Il governo neofascista Meloni proroga di 6 mesi il decreto Calabria sulla sanità

Dal Responsabile del PMLI per la Calabria
Venerdì 4 novembre il Consiglio dei ministri presieduto dalla neofascista Giorgia Meloni, ha approvato un nuovo decreto legge “che introduce disposizioni urgenti di proroga delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria”.
In altre parole si è deciso di prolungare di altri 6 mesi il commissariamento della sanità calabrese, già previsto dal cosiddetto decreto Calabria del 10 novembre 2020, al fine di “avviare a pieno regime l’Azienda Zero quale struttura di governance regionale” con l’obiettivo di “unificare e centralizzare” tutte le funzioni amministrative in capo alle cinque aziende territoriali.
A rallegrarsi per primo della proroga, è stato proprio il governatore di “centro-destra” della regione Calabria Roberto Occhiuto, nonché commissario ad acta della sanità, che una volta appresa la notizia ha dichiarato: “Ringrazio il premier Meloni, il vice premier Tajani, i ministri Giorgetti e Schillaci, e tutto l’esecutivo per la sensibilità dimostrata. Con l’intera struttura commissariale avremo così la possibilità di proseguire quell’imponente lavoro di riorganizzazione e razionalizzazione avviato in questi mesi e finalizzato a due obiettivi principali: porre ordine al piano contabile e alla ricostruzione del debito, e imprimere una svolta nell’ambito delle risorse umane e del superamento del precariato”.
Insomma, con l’istituzione dell’ente “Azienda zero”, mostruosità clientelare e burocratica copiata da altre regioni, Occhiuto è convinto di porre fine al disastro sanitario calabrese, quantificando il debito complessivo entro fine anno, tagliando gli sprechi, gestendo direttamente i concorsi e gli accreditamenti delle strutture sanitarie e sociosanitarie. Inoltre con l’ultima proroga del governo, il super-commissario potrà scegliere, confermare o sostituire i manager delle Asp e delle aziende ospedaliere a suo completo piacimento. È abbastanza evidente che siamo di fronte a un vero e proprio accentramento di potere nelle mani di Occhiuto che gestirà oltre 3 miliardi di euro presenti nel Fondo sanitario regionale per la gioia della criminalità organizzata e dei pescecani privati.
D’altronde a confermare l’inefficacia del decreto Calabria ci ha pensato anche la Corte Costituzionale. In una sentenza del 2021 ha infatti evidenziato come “le irregolarità registrate nella gestione regionale della sanità hanno assunto livelli di gravità mai riscontrati in precedenza” dove “il caos contabile e la disorganizzazione sono inevitabilmente fonte di mala gestione e terreno fertile per la criminalità organizzata che trova nutrimento in questi fenomeni, prosperando ancor di più”. Non a caso le Asp di Reggio Calabria e Catanzaro in passato sono state commissariate per mafia, mentre i vari commissari nominati dal governo, tra i quali ricordiamo l’ex generale dei carabinieri Cotticelli e il “super”-poliziotto Longo, non sono di certo riusciti a sistemare i conti della sanità calabrese, in alcuni casi fallendo grottescamente.
Nell’immediato, occorrono ben altri provvedimenti per risolvere i problemi del fragile sistema sanitario calabrese, e noi marxisti-leninisti lo ribadiamo da tempo.
In primo luogo si deve porre fine al disastroso e inutile commissariamento, azzerando il debito accumulato.
In secondo luogo occorre trasformare tutte le strutture private, comprese le farmacie, in strutture pubbliche.
In terzo luogo, per garantire il diritto alla salute ai cittadini calabresi agli ultimi posti per i livelli essenziali di assistenza, occorre riaprire gli ospedali chiusi predisponendo allo stesso tempo un numero sufficiente di assunzioni e stabilizzazioni a tempo indeterminato di medici, infermieri e operatori sociosanitari.
Continuiamo a batterci con forza e con fiducia per una sanità pubblica, universale, laica e gratuita gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari che disponga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.

9 novembre 2022