si tradisce il risultato del referendum del 2011 per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico e di igiene ambientale ma si andrà anche verso il rincaro delle tariffe delle bollette. Le esperienze di questi tipi di holding già avviate in altre regioni, come l'Emilia-Romagna, hanno dimostrato che i comuni vengono snaturati della loro stessa funzione di controllo e decisione. Anche in Toscana il pubblico sarà estromesso e piegato a soddisfare le esigenze della finanza che dopo la quotazione avrà anche il potere di nominare gli organi di controllo senza neanche consultare i soci pubblici. Inoltre, vi potrebbe essere la possibilità che gli azionisti decidano di costruire nuovi inceneritori senza che i sindaci e i Consigli comunali si possano opporre.
Il “mostro” del progetto Multiutility nasce dalla volontà di 66 sindaci tra i territori dell'Empolese Valdelsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia che hanno lavorato alla creazione della holding per la gestione dei servizi pubblici. Un progetto che muove i suoi primi passi già nel 2020 e che prontamente l'Organizzazione di Rufina del PMLI denunciò per la sua natura di privatizzazione dei servizi pubblici. La Multiutility assorbirà Acqua Toscana Spa, Consiag Spa, Publiservizi Spa e Alia Servizi Ambientali Spa. Un'operazione che con lo slogan di “miglioramento dei servizi”, si avvierà entro il 2023 attraverso la quotazione in borsa e la creazione di una public company con il 51% del capitale sociale in mano ai soci pubblici e il 49% finanziato dal mercato azionario.
Il Multiutility è stato sponsorizzato e benedetto anche dal governatore della Toscana Eugenio Giani che promette “servizi migliori per i cittadini”. Alcuni sindaci della province di Firenze e Pistoia si sono invece opposti all’approvazione.
Altro che nascita di un modello sostenibile e green , altro che mettere avanti il funzionamento efficace dei servizi, tutti specchietti per le allodole, tutte parole che nascondono la vera natura di questo progetto, la privatizzazione e la liberalizzazione del mercato a discapito della popolazione che invece dovrebbe avere il controllo dei propri servizi con estromissione del privato.
Appoggiamo la richiesta di indire un referendum abrogativo in quei comuni che si sono espressi a favore come Firenze e che venga sospeso il provvedimento per permettere un ampio dibattito pubblico, praticamente “castrato” dalla tempistica dettata dai sindaci favorevoli alla Multiutility.
Occorre che tutte le forze politiche e sociali contrarie al progetto si uniscano in un largo fronte unito per fermare questa manovra e rivendicare che i servizi funzionino a tariffe tutelate e che siano pubblici, garantiti e controllati dalla popolazione.


26 ottobre 2022