Simpatizzanti del PMLI sostengono il Documento del CC del PMLI sul governo neofascista Meloni


“Esemplare”
Complimenti per l'esemplare Documento del CC del PMLI contro il governo neofascista Meloni che ripercorre sinteticamente ma in maniera efficace com’è avvenuta progressivamente l'instaurazione della seconda repubblica capitalista neofascista in Italia, denunciata e combattuta dal Partito fin da quando l'allora neoduce Craxi lanciò la “Grande riforma” su “L'Avanti” nel 1979. Lotta contro il regime neofascista che è costata al Partito, ai suoi dirigenti e in particolare al Maestro del PMLI, cofondatore e Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, indicibili sofferenze di ogni ordine e grado, a cominciare dalla repressione giudiziaria poliziesca su ordine non solo dei revisionisti ma della stessa destra neofascista e piduista, che, non a torto, individuò da subito nel PMLI e nel suo Segretario generale il suo nemico mortale, senza per questo riuscire a piegarlo in nessun modo. Processo di instaurazione del regime neofascista, progettato nel dalla P2 che è poi purtroppo andato avanti nei decenni grazie al contributo determinante dei dirigenti dei partiti e dei sindacati della “sinistra” borghese, a cominciare dai partiti falso comunisti, le cui politiche governative e di opposizione di cartone hanno spalancato le porte al compimento della marcia su Roma elettorale dei neofascisti della Meloni.
Giordano - Paola (Cosenza)
 

"Completamente concorde, anche con la dichiarazione del Maestro Scuderi"
Completamente concorde con il contenuto del Documento del Comitato centrale del PMLI “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni”. Del resto sono decenni che il Partito denuncia il carattere neofascista capitalista della seconda repubblica, e il conseguente percorso politico che ha permesso (attraverso una legge elettorale truffa voluta anche dalla “sinistra” borghese) al governo neofascista della Meloni di andare al potere in continuità di fatto con la marcia su Roma elettorale iniziata dal Movimento sociale italiano (MSI) fondato il 26 dicembre 1946 dal fucilatore dei partigiani Giorgio Almirante. Sull’esempio della marcia insurrezionale di Mussolini del 28 ottobre 1922.
Un percorso politico che l'ha riportato al governo attraverso la corresponsabilità della “sinistra” borghese che di fatto non si è mai dimostrata come un argine alla destra e al fascismo ma al contrario l’ha avallato, tollerato e legittimato, facendo sì che oggi il regime capitalista neofascista abbia i suoi amministratori ideali.
Il Documento del CC infatti ci ricorda quali siano le origini dell’attuale regime progettato dalla loggia massonica P2 di Licio Gelli nel 1975, sostenuto dai governi Craxi nel 1987 e instaurato dal governo Berlusconi nel 1994. E via via realizzato dai governi Amato, Prodi, D’Alema, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. Vi hanno contribuito il PRC di Armando Cossutta e di Fausto Bertinotti e il Partito dei comunisti italiani di Diliberto e del rossobruno Marco Rizzo, che sono stati al governo nel 2006.
“Sinistra” borghese corresponsabile della manomissione da destra della Costituzione borghese del '48, Costituzione borghese che comunque consente alla destra fascista di andare al potere ma lo preclude al proletariato per il cambiamento radicale della società capitalista in cui viviamo e per la conquista della società socialista e la dittatura del proletariato, l’unico potere politico veramente democratico, in quanto il popolo rivoluzionario conta davvero.
Ed infatti uno dei primi propositi del governo fascista della Meloni è la realizzazione del presidenzialismo con il fine nazionalista di servire meglio gli interessi dei capitalisti italiani e di inculcare alle nuove generazioni l’ideologia e la cultura reazionaria, razzista, maschilista, clericale, omofoba della destra che hanno al centro il trinomio mussoliniano “Dio, patria e famiglia”.
La Meloni infatti nel discorso programmatico ha illustrato la linea nazionalista, sovranista, europeista, atlantista, razzista, meritocratica e filopadronale, col motto “non disturbare chi vuol fare”, del suo governo. E ha annunciato la “riforma” presidenzialista, già nel programma del MSI, nonché della P2.
Le opposizioni di cartone della “sinistra” borghese non hanno avuto il coraggio di denunciare la natura e il disegno neofascista del nuovo governo.
Ulteriore dimostrazione che il fascismo vecchio e nuovo è una forma della dittatura della classe dominante borghese che essa alterna e mescola con la forma liberale e democratico-parlamentare a suo piacimento a seconda della situazione economica e politica del momento.
Il nazionalismo patriottardo e imperialista, il razzismo e la xenofobia, da sempre inseparabili dal fascismo, servono appunto a dirottare la rabbia delle masse verso falsi nemici esterni e interni, mantenendo al riparo la borghesia nazionale e il sistema capitalista che quei mostri porta sempre in grembo.
Sono completamente concorde anche con la posizione di opposizione al governo Meloni del Partito espressa dal compagno Maestro del PMLI Giovanni Scuderi: il Partito farà un’opposizione di classe anticapitalista e antifascista per i diritti sociali, civili, di genere, immigrati; per la giustizia sociale e climatica, per il socialismo e il potere politico del proletariato, concorde su tutte le rivendicazioni immediate e a lungo termine delle masse e dei migranti, bisogna creare contro il governo Meloni, almeno nella pratica, un fronte unito più ampio possibile composto dalle forze anticapitaliste, a cominciare da quelle con la bandiera rossa, dalle forze riformiste e dai partiti parlamentari di opposizione. Senza settarismi, pregiudizi ed esclusioni. Deve contare solo l’opposizione a questo governo, adottando una politica di unità e lotta, di dialettica e combattività, sulla base di un progetto comune sul futuro dell’Italia.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista. Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia.
Il documento del Comitato centrale del PMLI ci ricorda ancora una volta che solo con gli insegnamenti dei Maestri del proletariato, l’applicazione teorica e pratica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole, riusciranno solo attraverso la via rivoluzionaria dell’Ottobre ad abbattere il regime capitalista neofascista e i suoi governi.
Uniamoci! Contro il governo neofascista Meloni!
Uniamoci! Contro tutti i governi borghesi capitalisti neofascisti imperialisti e i loro lacchè!
Per l’Italia unita, rossa e socialista!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
Massimo, simpatizzante della Valdisieve (Firenze) del PMLI
 

