In 15mila hanno sfilato al corteo organizzato da GKN e M7N
Combattiva manifestazione a Napoli per il lavoro e contro la disoccupazione e il carovita
Diversi striscioni anticapitalisti, contro la guerra imperialista e per la rivoluzione. Nutrito spezzone del Coordinamento di Unità Popolare con l’attiva presenza del PMLI

Redazione di Napoli
Nonostante il forte maltempo che si è abbattuto sulla Campania, con tanto di disastri ad Ercolano e Sarno, il corteo chiamato dagli ex operai GKN e i disoccupati aderenti al “Movimento 7 Novembre” e al “Cantiere 167 Scampia” è stato un forte successo di partecipazione e di lotta contro l’attuale governo Meloni. Circa 15mila tra operai, lavoratori, precari, disoccupati, ma anche giovani dei centri sociali, studentesse e studenti medi e universitari, hanno invaso Napoli percorrendo le strade attigue alla stazione centrale, Corso Garibaldi, la zona antistante l’entrata della Circumvesuviana, via Marina, per poi confluire in piazza Municipio.
I partecipanti potevano essere di più con ogni probabilità, ma l’allagamento - dovuto alle piogge di una giornata - di alcune tratte dei treni e delle stazioni della Circumvesuviana (scandalosa la situazione di Portici dove l’entrata si è trasformata in una vera e propria piscina) hanno reso impossibile arrivare nel capoluogo partenopeo anche per alcuni nostri compagni bloccati in periferia. Il che la dice lunga sul perenne disastro dei trasporti e viabilità di Napoli e provincia e dell'intera Campania dei governi locali Manfredi e De Luca - non a caso fortemente contestati dai manifestanti - dove strade urbane ed extraurbane, massicciate ferroviarie, alle prime piogge si sfaldano e diventano argilla, inutilizzabili per le masse popolari.
Ma i partecipanti non si sono fatti scoraggiare neanche dopo una pioggia torrenziale che aveva continuato a battere tra Napoli e provincia e che si è fermata solo verso le 14,30, ora di inizio del bellissimo e colorato corteo aperto dalle ex operaie ed operai GKN e dai disoccupati organizzati del “M7N” e del “Cantiere 167 Scampia”, cui è seguito un nutrito e combattivo spezzone del Sin Cobas con lavoratrici e lavoratori appartenenti alle fabbriche di Nord, Sud e Centro provenienti con i pullman ben organizzati per la manifestazione. Seguivano i movimenti per il diritto alla casa di Roma, gli ambientalisti di “Fridays for future” - protagonisti di un lancio di pomodori contro le vetrine delle multinazionali Gucci, Prada, Louis Vitton -, poi i giovani dei Centri sociali, da “Officina 99” a “Je so pazz”, fino alla presenza di Potere al Popolo e subito dopo un corposo spezzone fatto da un centinaio tra compagni e compagne vicini o dentro il Coordinamento di Unità Popolare, tra cui Carc, Confederazione delle Sinistre, PCI, PRC, alcuni membri del PC di Rizzo e il nostro Partito, il PMLI.
Le Cellule “Vesuvio Rosso” di Napoli e “Il Sol dell’Avvenire” di Ischia, guidate dai compagni Raffaele e Gianni, hanno condotto una bella unità di azione marxista-leninista con gli atri partiti con la bandiera rossa e falce e martello gridando slogan per la rivoluzione socialista, per la dittatura del proletariato, per il lavoro e contro l’imperialismo. Un successone il cartello del Partito, plurifotografato, che da una parte recava il bel manifesto “Il lavoro prima di tutto” e dall'altra la parola d‘ordine contro l’esecutivo nero, “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni. Per il socialismo e il potere politico del proletariato”.
Lo striscione di apertura dello spezzone del Coordinamento di Unità Popolare, “La classe operaia deve dirigere tutto! Insorgiamo!”, composto dai Carc e approvato dal PMLI, completava l’indirizzo politico che si voleva dare, indirizzo molto apprezzato dai manifestanti che ci salutavano a pugno chiuso, ci filmavano, ci applaudivano. Nel frattempo i nostri compagni distribuivano a centinaia i volantini che riproducevano il documento del CC del PMLI sul governo neofascista Meloni. Una insegnante di scuola media superiore si univa al nostro spezzone camminando vicino al cartello del PMLI; una studentessa universitaria chiedeva direttamente il volantino perché se lo voleva leggere con calma a fine corteo per valutare la posizione politica; una donna anziana criticava la nostra posizione sulla guerra, ma dava atto che molti dei documenti politici del PMLI che “erano ben fatti e condivisibili”.
Il corteo praticamente partiva a pioggia praticamente finita, nel senso che “schizzettava”, cioè ogni tanto faceva schizzi di pioggia che non preoccupavano i presenti anche nel prosieguo verso Corso Garibaldi.
Forti gli slogan contro il governo ma anche sul bisogno della rivoluzione socialista contro il sistema capitalista come richiama un significativo striscione a metà corteo. Da sottolineare, ad un certo punto della giornata, la protesta di “Noi non paghiamo” che hanno gettato a terra centinaia di bollette pressoché impagabili, tra cui quelle di piccoli commercianti schiacciati dai debiti, per poi bruciarle: “chi paga i costi sociali, soprattutto di questa guerra? Sempre le masse! Ora basta”, diceva uno degli attivisti. Su uno striscione srotolato durante l’evento si leggeva “Fine del mese, fine del mondo! Il nostro lusso è sopravvivere”, ribadito da un altro che invece si evidenziava nel corteo che sintetizzava: “Non paghiamo guerra, carovita, disoccupazione: fine del mese, fine del mondo, stessa lotta!”.
In ultimo registriamo, in negativo, il servizio di Piero Vitiello del “Tg3 Campania” che, invece di dare ampio spazio alle rivendicazioni dei manifestanti, concentrava le sue immagini sull’episodio dell’imbrattamento delle vetrine di una banca e il lancio di fumogeni. Prove tecniche di regime neofascista per distorcere la realtà e reprimere il dissenso contro il governo Meloni?
A fine corteo ci si dava appuntamento alla manifestazione nazionale, che probabilmente si farà a Roma, sui temi sollevati in questo corteo a partire da lavoro, disoccupazione e carovita.

9 novembre 2022