Relatore di maggioranza della controriforma Gelmini
Chi è Giuseppe Valditara

Un fascioleghista, anticomunista, sovranista e separatista alla guida dell’ “Istruzione e del Merito”
Nonostante sia stato presentato come un “tecnico”, Giuseppe Valditara, voluto da Salvini e Meloni alla guida del dicastero di Viale Trastevere è in realtà un leghista della prima ora, un fascista ripulito di lungo corso, cattolico integralista, omofobo e razzista; ma soprattutto un anticomunista, nazionalista e sovranista a 24 carati che è in politica da oltre un quarto di secolo, teorizzatore del primo progetto separatista della Lega Nord di Bossi negli anni '90 e ora fervido sostenitore dell'autonomia differenziata invocata da Salvini.
 

Tra AN e la Lega
Valditara è anche l'ennesimo ministro del governo neofascista Meloni che ha fatto parte del gruppo dirigente dei fascisti ripuliti di Fini, militando a lungo prima in AN e poi in Futuro e Libertà, e per questo è molto stimato fra le file di FdI, anche se di recente è tornato “all'ovile” leghista divenendo uno degli ideologi di riferimento nonché consigliere politico di Salvini.
Dunque la sua nomina al dicastero di Viale Trastevere, ribattezzato non a caso ministero dell' “Istruzione e del Merito”, non solo permette a Salvini di "riprendersi" la scuola dopo la parentesi di Marco Bussetti il quale, durante il governo Conte 1, nominò proprio Valditara capo dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca al Miur (Università e Istruzione erano ancora insieme); ma soddisfa in pieno anche la volontà di Meloni di mettere a frutto i vari tasselli delle controriforme scolastiche varate nel corso degli ultimi decenni da Berlinguer, Moratti, Gelmini, Renzi e Bianchi e completare così l'instaurazione della scuola del regime capitalista e neofascista secondo il piano della P2, ma soprattutto punta a trasformare Viale Trastevere nel nuovo Minculpop di mussoliniana memoria con l'obiettivo di riscrivere la storia e instillare nelle nuove generazioni l'ideologia fascista e il veleno anticomunista.
È tanto accecato dall'odio verso il comunismo che ha voluto come primo atto ufficiale del suo dicastero, indirizzare il 9 novembre una lettera ai dirigenti, insegnanti e soprattutto agli studenti della scuola italiana per invitarli alla celebrazione del “Giorno della libertà” istituito con legge 15 aprile 2005 in ricordo dell’anniversario della caduta del muro di Berlino nel 1989 che il ministro, alimentando la canea anticomunista e revisionista della storia, spaccia per “drammatico fallimento del comunismo” fingendo di non sapere che la bandiera rossa del socialismo in Urss è stata ammainata al XX° congresso del Pcus nel gennaio del 1956 e non il 9 novembre 1989 che invece segna il drammatico fallimento del revisionismo iniziato con Kusciov, proseguito con Breznev e Gorbaciov e infine trasformato in paese imperialista dal nuovo zar Putin.
Tra l'altro va ricordato che il 9 novembre è l’anniversario della “Notte dei cristalli del 1938”, celebrato dall’Onu con la “Giornata mondiale contro il fascismo e l’antisemitismo”, come ricorda il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, in una intervista a Republica in risposta al ministro.
Evidentemente Valditara vuole avere anche il “merito” di riscrivere la storia trasformando una giornata antifascista in una mobilitazione anticomunista da celebrare in tutte le scuole.
 

Un ministro omofobo e sessista
Tra i primi a complimentarsi col ministro è stato Jacopo Coghe, portavoce “Pro Vita & Famiglia Onlus”, che ha colto la palla al balzo per rilanciare l'infame campagna antigender e puntare il dito “contro tutti i totalitarismi” perché: “Oggi esiste una nuova ideologia totalitaria che attacca la libertà educativa delle famiglie italiane dentro le scuole, ed è l’ideologia gender promossa dal movimento Lgbtq. Ogni giorno nelle scuole italiane vengono promossi corsi, progetti e attività che propongono a bambini e ragazzi teorie assurde e antiscientifiche su una identità di genere fluida e indipendente dal sesso biologico maschile e femminile. Chiediamo al ministro Valditara di intervenire per difendere la libertà educativa dei genitori contro questa colonizzazione ideologica”. Ciò conferma che per “Pro Vita & Famiglia Onlus” e i cattlici integralisti il nuovo ministro dell'”Istruzione e del merito”, firmatario fra l'altro nel 2016 di un appello contro le unioni civili, rappresenta un baluardo anche contro la diffusione dell'ideologia gender nelle scuole.
Il che la dice lunga sull'orientamento ideologico, omofobo e sessista, che Valditara vuole imprimere alla scuola come testimonia l'episodio accaduto pochi giorni fa al liceo Cavour di Roma dove un insegnante ha cancellato il nome usato da un ragazzo trans per firmare il compito.
 