"Il PMLI chiama le masse all'opposizione"
Con il Documento del Comitato centrale il PMLI chiarisce due punti politici fondamentali e necessari.
Il primo è quello di analizzare correttamente la storia del governo Meloni in tutte le sue componenti. L’attuale governo infatti non è, come si affannano a definire i media, un esecutivo “post-fascista” ma al contrario è un governo pienamente e nettamente neofascista. La premier Meloni e il suo partito non hanno mai preso le distanze dal fascismo esprimendo solo una condanna generica di tutte le forme di dittature gettando i presupposti per scagliarsi contro l’URSS e il comunismo.
Nei suoi comizi elettorali Fratelli d’Italia non ha fatto altro che ribadire i principi cardine del fascismo che sono “Dio, Patria e Famiglia” ribadendo la netta continuità con una certa storia e tradizione politica e cercando il consenso nell’elettorato nostalgico che, dopo la cocente delusione avuta da Salvini, cercava un punto di riferimento politico.
Il secondo punto è quello di illuminare e di tracciare una via strategica per contrastare il governo neofascista della Meloni.
Il Partito infatti dopo aver individuato il nemico di classe, ribadisce il suo legame con i Maestri del proletariato internazionale e afferma che non sarà di certo l’opposizione parlamentare a permettere alle classi popolari di poter arrivare alla costruzione di una società diversa e al miglioramento della propria qualità di vita. Come affermavano Marx ed Engels infatti: “Il cretinismo parlamentare è quell’infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l'onore di annoverarli tra i suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo edificio, - guerre, rivoluzioni, costruzioni di ferrovie, colonizzazione di intieri nuovi continenti, scoperta dell'oro di California, canali dell'America centrale, eserciti russi, e tutto quanto ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui destini dell'umanità, - non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l'attenzione dell'onorevole loro assemblea”.
Con questo documento il PMLI chiama le masse popolari, e in particolare il proletariato, a effettuare opposizione nelle piazze, nei luoghi di studio e di lavoro attraverso lo sviluppo in maniera minuziosa e capillare della lotta di classe con rivendicazioni e battaglie sia nell’immediato che nei termini più lunghi. Ribadisce quindi che solo con il potere nelle mani del proletariato sarà possibile la conquista del socialismo e la costruzione di una società più giusta dove sarà eliminato lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sarà garantito il soddisfacimento dei bisogni, delle esigenze e delle aspirazioni materiali di ogni individuo e di tutta l’umanità.
Francesco, simpatizzante della provincia di Pesaro Urbino del PMLI
 

