In occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere sulle donne e le persone Lgbtqia+
Grande corteo di Nonunadimeno a Roma
La Digos identifica attiviste siciliane per lo striscione “Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra”
Protagonisti i giovanissimi del serpentone colorato contro la violenza sulle donne, il patriarcato e in difesa del diritto all'aborto e contro il governo Meloni

Il 26 novembre in migliaia le donne si sono riversate nelle vie centrali di Roma in occasione della manifestazione nazionale di Nonunadimeno (NUDM) in ricorrenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne e di genere che quest'anno cadeva il venerdì 25 ma che per motivi organizzativi è stata svolta il giorno dopo.
Nel comunicato del 23 novembre di NUDM invitava alla mobilitazione “Contro la violenza patriarcale che avvelena le nostre vite. Dal 1° gennaio al 22 novembre 2022 sono oltre 100 i femminicidi, lesbicidi e transcidi, come riporta l’osservatorio di Non Una di Meno (i dati saranno aggiornati il 25 novembre) e il conto continua a salire.
Contro l’economia di guerra che cancella il nostro futuro e le priorità poste dalla pandemia. Crisi climatica, violenza economica, disuguaglianze e impoverimento colpiscono soprattutto le donne, le persone lgbtqia+, migranti, precarie.
Contro il governo Meloni che attacca l’aborto e l’autodeterminazione riaffermando il diktat “Dio, Patria, Famiglia”, attacca l’educazione alle differenze e sessuale nelle scuole; attacca il welfare e il reddito di cittadinanza, misura insufficiente e condizionata, che ha una platea a maggioranza femminile.
Scenderemo in piazza con i centri antiviolenza femministi e transfemministi che apriranno il corteo e che rivendicano risorse e autonomia fuori dalle logiche di neutralizzazione, dei bandi e della riduzione a meri servizi sociali ”.
E così in molte hanno aderito a questo invito scendendo in piazza combattive e colorate. Protagoniste fra tutti le giovanissime insieme ai propri coetanei che hanno animato il colorato, serpentone con slogan e canzoni, chiedendo libertà e sicurezza per “tuttu”, senza distinzione di genere.
Aprono il corteo le donne iraniane, dietro lo striscione di NUDM “rivolta transfemminista”. Un gruppo di ragazze e ragazzi provenienti dall'Iran, hanno sciolto le corde che li intrecciavano tra loro per simboleggiare i lacci del regime e denunciare quanto succede da mesi nel loro Paese d'origine, dove diverse studentesse e giovani donne sono morte durante gli scontri con le forze dell'ordine in seguito a cortei e manifestazioni contro il governo. Dopo poco con l'urlo “donna vita libertà”, hanno ufficialmente dato il via alla manifestazione.
Diversi i cartelli e gli slogan per il diritto all'aborto: "La vita inizia dopo il caffè con buona pace degli antiabortisti", e per la sicurezza nelle strade per le donne. Non mancano slogan e cartelli contro il patriarcato. Vari cartelli ricordano il tragico dato delle “104 donne uccise in Italia nel 2022”.
Tante le ragazze e le donne con fazzoletti e sciarpe rosa fucsia al collo, e tante matrioske simbolo di Nonunadimeno, insieme a loro una nutrita presenza di uomini scesi in piazza per dire no alla violenza di genere.
Massiccia la presenza delle attiviste dei centri antiviolenza. In un importante comunicato di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza che motiva l'adesione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento femminista e transfemminista Non Una DI Meno, si legge: “La Rete nazionale antiviolenza sarà in piazza per ribadire la necessità di una mobilitazione generale, soprattutto in un momento storico di particolare gravità: la situazione economica, sociale, ambientale legata alla guerra e al cambiamento del quadro politico è per D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – preoccupante. Già dalle prime scelte del governo si possono intravedere le minacce al movimento delle donne ”. La loro presenza testimonia la volontà di salvaguardare i Centri antiviolenza gestiti dai movimenti delle donne e non istituzionali, che quotidianamente devono fari i conti non solo con la scarsità di risorse pubbliche destinate alle loro attività, ma soprattutto contro l’attacco alla loro autonomia e il tentativo di far progressivamente sparire i loro connotati politici del movimento delle donne, costringendoli in una cornice di mero servizio, il più possibile omologati ai servizi sociali esistenti, dando credito e peso ai tanti “Centri antiviolenza” nati ultimamente al dichiarato esclusivo scopo di “aiutare le vittime”, ma privi di qualsiasi attenzione verso il cambiamento della società.
Molti gli slogan contro il governo Meloni, uno striscione cita un gigantesco “Meloni vattene!” le combattive manifestanti scandiscono lo slogan “Meloni fascista, sei la prima della lista”.
Una ragazza, alza un cartello: “La presidente. Molto più di una questione linguistica”. Urlano contro “la” premier: “Governo Meloni preparati a tremare, siamo libere di lottare”; “Meloni amica del padrone, noi lottiamo per la rivoluzione”,
Alcune manifestanti siciliane hanno denunciato di essere state fermate e identificate dalla Digos per lo striscione “Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra”. Donatella, di Palermo, racconta: “Siamo state circondate dalla Digos per il nostro striscione, ce lo volevano togliere e strappare, minacciando di portarci in questura. Alcune di noi sono state identificate. Lo striscione, però, l'abbiamo difeso. Rivendichiamo quello che abbiamo scritto: questo governo ci attacca, non dà nulla al lavoro, vuole togliere il reddito di cittadinanza e fa passare un messaggio che siamo donne utili solo a fare figli per le fabbriche e per la guerra. Noi non ci stiamo e lo rivendichiamo, perché c'è libertà di pensiero. Fino a oggi”.
I cori e gli slogan contro Meloni non sono andati giù a FdI che ha attaccato le manifestanti. La ministra Daniela Santanché chiede di non sottovalutare le “gravi minacce”; Forza Italia esprime “piena solidarietà” alla premier; anche Lia Quartapelle del PD ha condannato lo striscione "brutto e sbagliato", mentre per la ministra Casellati è un attacco "inaccettabile". Pier Ferdinando Casini condanna gli "insulti" e invita l'opposizione a smetterla con "l'autolesionismo politico". I ministri Ciriani e Bernini parlano di "ipocrisia"; Guido Crosetto definisce i manifestanti "portatori di violenza". Francesco Lollobrigida auspica una "ferma condanna da parte di tutte le forze politiche". E da Milano Salvini, bersagliato con cori "fascista" da un gruppo di manifestanti mentre inaugurava la nuova metropolitana M4, ha reagito con arroganza mussoliniana su Twitter: "Se a sinistra vogliono continuare ad aggredire e schiumare rabbia, facciano pure: non ci intimidiscono e siamo più determinati che mai".
A queste coraggiose manifestanti identificate dalle “forze dell'ordine” asservite al governo neofascista Meloni va tutta la solidarietà militante del PMLI e de Il Bolscevico .
Anche in questa occasione NUDM ha imposto un corteo senza spezzoni né bandiere, invitando le rappresentanti politiche a “rimanere in ascolto e non occupare lo spazio mediatico” della manifestazione, dando indicazione anche ai partiti, ai sindacati e alle varie organizzazioni di rispettare tali indicazioni. Una imposizione che nuoce alla dialettica e al confronto, ora che c'è bisogno invece di creare un fronte unito più ampio possibile in grado di dar battaglia e abbattere il governo neofascista antifemminile Meloni e portare avanti e alla vittoria le rivendicazioni immediate e a lungo termine delle masse femminili e non solo.

30 novembre 2022