Proseguono le barbarie dell’imperialismo neozarista
Putin bombarda città e civili ucraini ma subisce l'attacco a due basi militari aeree in Russia
In Russia cala il sostegno popolare all’invasione dell’Ucraina
Zelensky sui crimini degli occupanti russi: “Sono sicuro che ci sarà un tribunale, ci sarà giustizia”
 
Dopo i numerosi insuccessi sul campo di battaglia, razzi e droni russi continuano a martellare incessantemente le città ucraine, i civili, le infrastrutture strategiche per togliere riscaldamento, elettricità e acqua potabile alla popolazione provocando grande sofferenza alle popolazioni locali, mentre l'inverno sta iniziando. E tuttavia Putin è costretto a subire il più spregiudicato attacco a due basi militari aeree russe di Ryazan e Saratov, base quest'ultima che dista ben 600 chilometri dal confine ucraino e dove sono allocati i famigerati aerei Tu-160 e i Tu-95 capaci di lanciare ordigni nucleari ma anche di sparare missili da crociera come quelli che in questi mesi stanno piovendo in territorio ucraino. Se le notizie fossero confermate sarebbe l'attacco condotto più in profondità in territorio russo dall'inizio della guerra.
Il 30 novembre il ministero russo della Difesa aveva annunciato di aver occupato il villaggio di Andriivka, nove chilometri a sud di Bakhmut, la città del Donbass che le forze di occupazione di Mosca stanno cercando da mesi di conquistare. Mosca rivendica anche il successo di un attacco a Vodyane, un villaggio sulla linea del fronte situato fra Andriivka e Donetsk. Tuttavia blogger militari russi affermano che le truppe ucraine continuano a prendere di mira Andriivka. Al momento non vi sono conferme indipendenti delle affermazioni russe. Dopo i successi delle forze di Kiev nel sud dell'Ucraina, dove è stata liberata Kherson, la Russia ha concentrato molte truppe nell'area di Bakhmut, dove erano già in corso intensi combattimenti, nella speranza di un successo che possa sollevare il morale dei soldati. Nella mattina del primo dicembre i russi hanno poi bombardato l'ospedale di Bilopija, nella regione di Sumy, dove hanno effettuato 158 attacchi di artiglieria e 28 di mortaio. Cinque civili sono stati uccisi e altri 15 sono rimasti feriti nei bombardamenti russi nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale.
Il 3 dicembre bombardata per 28 volte in 24 ore la regione meridionale di Kherson, dove l'esercito russo ha colpito il centro clinico oncologico, condomini della città, infrastrutture civili. Al 4 dicembre più di 500 località ucraine sono ancora senza elettricità a causa dei bombardamenti russi delle ultime settimane che hanno danneggiato gran parte la rete elettrica nazionale. Lo ha riferito il ministero dell'Interno ucraino. "Il nemico continua ad attaccare le infrastrutture critiche del Paese. Attualmente, 507 località in otto regioni del nostro Paese sono tagliate fuori dalla fornitura di energia", ha detto alla televisione ucraina Yevgeniy Yenin, primo vice ministro dell'Interno. Nel dettaglio, "la più colpita è la regione di Kharkiv, dove sono isolati 112 villaggi; nelle regioni di Donetsk e Kherson più di 90; nella regione di Mykolaiv 82; 76 nella regione di Zaporizhia; 43 nel Lugansk".
Cruenta battaglia nella stessa notte in Ucraina nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia, dove l'esercito neonazista russo ha attaccato un villaggio innescando la risposta delle unità ucraine: "Trecento militari della Federazione russa sono rimasti uccisi o feriti", ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh. Gli occupanti russi hanno giustiziato pubblicamente un gruppo di civili nella parte occupata della regione di Lugansk: lo ha riferito l'attivista e avvocato ucraino Sergiy Sternenko su Telegram, postando le relative immagini, come riporta Ukrinform. "Nella regione di Luhansk, i russi hanno giustiziato pubblicamente dei civili. È stata una mossa di facciata, in modo che tutti la vedessero. E il mondo deve vederlo. Una vera e propria vile faccia russa di disumani che ostentano le loro atrocità", ha scritto Sternenko. Per il presidente ucraino Zelensky "La situazione al fronte è difficile. Nonostante le enormi perdite russe, gli occupanti stanno ancora cercando di avanzare nella regione di Donetsk, entrare nella regione di Luhansk, spostarsi nella regione di Kharkiv e stanno pianificando qualcosa nel sud (…) Hanno detto che avrebbero conquistato il Donetsk: in primavera, estate, autunno. L'inverno sta iniziando... ogni giorno perdono centinaia di soldati mobilitati e di mercenari".
