All'iniziativa flop dei sostenitori di Putin e Xi svoltasi a Milano
Diffuso l'articolo de “Il Bolscevico”: “Il XX Congresso nazionale del PCC borghese, revisionista e fascista”

Dal corrispondente della Cellula “Mao” di Milano
Allo scopo di magnificare la “nuova era” del socialimperialismo cinese, ossia il “socialismo con caratteristiche cinesi” secondo il “pensiero” del nuovo imperatore Xi Jinping sancito dall’ultimo congresso del PCC revisionista e fascista, le riviste falso-comuniste che in Italia supportano l’imperialismo dell’Est - “Cumpanis”, “Gramsci oggi”, “Marx21” e “La Città Futura” - hanno organizzato nel pomeriggio di sabato 26 novembre un incontro pubblico a Milano presso il salone della Cooperativa Editrice “Aurora” di via Spallanzani, 6. L’iniziativa prevedeva l’intervento di ben sei relatori (tra i quali spicca il nome dell’arcirevisionista e imbroglione, direttore di “Cumpanis”, Fosco Giannini) per disquisire sul XX Congresso del PCC a anche per trattare gli altri temi cari ai lacché di Putin e Xi: la “crisi ucraina”, il “multilateralismo” e il “ruolo della Cina nello scenario geopolitico globale”.
Al fine di fare chiarezza sulla verità dei fatti inerenti l’argomento principale dell’iniziativa, militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI si sono posizionati nel cortile dell’edificio del luogo dell’evento per diffondere ai partecipanti un volantino riportante l’articolo, pubblicato su “Il Bolscevico” n.39, dal titolo: “XX Congresso nazionale del PCC borghese, revisionista e fascista. Il nuovo imperatore della Cina Xi Jinping traccia la linea per sviluppare il socialimperialismo e per conquistare l'egemonia mondiale”. Nei “corpetti” i nostri compagni portavano una locandina realizzata dal Comitato lombardo con la scritta “Con Mao per sempre, contro il capitalismo e il revisionismo, per il potere al proletariato e il socialismo” raffigurante Mao che si affaccia su Piazza Tian an men e con sotto una sua citazione: “Se mai noi dovessimo essere rovesciati e la borghesia dovesse saltare nuovamente in sella non avrebbe bisogno di cambiare alcun nome, potrebbe benissimo continuarsi a chiamare Repubblica popolare cinese. La questione principale è stabilire quale classe detiene il potere".
Diffondendo il volantino - preso con interesse da alcuni e rifiutato con fastidio da altri - i nostri compagni si sono ben presto resi conto della scarsissima affluenza all’iniziativa e che tra i pochi arrivati certo non prevalevano i sinceri comunisti, allorché sono usciti alcuni degli organizzatori, guidati da Vladimiro Merlin (presidente del centro culturale “Cumpanis” milanese) il quale, in preda all’isteria, ha intimato ai nostri compagni di uscire dal cortile del condominio minacciando di chiamare i vigili urbani e accusandoli di “violare la proprietà privata”. Dopo avergli risposto quanto fosse ridicolo vedere “un sedicente comunista appellarsi alla proprietà privata” e che il suo problema era in verità politico, i nostri compagni si sono riposizionati sul marciapiede davanti al portone del palazzo proseguendo imperterriti la diffusione fino ad oltre mezz’ora il programmato inizio dell’incontro pubblico che, constatata l’irrilevante partecipazione (specie se rapportata al suo programma e al numero dei relatori), si è rivelato essere un completo fallimento. Tanto peggio per loro, tanto meglio per la causa dell’autentico socialismo!

30 novembre 2022