“Giusta la proposta del fronte unito”
Il Comitato centrale del PMLI ha reso noto la sua posizione riguardante il governo Meloni. E siccome il PMLI non è al servizio della borghesia e del capitalismo ma del proletariato e per creare una società socialista non ha espresso una posizione come i partiti della destra o della “sinistra” borghese, perché da partiti burattini dipendenti dal centro decisionale della borghesia monopolistica italiana non potrebbe mai scaturire una posizione come quella del PMLI sul governo Meloni.
Alcuni di loro hanno fatto una coalizione di governo insieme a FdI. Altri, in maniera furbesca, dato che la base dei loro partiti è antifascista, promettono a parole un’opposizione dura, ma nei fatti morbida e che, in pratica, favorisce la Meloni nei suoi progetti politici atti a scardinare la Costituzione. Questi partiti che si sono sciacquati la bocca per anni dicendo di difendere la democrazia e la Costituzione la stanno picconando per spostarla a destra, vedi i referendum di Renzi e di Di Maio. Persino il presidente Mattarella ha dato ragione ufficialmente in tv al gladiatore e picconatore della Costituzione Francesco Cossiga.
Dai mass media la Meloni viene fatta apparire non più neofascista ma defascistizzata e al servizio dell'Italia. In realtà essa si prefigge, come obiettivo centrale, il progetto di mettere un presidente duce togliendo il potere al parlamento. I dirigenti dei partiti borghesi potrebbero far fallire questo progetto dato che hanno una base molto numerosa e antifascista ma si limitano ad una opposizione di cartone.
In questo momento così grave per l'Italia occorre il fronte unito più grande possibile per cacciare il governo neofascista della Meloni come giustamente propone il PMLI perché se gli antifascisti sono divisi si favorisce il neofascismo. L'Italia dal dopoguerra ad oggi ha visto grandi lotte contro i fascisti del MSI e molti sono coloro stati feriti e uccisi dalla polizia e questi fatti non li dobbiamo mai dimenticare.
Luciano - Scandicci (Firenze)
 

“Una mera opposizione di cartone”
Le ultime elezioni - che come sempre determinano un falso coinvolgimento degli oppressi - hanno delineato, con geometrica precisione, il perimetro della vittoria del “centro-destra” e definito, al suo interno, il peso specifico preponderante dei neofascisti di Fratelli d’Italia. Partito, quest’ultimo, che replica, per caratteristiche, quelle del suo padre ignobile (cfr. AN): atlantista, filo-padronale, filo-patriarcale, ultra-cattolico, xenofobo, anti-operaio e interessato alle sorti del ceto medio e della piccola e media borghesia. Partito, aggiungasi, che si caratterizza per una chiara e spiccata visione nazionalista, che è una risposta, da destra, all’atomizzazione e alla disgregazione che produce la società borghese, intenta a perseguire, con ostinazione, gli interessi privati ed egoistici a discapito della comunità.
Si è, a ragion veduta, sostenuto, nel documento del Comitato centrale del PMLI del 25 ottobre u.s., che la Meloni non possa rappresentare le masse femminili. E tanto, perché il suo governo, per la sua ideologia e per i suoi legami con il Vaticano ed i settori più reazionari della Chiesa, andrà ad attaccare pesantemente i diritti dei settori oppressi delle masse popolari. Giorgia Meloni, in quanto premier donna, rappresenta la foglia di fico che tenta di nascondere, nemmeno troppo bene, le intenzioni dei neofascisti italiani di restringere libertà come quelle dell’aborto, di indebolire la lotta contro le discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, ecc.
Un governo, quello della Meloni, “progettato” ed uguale a tutti gli altri governi borghesi degli ultimi quaranta anni, fossero essi di “centro-destra”, “centro-sinistra”, di unità nazionale o tecnici e il cui graduale succedersi appare, analiticamente, descritto, sin dalla sua genesi (cfr. Licio Gelli), nel documento del Comitato centrale.
La fase terminativa di tale successione di governi - proprio nell’anno del centenario della “marcia su Roma” - è coincisa con la circostanza che il primo partito italiano abbia nel suo simbolo la fiamma tricolore e affondi, inequivocabilmente, le sue radici nel fascismo.
Dal canto loro, i partiti della “sinistra” borghese, riformista ed opportunista si limitano a frapporre, a questa sciagura politica, una mera “opposizione di cartone”, inutile come mezzo al fine.
La ciliegina sul regime, infine, sarà messa quando si realizzerà, ufficialmente, il presidenzialismo, così facendo tornare - stante il contesto politico in cui matura - ad aleggiare, nuovamente, lo spettro del tiranno.
Noi, però, dobbiamo, necessariamente, guardare ad altro: puntare a trasformare l’astensionismo spontaneo in consapevolezza politica. Porre la questione seriamente vuol dire partire non dall’aspetto istituzionale-elettorale, ma dalla lettura complessiva della realtà, dall’identificazione delle proprie forze attuali e potenziali, dalla loro organizzazione e dall’identificazione dell’obiettivo primario: quello del […] cambiamento radicale della società in cui viviamo […] e, nel contempo, mediante l’instaurazione della dittatura del proletariato (che ci permetterà di passare dalla democrazia dei pochi a quella dei molti, sino ad arrivare alla democrazia di tutti) creare la società socialista.
Domenico Di Giorgio - Manfredonia (Foggia)

16 novembre 2022