Secondo l'aggiornamento dello Stato maggiore ucraino, è intanto salito a 90.600 il bilancio delle vittime tra i soldati russi, tra cui 510 militari morti nei combattimenti del 2/3 dicembre. Inoltre, afferma il report, le truppe ucraine hanno distrutto 2.917 carri armati nemici, 5.886 veicoli blindati, 1.906 sistemi di artiglieria, 395 lanciamissili, 210 sistemi antiaerei, 280 aerei, 263 elicotteri, 1.572 droni operativo-tattici, 531 missili da crociera, 16 navi da guerra, 4.472 veicoli e serbatoi di carburante. Mentre il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, stima che dall'inizio del conflitto sono stati uccisi "tra i 10mila ed i 13mila" militari ucraini. È invece salito a 443 il numero di bambini ucraini rimasti uccisi dall'inizio della guerra, più di 852 sono stati feriti: lo riferisce la Procura generale di Kiev. Più di 9.400 civili sono già stati uccisi dai bombardamenti russi e quasi 6.800 sono rimasti feriti. Lo ha riferito il 4 dicembre Yevhen Yenin, viceministro agli affari interni ucraino. Secondo il viceministro, gli agenti di polizia stanno registrando nei territori liberati dalle truppe ucraine sempre più crimini commessi dalle forze nemiche.
Nel consueto videodiscorso notturno alla nazione, il 2 dicembre il presidente Zelensky si è mostrato convinto che sarà un tribunale speciale a giudicare la Russia per la sua aggressione all'Ucraina. Per tutta la settimana che sta per concludersi l'Ucraina ha lavorato "a vari livelli nelle capitali europee per ottenere una massa critica di sostegno per l'avvio di un tribunale speciale, un tribunale sull'aggressione russa - ha detto Zelensky -. Londra, Parigi, Berlino, Varsavia e altre capitali. Stiamo rafforzando la nostra posizione ovunque, accumulando il sostegno dei nostri partner. Sono sicuro che ci sarà un tribunale, ci sarà giustizia". Sul piano diplomatico rileviamo le dichiarazioni del primo dicembre del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un punto stampa a Pechino dopo il suo incontro con il presidente Xi Jinping: “ "Il presidente Xi ha chiarito che la Cina non fornisce armi alla Russia e che la minaccia nucleare non è accettabile”.
Importanti rilevazioni arrivano intanto dalla Russia dove cala il sostegno popolare per la guerra in Ucraina. Secondo un sondaggio riservato commissionato dal Cremlino, riferisce il sito indipendente Meduza, il 55% dei russi è favorevole a negoziati di pace e solo il 25% sostiene la prosecuzione del confitto. A luglio lo stesso tipo di sondaggio segnalava solo un 30% di favorevoli al negoziato. Due fonti vicine all'amministrazione presidenziale hanno detto a Meduza che, di fronte al risultato, il Cremlino intende limitare i sondaggi aperti sugli umori del pubblico di fronte alla guerra. I risultati del rilevamento riservato coincidono con quello del centro indipendente di sondaggi russo Levada, con un 57% a favore dei negoziati e un 27% per la prosecuzione del conflitto. Secondo il direttore di Levada, Denis Volkov, l'opinione pubblica è cambiata dopo la mobilitazione del 21 settembre, perché i cittadini non vogliono essere coinvolti direttamente nel conflitto. Cosa confermata dal vice ministro della Difesa ucraina Hanna Maliar durante una conferenza stampa: “Nelle primissime battaglie, è diventato chiaro che la priorità per i neo-arrivati è il desiderio di evitare di partecipare alle ostilità. A causa del basso livello di addestramento, le perdite di uomini stanno aumentando, anche di militari con esperienza di combattimento, il che porta a un malcontento di massa nelle unità delle forze di occupazione russe”. Ha finora raccolto 36.480 firme la petizione online promossa da un gruppo di madri di soldati russi e dal movimento "Resistenza femminista contro la guerra" per chiedere il ritiro delle truppe di Mosca dall'Ucraina, mentre Iryna Chistyakova del “Consiglio delle madri e delle mogli dei militari” nell’ultimo briefing mostrando la foto del figlio ha significativamente affermato: “Questo è mio figlio e ho bisogno di lui. Putin non ha bisogno di lui, Shoigu (il ministro della Difesa russo, ndr) non ha bisogno di lui. Stanno seduti, al caldo. Non sono in trincea e non sono in prigione da 8 mesi in Ucraina. Con i nazisti, come si suol dire. La domanda è: perché i nazisti fanno uscire i nostri prigionieri in condizioni normali? Forse non ci stanno dicendo qualcosa e non ci sono affatto nazisti lì?”.
E il pericolo di un'escalation dell'aggressione russa diventa sempre più grande, non solo per il coinvolgimento delle centrali elettriche nucleari ma anche per l'allargamento del conflitto ai paesi confinanti: nella vicina Moldavia il ministero dell'Interno ha dichiarato che la polizia di frontiera ha rinvenuto un missile in un frutteto vicino alla città settentrionale di Briceni, vicino all'Ucraina, ma per ora non è accertato chi e quando lo abbia lanciato.
 

7 dicembre 2022