Milioni di persone senza elettricità, acqua e riscaldamento
L'Ucraina messa a ferro e fuoco dai criminali bombardamenti russi
Mentre sul campo è sempre più in difficoltà l'esercito invasore neonazista russo
Zelensky al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: “È un’assurdità che il diritto di veto sia riservato a colui che sta conducendo una guerra criminale”

 
Continua il criminale martellamento dei bombardamenti neonazisti russi contro l’Ucraina. Dal 20 al 26 novembre sono stati registrati 80 attacchi a Kherson, 16 persone sono state uccise e altre 35 sono rimaste ferite, tra cui un bambino. In totale nella regione 32 civili sono morti sotto le bombe russe. Il 27 novembre almeno cinque civili sono morti e altri quattro sono rimasti feriti durante i bombardamenti delle forze russe nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, mentre finora è stato impossibile stabilire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha.
Intanto i ripetuti attacchi aerei che stanno prendendo di mira le infrastrutture civili in tutta l'Ucraina, lasciano milioni di persone senza elettricità, acqua e riscaldamento, compromettendo la capacità di fornire questi servizi in tutto il Paese. Lo ha rilevato Oxfam il 25 novembre affermando che "l'attacco ai civili e alle infrastrutture civili costituisce una chiara violazione del diritto umanitario internazionale” e sottolineando che intanto le temperature stanno già scendendo sotto lo zero e potrebbero arrivare a -20°C in alcune zone, mentre la popolazione sta rimanendo senza beni di prima necessità. Cosa che potrebbe costringere sempre più persone a lasciare il Paese, causando nuove ondate di profughi. In questo quadro, Oxfam e altre 22 organizzazioni internazionali hanno lanciato un appello per soccorrere la popolazione, insieme alla ferma condanna per gli ultimi attacchi missilistici da parte delle forze russe. Di fronte all'emergenza che sta colpendo la popolazione in tutto il Paese le organizzazioni umanitarie lanciano un appello urgente per un'immediata cessazione degli attacchi contro la popolazione e le infrastrutture civili; per la creazione di canali di accesso (sicuri); per il rispetto del diritto umanitario internazionale nel garantire, senza condizioni e distinzioni, la sicurezza dei civili.
Il 26 novembre l'Ucraina ha invitato i suoi alleati a dirigere i loro sforzi verso il raggiungimento dell'obiettivo della vittoria e del ripristino dell'integrità territoriale dello Stato, "il che è abbastanza realizzabile". Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista rilasciata a Le Parisien e rilanciata dai media ucraini. "Diversi eminenti generali dall'altra parte dell'Atlantico e in Europa credevano fermamente che la Russia avrebbe impiegato al massimo una settimana per occupare Kiev e prendere il controllo dell'Ucraina a febbraio. Quindi, quando oggi sento valutazioni pessimistiche, chiedo a tutti di concentrare le proprie energie sull'aiutare a vincere, piuttosto che cercare ragioni per possibili fallimenti", ha aggiunto. Il 24 novembre era stato invece il presidente Zelensky ha chiedere la condanna del terrorismo energetico della Russia intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite convocata dopo gli ultimi attacchi missilistici della Federazione russa. “È necessario fornire una corretta valutazione del danno e della distruzione – ha affermato Zelensky - . Va detto che si tratta di attacchi contro le stesse infrastrutture che assicurano la vita di decine di milioni di persone...La giustizia deve essere ripristinata all’interno delle stesse strutture delle Nazioni Unite. Lo Stato terrorista non dovrebbe partecipare a nessuna votazione sulle questioni della sua aggressione, del suo terrore. È una situazione di stallo quando colui che ha causato la guerra, il responsabile del terrore, blocca qualsiasi tentativo da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di adempiere al suo mandato. Questa è un’assurdità che il diritto di veto sia riservato a colui che sta conducendo una guerra criminale. È necessario condurre il mondo fuori da questa impasse. È assolutamente possibile. Il mondo non dovrebbe essere tenuto in ostaggio da un terrorista internazionale. La Russia sta facendo di tutto per rendere il generatore elettrico uno strumento più potente e necessario della Carta delle Nazioni Unite. Dobbiamo e possiamo restituire un significato reale a tutte le cose, e soprattutto alla Carta delle Nazioni Unite”.
Intanto dal campo i bollettini militari aggiornati parlano di altre perdite ingenti tra l’esercito invasore neozarista russo, ben 590 uomini nella sola giornata del 28 novembre, facendo salire a 87.900 le perdite russe dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, diffuso su Facebook. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 87.900 uomini, 2.908 carri armati, 5.861 mezzi corazzati, 1.899 sistemi d'artiglieria, 395 lanciarazzi multipli, 209 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 278 aerei, 261 elicotteri, 4.416 autoveicoli, 16 unità navali e 1.555 droni.

30 novembre 2022