Completare la controriforma scolastica capitalista e neofascista
Sul piano più strettamente politico invece il ritorno in pompa magna di Valditara a Viale Trastevere è stato studiato a tavolino da Salvini e Meloni col chiaro obiettivo di portare a termine la controriforma scolastica capitalista, neofascista, classista, aziendalista, meritocratica, federalista, gerarchica e anticostituzionale avviata dal suoi predecessori, compreso l'ultimo, i piddino Patrizio Bianchi. Ancor prima di sedersi sulla poltrona ministeriale Valditara ha chiesto e ottenuto il cambio del nome del Dicastero rinominandolo significativamente ministero dell’"Istruzione e del Merito” proprio per dare "un messaggio politico chiaro" alla svolta meritocratica che egli intende imprimere a tutto il sistema scolastico italiano “coniugando Istruzione e merito”.
61 anni, milanese di origine e torinese di adozione, si è diplomato al classico Berchet, laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi di Milano, insegna diritto romano all'Università di Torino e all'Università Tor Vergata di Roma ed è iscritto all'albo degli avvocati presso la Corte di Appello di Milano.
 

La militanza fascioleghista
Il suo esordio in politica avviene agli inizi degli anni '90 tra le file della Lega Nord di Bossi. Nel 1992 entra nel direttivo della Fondazione Salvadori allora presieduta dal golpista, secessionista e ideologo della Lega, Gianfranco Miglio, del quale è considerato un fedele discepolo, e col quale contribuisce a scrivere la bozza di costituzione federale della Lega Nord poi approvata al secondo congresso della Lega Nord svoltosi ad Assago il 12 dicembre 1993.
Nel gennaio del 1994 è membro della delegazione leghista che firma il patto Maroni-Segni poi sconfessato da Bossi che si alleò con Berlusconi. Sempre nel 1994 fonda e dirige “Associazione per le Libertà” che lancia per prima la “proposta di un Partito Repubblicano che federi tutte le anime della destra italiana sul modello americano”.
Due anni dopo salta giù dal carroccio di Bossi e aderisce ad An e poi a Futuro e Libertà del fascista ripulito Fini. Coltiva una grande amicizia e una stretta collaborazione con Giuseppe Tatarella (presidente del gruppo parlamentare del Msi per oltre vent'anni e cofondatore con Fini di AN) col quale lavora alla redazione di uno statuto di autonomia particolare per la regione Puglia e fonda “Oltre il Polo” un movimento “per la costruzione in Italia di una destra gollista e federalista”.
Nel 1998 alla conferenza programmatica di AN a Verona redige il documento sulla “Questione settentrionale” e scrive la proposta per statuti di autonomia particolare. Tra il 1999 e il 2000 è membro della commissione di studio istituita presso la Presidenza della Regione Lombardia sui temi del federalismo, della riforma dello statuto regionale e sulla proposta di uno statuto di autonomia particolare, primo embrione dell'attuale progetto di autonomia differenziata invocato dalla Lega di Salvini.
Dal 1998 è stato vicepresidente del comitato scientifico della rivista Federalismo e Libertà. Dal 1999 al giugno 2001 è vicepresidente dell’Istituto Regionale di Ricerca della regione Lombardia. Assessore all’Istruzione e all’edilizia scolastica per la provincia di Milano dal giugno 2000 al luglio 2001.
Dal maggio 2001, per tre legislature consecutive, viene eletto senatore fino al 2013 tra le file di AN e poi PDL. E' nominato presidente della Commissione Istruzione al Senato nelle legislature 2006-2008 e 2008-2013 ed è responsabile del dipartimento Scuola e Università di AN.
Nel 2010, durante il governo Berlusconi II, è relatore di maggioranza della Legge n. 240/2010, la famigerata controriforma Gelmini che ha tagliato miliardi di euro alla scuola e all'università per finanziare il salvataggio di Alitalia. Compagnia che poi è comunque fallita.
Nello stesso anno aderisce a Futuro e Libertà per l’Italia, e Fini lo nomina coordinatore regionale della Lombardia.
 

