Per impedire lo sgombero del presidio e lo svuotamento dello stabilimento
Centinaia di operai e solidali picchettano i cancelli della ex Gkn
Salvetti: “L'assemblea permanente c'è perché manca il lavoro, non manca il lavoro perché c'è l'assemblea permanente”. Nel microfono aperto, Panzarella rinnova il sostegno del PMLI alla lotta dei lavoratori Gkn
In Lotta per la fabbrica pubblica e socialmente integrata e la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo

In risposta alla provocatoria lettera inviata ai lavoratori ex Gkn il 4 novembre dal nuovo padrone Francesco Borgomeo, ad di Qf, per reclamare lo sgombero del presidio permanente e lo svuotamento dello stabilimento ex Gkn, il 7 novembre centinaia di lavoratori, giovani, studenti, i ragazzi di "Friday for future", massaie, pensionati, attivisti di varie associazioni e collettivi, militanti di partito e tutta la rete di solidali provenienti anche da fuori regione e da diverse parti d'Italia, si sono stretti ancora una volta attorno agli operai ex Gkn e fin dalla prime luci dell'alba hanno dato vita a un partecipato e combattivo picchetto davanti ai cancelli dello stabilimento per impedirne lo sgombero e lo smobilizzo dell'intero parco magazzino.
Presenti anche decine di iscritti e dirigenti del sindacalismo di base con alla testa Cobas, Cub e Usb che hanno indetto uno sciopero provinciale per permettere a quanti più lavoratori possibile di partecipare al presidio.
Nei due giorni precedenti i lavoratori avevano piazzato davanti ai cancelli dello stabilimento decine di “culle” con dentro centinaia di semiassi e componenti già assemblati, imballati e pronti per essere spediti il lunedì successivo al 9 luglio 2021 (giorno del licenziamento collettivo) per soddisfare le commesse di Fiat-Fca, Ferrari, Maserati e vari altri clienti.
Un gesto simbolico per indicare a tutta la popolazione che in quei semiassi c'è il sudore e la fatica dei 500 operai ex Gkn licenziati in tronco 16 mesi fa. Semiassi, componenti e pezzi di ricambio di cui Borgomeo ora reclama la proprietà per portarli via e rivenderli come rottami.
Una prova di forza vinta ancora una volta dai lavoratori, come testimonia il fatto che per tutta la mattinata nessun camion o altro mezzo di trasporto, nessun poliziotto o cellulare dei carabinieri si è avvicinato allo stabilimento per tentare lo sgombero. Tant'è che a metà mattinata Qf è stata costretta a fare marcia indietro e a prendere atto che: “non c'erano le minime garanzie di sicurezza per i nostri lavoratori per poter svolgere le attività previste, e per garantire la loro incolumità e quella delle forze dell'ordine”.
Nel corso degli interventi dal microfono aperto allestito davanti ai cancelli gli operai hanno fra l'altro rispedito al mittente le provocatorie accuse di Borgomeo circa “l'inagibilità dello stabilimento occupato abusivamente e gestito illegalmente” motivo per cui “Nei prossimi giorni faremo le nostre valutazioni”.
La verità, ha ribadito Dario Salvetti, portavoce del Collettivo di Fabbrica e membro della Rsu, è che: “L'assemblea permanente c'è perché manca il lavoro, non manca il lavoro perché c'è l'assemblea permanente”.
Mentre la Fiom-Cgil in un comunicato stampa denuncia pubblicamente che: “Qf, per il tramite dell'ad Francesco Borgomeo, preferisce indirizzare la vertenza sul terreno dell'ordine pubblico anziché ammettere davanti all'intera opinione pubblica che sia il ministero che Invitalia non hanno considerato sostenibile il contratto di sviluppo da lui stesso proposto, mancando le garanzie che l'azienda deve produrre e che sono previste proprio dalla normativa che disciplina accordo e contratto di sviluppo. Il problema perciò non è la non agibilità dello stabilimento, bensì l'inesistenza del piano industriale”.
