Presa di posizione della Cellula “F. Engels” della Valdisieve (Firenze) del PMLI
Risolvere i problemi urgenti di sicurezza stradale a Rufina e nella SS 67

Abbiamo seguito con interesse il dibattito che si è acceso sulla postazione fissa di rilevamento velocità sulla cosiddetta “diritta di piano” a Rufina. Un tema di piena attualità, immediato nella sua percezione data la raffica di multe piovute negli ultimi tempi, ma anche perché tocca un tema importante come la sicurezza stradale e la mobilità.
Per quanto riguarda l'autovelox in questione, in estrema sintesi pensiamo che sia evidente la necessità di aumentare di qualche decina di km all'ora il limite massimo di velocità - ad oggi fissato a 50 km orari - poiché il tratto è aperto e oggettivamente meno rischioso di tanti altri tratti della Statale 67. Certamente poi, se ci sono aspetti di illegittimità nella postazione, saranno gli stessi pubblici ufficiali a rimuoverla.
Ad oggi è certo che quella postazione penalizza oltremodo la popolazione residente, e in particolare i pendolari che da Dicomano raggiungono Pontassieve o Firenze in auto, poiché obbligati a passare più volte al giorno, tutti i giorni dell'anno in quel tratto. Rimanendo nell'ambito rufinese, sono proprio gli abitanti delle frazioni di Scopeti (e i lavoratori e le lavoratrici del suo polo industriale), Contea e Casini, a pagare il prezzo più alto, nonostante siano costretti a convivere da anni con un elevato rischio stradale che non pare interessi a nessuno, né all'amministrazione comunale, né ad ANAS, impegnati più a discutere sulla competenza dei tratti che a risolvere le questioni urgenti.
Qui infatti emerge chiaro il paradosso: nulla (o davvero poco) in questi anni è stato fatto per mettere in sicurezza la Statale 67 e per limitare la velocità di transito nelle frazioni (i dissuasori arancioni, vuoti, sono quasi grotteschi se presentati come deterrente valido) dove il rischio è effettivamente grande, mentre l'autovelox “di piano”, vera gallina dalle uova d'oro del comune di Rufina, è intoccabile e “colpisce” in entrambe le direzioni di marcia. Che sia una nuova “tassa” per alcuni abitanti di Rufina è fuori discussione, come lo è il fatto che l'enorme cifra preventivata in bilancio per questo tipo di infrazione stradale, finanzierà ben altro che la sicurezza stradale.
Abitanti di alcune frazioni avevano chiesto i semafori dissuasori (o semafori intelligenti) che potessero regolare la marcia ad una velocità adeguata nei piccoli centri abitati o comunque dove c'è transito pedonale. Sarebbe stata una scelta risolutiva e trasparente, mirata davvero a regolare la velocità riducendo il rischio, e in più una misura a costo zero per la popolazione perché preventiva e non sanzionatoria. Ma forse è proprio questa la ragione per cui questo tipo di impianti non viene utilizzata: perché non fa cassa.
Vorremmo anche precisare che la soluzione dei problemi legati al traffico e al rischio ad esso collegato nel comune di Rufina, non è certo la variante alla SS 67 alla quale tutte le forze politiche trasversalmente mirano. Se fosse costruita, è indiscutibile che il centro abitato ne trarrebbe un certo beneficio. È pur vero però che questa opera, costosissima in termini sia finanziari che ambientali visti i progetti presentati finora, spazzerebbe via in un istante tutti quegli obiettivi ai quali anche la stessa “sinistra” istituzionale dice di puntare, e cioè la mobilità sostenibile, collettiva, a basso costo economico, di rischio ed energetico.
Infatti con una nuova infrastruttura del genere, il traffico stesso si moltiplicherebbe - e in particolare quello commerciale - e il rischio di incidenti si sposterebbe solo da una strada ad un'altra. Chi investirebbe più a quel punto in progetti alternativi?
Noi pensiamo invece che il primo passo per risolvere la questione sia, oltre alla messa in sicurezza di tutti i tratti più pericolosi della SS 67 e il regolamento della velocità senza far “cassa”, il potenziamento ferroviario e dei trasporti pubblici su gomma della Valdisieve che dev’essere capillare e frequente (facciano maggiore attenzione i nostri amministratori all'interessante progetto di Tram-Treno elaborato e proposto da anni dalle associazioni ambientaliste del territorio), e su vetture dignitose e ben manutenute. Le persone vanno tolte dalle loro auto per recarsi al lavoro dando loro una alternativa efficace; spenderebbero meno, rischierebbero meno e inquinerebbero anche meno.
Anche il collegamento ciclabile di tutta la valle è un aspetto che a nostro avviso non può essere più rimandato perché indispensabile sia da un punto di vista ambientale che di salute pubblica.

 

Cellula “F. Engels” della Valdisieve del Partito marxista-leninista italiano
Rufina, 31 ottobre 2022