Secessionista della prima ora
Nel marzo 2015 fonda e dirige Logos, rivista politico-culturale on line che ricalca le posizioni sovraniste e secessioniste di Salvini.
Nel marzo 2020 fonda il think tank Lettera 150 e inizia il suo progressivo riavvicinamento alla Lega. Suo il libro "Sovranismo. Una speranza per la democrazia" e il più recente "L'Italia che vogliamo”, sottotitolo: "Manifesto della Lega per governare il Paese", firmato con Alessandro Amadori, ricercatore e politologo, consulente di Matteo Salvini dal 2012, con la prefazione dello stesso Salvini, portato in tour dal caporione leghista durante la campagna elettorale, che costituisce una sorta di bibbia del salvinismo.
Alla presentazione del libro Valditara ha fra l'altro anticipato che: “'L'Italia che vogliamo' è una panoramica del nostro paese con le quattro questioni che agitano l’Italia e con alcune proposte importanti, quindi un programma di governo”. Le quattro questioni sono: la questione federale, questione liberale, sovranità e spirito repubblicano. “Il grande tema dello sviluppo dei territori riguarda il nord, il centro e il sud – ha detto Valditara -. La questione liberale vuol dire liberalizzare il Paese, eliminare lacci e lacciuoli, abbassare la pressione fiscale. La questione della sovranità riguarda la sovranità popolare: quanto conta il cittadino. Noi vogliamo che il cittadino conti, in un panorama nazionale e internazionale in cui i grandi fondi di investimento, le istituzioni europee, in cui i giudici tendono a sovrastare l’azione del Parlamento”. Infine la questione repubblicana: “sentirsi una patria comune, riscoprire l’idea di una comunità nazionale e di un’appartenenza su valori comuni”.
Da professore di diritto romano, Valditara ha pubblicato diversi libri che già dai titoli confermano le sue idee xenofobe e razziste, fra cui “L'immigrazione nell'antica Roma: una questione attuale” e “L'impero romano distrutto dagli immigrati. Così i flussi migratori hanno fatto collassare lo Stato più imponente dell'antichità”. Come è facile notare razzismo e xenofobia sono il cemento dei suoi studi accademici.
Candidato alle politiche del 25 settembre scorso non è stato eletto ma è diventato il consigliere politico più vicino e ascoltato da Matteo Salvini.
Valditara è inoltre direttore scientifico della rivista Studi giuridici europei. Presidente dell'Osservatorio inter-ateneo per la ricerca università Link ed e-Campus ed è stato docente di Diritto romano nell'Università Europea di Roma e consigliere d'amministrazione all'Università Europea di Roma; nel 2020 delegato del Rettore Università di Torino allo sviluppo delle relazioni internazionali in materia di didattica e ricerca, compresa la ricerca applicata all'attività di impresa. Tra il 2008 e il 2013 è stato anche segretario della Commissione VII scuola, università, ricerca del Senato e tra il 2005 e il 2011 è stato preside della Facoltà di Giurisprudenza all'Università Europea di Roma.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche di Diritto privato romano e di Diritto pubblico romano; ha pubblicato anche lavori scientifici di Diritto Costituzionale Italiano, di Storia del Diritto privato e di Storia romana. Nel 2005 è stato invitato a Pechino nell'ambito dei lavori per la preparazione della legge cinese sulla responsabilità extracontrattuale.
Al suo attivo anche numerose collaborazioni con alcuni tra i più importanti quotidiani italiani: Libero , Il Sole 24 ore, Il Fatto quotidiano, Il Giornale, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, Italia Oggi .
 

Esponente di spicco dei sovranisti
Valditara è anche uno degli esponenti più influenti della rete di sovranisti riuniti intorno alla Lega di Salvini, alcuni dei quali implicati nell'inchiesta sul “Russiagate” con alla testa Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini e presidente dell’associazione Lombardia-Russia, indagato per corruzione internazionale assieme all’avvocato Gianluca Meranda e al consulente finanziario Francesco Vannucci.
Su Facebook è ancora visibile la foto pubblicata dall'associazione Lombardia-Russia il 4 maggio 2017 scattata durante il convegno “Tra sovranità e globalizzazione. Nuovi scenari geopolitici negli Stati Uniti e in Europa” svoltosi presso l’Hotel Cavalieri, in piazza Missori a Milano.
La scena ritrae il tavolo della presidenza con al centro Savoini, l’uomo che nelle parole del segretario leghista “organizza incontri e promuove contatti culturali tra Lega e autorità russe” e che, secondo le indagini, insieme allo stesso Salvini e a Claudio D'Amico, il suo "consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale" il 18 ottobre 2017 al Metropol di Mosca ha trattato un finanziamento di 65 milioni di dollari a favore della Lega facendo la cresta sulle forniture di petrolio russo.
Alla destra di Savoini, tra i relatori, figura proprio Giuseppe Valditara, mentre alla sua sinistra c'è Thomas Williams, ex Legionario di Cristo, corrispondente in Vaticano di Breitbart News, megafono dei reazionari suprematisti americani, con alla testa Steve Bannon già artefice della campagna elettorale di Trump e oggi riconosciuto come il teorico dell'internazionale europea nera dei partiti cosiddetti populisti e sovranisti; della compagnia fanno parte anche, Marcello Foa, presidente della Rai fino a luglio 2021, ultimo a destra, Ted Malloch, faccendiere sovranista Trumpiano anti-Ue, implicato anche lui nell’inchiesta sul “Russiagate” e l'ex ministro Giulio Tremonti in posizione un po' più defilata.

16 novembre 2022