Lottiamo contro l'Autonomia regionale differenziata

 
Il governo neofascista Meloni, tramite il ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia Roberto Calderoli, intende assumersi la responsabilità storica di approfondire i disastri già provocati dalla prima regionalizzazione attuata in applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, proposta e attuata dal “centro-sinistra”. Proprio ciò che è successo e sta succedendo in conseguenza di quella riforma, compresi gli scontri tra Stato e regioni, dimostra che un solo passo in più sulla strada dell’autonomia regionale aprirebbe scenari inquietanti di vera frantumazione della Repubblica. Ciò di cui ha bisogno il Paese è di fermarsi, non di procedere ulteriormente nella divisione.
A causa della profonda crisi economica, finanziaria, energetica e climatica del sistema capitalista e dell’inettitudine dei suoi governanti le condizioni delle masse popolari peggiorano sempre più e il progetto di autonomia regionale differenziata darà un altro colpo di maglio in questa direzione liberista e liberticida. Strategicamente bisogna invece puntare primariamente alla piena occupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno, all’abbattimento delle disuguaglianze economiche, sociali, di genere e territoriali, al risanamento delle periferie urbane.
La Repubblica è “una e indivisibile” come sono indivisibili i diritti che spettano a tutti i cittadini a parità di condizione. L’autonomia regionale differenziata punta invece allo Stato federale, con Regioni di serie A e di serie B. Oltre alle questioni economiche e finanziarie neoliberiste e liberticide c’è una questione di deciso attacco alla stessa democrazia borghese. Il ruolo del governo nella bozza Calderoli inabissa il Parlamento. La Regione prende l’iniziativa; il ministro avvia un “negoziato”; trovato l’accordo, il Consiglio dei ministri approva lo schema di intesa che viene trasmesso alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, il cui parere non è vincolante; il governo e la Regione approvano lo schema di intesa definitivo; infine il Parlamento mette un timbro, senza il potere di correggere l’intesa, di proporre emendamenti. Prendere o lasciare. Se prendi è per sempre, dall’intesa non si può tornare indietro, a meno che non sia d’accordo pure la Regione.
Il PMLI si batte per garantire uguaglianza dei diritti, contro vecchie e nuove disuguaglianze. Lo vorremo fare con quanti, cittadine e cittadini, partiti, associazioni, sindacati, personalità, organi di stampa e mass media, condividono le ragioni di questa lotta e l’impegno per tenere unito il Paese. Affinché il parlamento e le Regioni abbandonino una volta per tutte e per sempre ogni tentazione di autonomia regionale differenziata che va invece affossata!

 

Partito marxista-leninista italiano


14 dicembre 2022