Papa Bergoglio sposa e propaganda la menzogna del genocidio di Stalin in Ucraina
Cambiano i papi ma l'anticomunismo non muore mai

 
All'udienza generale di mercoledì 23 novembre papa Bergoglio, nel contesto dei saluti finali dedicati, tra l'altro, al popolo ucraino duramente colpito dalla guerra, ha citato la menzogna antistorica del cosiddetto 'Holodomor' attribuendo espressamente a Stalin lo sterminio per fame degli ucraini e, cosa ancora più grave, accostando la politica di Stalin verso l'Ucraina a quella di Putin.
Questo sabato – ha detto il papa - ricorre l’anniversario del terribile genocidio di Holodomor, lo sterminio per la fame del 1932-33 causato artificialmente da Stalin ”. Ma non è finita qui. “Preghiamo per le vittime di questo genocidio – ha proseguito il pontefice - e preghiamo per tanti ucraini – bambini, donne, anziani, giovani – che oggi soffrono il martirio dell’aggressione ”, accostando implicitamente la politica di Stalin nei confronti dell'Ucraina all'aggressione operata da Putin contro quel Paese, un paragone inaccettabile, tra l'altro, sia sul piano politico sia su quello giuridico sia su quello storico.
È inaccettabile l'accostamento sul piano politico perché Stalin ebbe, lui georgiano, per tutta la sua vita, ancora prima della Rivoluzione di Ottobre del 1917, la massima attenzione al problema delle nazionalità e della loro autodeterminazione, come questo giornale ha avuto modo ampiamente di illustrare riguardo all'Ucraina (si veda, tra l'altro, Il Bolscevico n. 13 del 7 aprile 2022, http://www.pmli.it/articoli/2022/20220330_13i_UcrainaNascitaUrss.html) mentre Putin, riesumando la politica degli zar russi che per secoli negarono qualsiasi autonomia alle nazionalità del loro impero, nega all'Ucraina dignità nazionale, tanto da muovergli guerra (si veda, tra l'altro, Il Bolscevico n. 9 del 10 marzo 2022, http://www.pmli.it/articoli/2022/20220302_09_StoriaQuestioneUcraina.html).
È inoltre inaccettabile il paragone tra Stalin e Putin sotto il profilo strettamente giuridico, perché all'epoca del cosiddetto 'Holodomor' – secondo le testuali parole del papa, nel 1932 e nel 1933 - Stalin non aveva alcun incarico governativo né nell'Unione Sovietica né in alcuna delle repubbliche socialiste che componevano tale Stato federale (in quegli anni presidente del Consiglio dei commissari del popolo dell'URSS era Vjačeslav Michajlovič Molotov mentre l'omologo ucraino era Vlas Jakovlevič Čubar') mentre Putin è, ed era al momento dell'invasione dell'Ucraina, il capo di Stato di una repubblica semipresidenziale, la Federazione Russa: in parole povere, Stalin negli anni 1932 e 1933 non disponeva di alcun potere pubblico, anche se godeva di un prestigio immenso in quanto era – e rimane – uno dei più grandi edificatori del socialismo di ogni tempo, mentre al contrario Putin oggi, ha poteri sconfinati, ancor più ampi di quelli del presidente degli Stati Uniti.
Infine, ed è la cosa più importante, il paragone tra i fatti del cosiddetto 'Holodomor' attribuiti a Stalin e quelli perpetrati alla luce del sole da Putin quest'anno è inammissibile sotto il profilo storico, perché nel primo caso si tratta di un vero e proprio falso propagandistico, nel secondo una triste realtà di cronaca. Il papa, a questo proposito, evidentemente non pago di quanto affermato all'udienza generale, ha affidato all'edizione del 25 novembre dell'Osservatore Romano una sua lettera aperta al popolo ucraino, scritta il giorno precedente. Oltre a una manifestazione di sentita e partecipata vicinanza del papa alle sofferenze che il popolo ucraino deve sopportare a causa della guerra scatenata da Putin, Bergoglio scrive: “cari fratelli e sorelle, in tutto questo mare di male e di dolore – a novant'anni dal terribile genocidio dell'Holodomor –, sono ammirato del vostro buon ardore ”. Il papa, per la seconda volta, accosta le attuali sofferenze del popolo ucraino provocate dai criminali bombardamenti di Putin a quelle provocate, a suo dire, da un vero e proprio atto di genocidio perpetrato novanta anni fa contro quel popolo, ma il paragone non regge, stavolta, sul piano storico. Quel che purtroppo è vero è che nel 1932 vasti territori dell'allora Unione Sovietica furono colpiti da una combinazione di catastrofi naturali, del tutto imprevedibili, quali siccità in alcune aree, troppa pioggia in altre, infestazione di parassiti della muffa e della ruggine, proliferazione di roditori in alcune aree, tutti fattori che che danneggiarono fortemente i raccolti e che giunsero in concomitanza con epidemie di tifo, di dissenteria e di febbre tifoide. Le aree geografiche dell'URSS ad essere colpite da alcuni o da tutti i flagelli naturali sopra descritti furono quelle dell'Ucraina centrale e orientale, del Caucaso settentrionale, del basso Volga, degli Urali meridionali, del Kazakistan occidentale e della Siberia occidentale, e ci furono circa tre milioni di morti, di cui uno nel territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Basterebbe questa sintesi a far comprendere che il problema non riguardò soltanto l'Ucraina, e che quindi a nessuno (papa compreso) può essere consentito di parlare di genocidio, ossia di atti volutamente preordinati all'eliminazione fisica di un'intera popolazione, ai danni degli Ucraini, a meno che non si accusi Stalin di avere diffuso ai quattro angoli dell'Unione Sovietica, come un untore manzoniano, epidemie e parassiti. Peraltro alcuni territori, allora facenti parte della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, furono toccati marginalmente o non furono toccati da tali flagelli, come la Crimea e l'allora parte occidentale della repubblica socialista. Che, d'altra parte, Stalin si fosse adoperato per dare utili suggerimenti alle legittime autorità sovietiche, centrali e locali, su come alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite, è documentato da precise e inequivocabili fonti storiche (si veda, tra l'altro, Il Bolscevico n. 12 del 31 marzo 2022, http://www.pmli.it/articoli/2022/20220323_12_FalsitaHolodomor.html, che contiene una puntuale e documentata ricostruzione sia dei fatti realmente accaduti sia di come nacque e si diffuse l'assurdo mito antistorico del cosiddetto 'Holodomor', ossia della carestia pianificata ad arte).
Il cosiddetto 'Holodomor', insomma, è una volgare menzogna antistorica che mescola fatti reali (le imprevedibili catastrofi naturali che provocarono esse stesse la stragrande maggioranza dei decessi) a pure fantasie anticomuniste (la fuorviante tesi secondo la quale il governo sovietico, e Stalin in particolare, avrebbero promosso politiche economiche tali da provocare la carestia).
Se un papa come Bergoglio, che si spaccia per progressista, raccoglie e rilancia il peggiore anticomunismo con accuse addirittura costruite ad arte dalla propaganda hitleriana, non fa che confermare che i papi cambiano ma l'anticomunismo non muore mai. Ancor oggi si aggira lo spettro del comunismo, ecco perché, come esordiva efficacemente Il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels, continuano a demonizzarlo e a coprirlo di insulti e di falsità storiche di ogni tipo: “Tutte le potenze della vecchia Europa, il papa e lo zar... radicali francesi e poliziotti tedeschi, si sono alleati in una santa caccia spietata contro questo spettro. ” Non riuscirono a sconfiggerlo allora e non riusciranno oggi.

7 dicembre 2022