“Ci è impossibile capire – ha detto fra l'altro Salvetti durante il suo intervento - che cosa abbia fatto Qf negli ultimi mesi per mettere in campo qualsiasi ipotesi di lavoro o reindustrializzazione. Con noi la discussione è solo su cassa integrazione e smobilizzo dei materiali interni. E la mancanza di chiarezza a questo punto si estende anche al reale stato societario di Qf. Come primi creditori di un'azienda siamo interessati al fatto che qualsiasi operazione contabile sia chiarita. Qf deve pagare il differenziale tra gli stipendi arretrati e la cassa integrazione con anticipo in questi dieci mesi. L'8 del mese deve corrispondere l'intera retribuzione mensile. Ma ciò che Borgomeo chiama rottami è praticamente l'intero parco magazzino: semiassi eccellenza del made in Italy, trasformati in rottame da rivendere a peso di ferro. Ciò che comincia con lo smobilizzo di questi materiali è di fatto il processo di smantellamento dello stabilimento... si tratta solo di una diversa modalità per chiudere la fabbrica... in questo incredibile gioco al logoramento, c'è anche il tentativo di farci fare la parte di quelli che gridano 'al lupo, al lupo', così che quando il lupo arriva, non ci crede più nessuno”.
Per tenere alta la vigilanza il presidio ha deciso di trasformarsi in picchetto permanente e ad alcuni parlamentari presenti davanti ai cancelli, fra cui l'ex sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, eletto alla Camera lo scorso 25 settembre col PD, è stato chiesto di eleggere il proprio ufficio elettorale dentro una dei tanti uffici vuoti della ex Gkn.
In un post pubblicato sulla pagina Facebook del Collettivo di fabbrica i lavoratori hanno inoltre ribadito: “Scopo della proprietà era provocare, dividere, allinearsi al nuovo corso governativo e vedere che effetto faceva. L'effetto è stato questo: l'assemblea dei lavoratori, convocata di domenica pomeriggio, è stata piena, partecipata, serena e compatta. Da venerdì sera a lunedì mattina un'onda emozionale ha fatto vibrare tutte le nostre reti solidali... Le centinaia di persone riunite qua davanti in pieno lunedì mattina sono la punta di un iceberg che ne conta migliaia. Loro lo sanno. Ed è per questo che i camion non sono arrivati”.
Le chiacchiere del nuovo padrone Francesco Borgomeo stanno a zero. Hanno denunciato ancora i lavoratori. In 11 mesi Qf non è stata in grado di presentare un abbozzo di piano industriale credibile, di fatto non esiste nessun consorzio, nessun accordo di sviluppo e forse nemmeno un linea di credito su cui puntare per rilanciare la reindustrializzazione dello stabilimento.
Dunque, concludono i lavoratori, è: “Legittimo ipotizzare di trovarci di fronte a una operazione 'testa di legno' della stessa delocalizzazione. Non siamo noi a dover rispondere di condotte non chiare. La proprietà fa da tappo ad ogni ipotesi alternativa: rifiuta la governance pubblica, rifiuta la nostra richiesta di mettere a disposizione lo stabilimento. E contemporaneamente va verso la fine della liquidità.
La lotta per Gkn si gioca ai cancelli, nelle piazze ma anche nella capacità progettuale di mettere in campo forme di autoproduzione, mutualismo. La campagna per la fabbrica pubblica e socialmente integrata e la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo (Aps Soms Insorgiamo) sono fondamentali. E siamo già in ritardo.
La partita è generale: non solo possiamo fermarli, ma possiamo e dobbiamo mettere in moto un esperimento sociale collettivo che riesce a ricreare salario, diritto, lavoro per il benessere generale e la pubblica utilità”.
Al presidio ha preso parte anche il compagno Franco Panzarella che a nome del Partito ha rinnovato la solidarietà militante e il pieno appoggio alla vertenza testimoniato dalla sua quasi quotidiana presenza al presidio sempre al fianco dei lavoratori.
Durante il suo intervento dal microfono aperto il compagno ha rilanciato il comunicato diffuso in mattinata dal Centro del Partito (che pubblichiamo a parte) e ha ribadito fra l'altro la necessità che il governo Meloni, la Regione Toscana, il Comune di Firenze e quello di Campi Bisenzio intervengano a sostegno delle richieste dei lavoratori. E che parimenti la FIOM e la CGIL dichiarino immediatamente uno sciopero provinciale e territoriale.
Al termine del suo intervento il compagno è stato applaudito e diversi operai Gkn si sono congratulati con lui per il “bellissimo intervento, chiaro e conciso” e gli hanno anche offerto da bere.

9 novembre 2022