La nascita e lo sviluppo de “Il Bolscevico”
Un miracolo del proletariato
di Mino Pasca

 

Vogliamo celebrare il 53° Anniversario della nascita de “Il Bolscevico”, avvenuta il 15 dicembre 1969, riproponendo ai nostri lettori l'articolo scritto, e pubblicato sul n.51 del 1979, in occasione del Decimo Anniversario dall'allora Direttore politico Mino Pasca, articolo che allora fu firmato con lo pseudonimo di Achille Zanieri.

Nel festeggiare un anniversario così importante ci viene spontaneo pensare a questi dieci anni che ci dividono da quel giorno in cui vide la luce il primo numero del giornale; non già o, meglio, non soltanto per ricordare come eravamo e come siamo diventati, quanto e soprattutto per trarre forza e nuovo slancio dall'eroico spirito rivoluzionario che ha animato “Il Bolscevico” in questi anni. Il raffronto del presente col passato risulta fin troppo facile e, tutto sommato, inutile senza ricordare perché e come "Il Bolscevico" nacque, la sua storia, il cammino che ha percorso per diventare quello che è. Ricordandolo, viceversa, potremo spiegare il miracolo non divino bensì umano compiuto dal giornale e insieme potremo aver più chiaro davanti a noi quanta strada ci rimane da percorrere e come percorrerla perché esso riesca nel futuro a rispondere appieno ai suoi compiti.
Ho parlato di miracolo e non a caso. Mi riferisco a quell'unico miracolo che ci è dato conoscere. Altrimenti, come potremmo giustificare il fatto che la sua voce non sia stata soffocata, né ammansita dalla borghesia e dal revisionismo per quanto sia nato povero come povero è il nostro proletariato? Una povertà materiale sconfinata: povero di mezzi finanziari e di sostegni economici occulti, sprovvisto di giornalisti professionisti e finanche di una consistente esperienza nel settore da parte di quei compagni chiamati a redigerlo, privo di un modello di giornale autenticamente comunista tra quelli esistenti nel nostro paese; gli era persino negata una rete di distribuzione nazionale che non fosse la diffusione militante. Ci trovavamo in quelle condizioni che da sempre la classe dominante borghese ha riservato alla classe operaia perché quest'ultima insieme alle sue braccia avesse incatenata anche la sua lingua. Eppure la difficoltà dell’impresa ebbe su di noi l'effetto di eccitare e non di mortificare il nostro spirito.
A quella sconfinata povertà materiale corrispondeva una altrettanto sconfinata ricchezza spirituale: le nostre incrollabili fiducia nella causa dei comunismo e determinazione a contribuire alla vittoria della rivoluzione e del socialismo. Queste incrollabili fiducia e determinazione avevano ricevuto un forte impulso dalla grandiosa avanzata della lotta di classe in tutto il mondo. Il significato internazionale della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, l’estendersi della lotta antimperialista e l’esplosione dell’“autunno caldo" a cui si era aggiunto appena un anno prima il movimento del Sessantotto, eventi che avrebbero cambiato il corso della storia del Paese, furono determinanti per l'unità e l’organizzazione degli autentici marxisti-leninisti italiani e, quindi, per la nascita de “Il Bolscevico”.
"Il Bolscevico" è nato in quegli anni perché in quegli anni l'unità degli autentici marxisti-leninisti italiani entrò nella fase della definitiva liquidazione della corrente revisionista sin ad allora largamente maggioritaria nelle sfere dirigenti del movimento marxista-leninista italiano. E fu fondato con la piena consapevolezza che: "Nell'Europa moderna senza un organo di stampa politico è inconcepibile un movimento che meriti di essere chiamato politico. Senza un organo di stampo politico è assolutamente impossibile adempiere iI nostro compito di concentrare tutti gli elementi di malcontento e di protesta politica, di fecondare con essi il movimento rivoluzionario del proletariato” (Lenin).
Ideato, fondato e diretto personalmente dal nostro Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, al quale va il nostro riconoscimento e i ringraziamenti perché in pochi anni l'ha messo in grado di assolvere ai compiti sempre più impegnativi della lotta di classe, “Il Bolscevico” ha una storia che è un tutt’uno con la lotta degli autentici marxisti-leninisti italiani per darsi il loro partito e per porlo, una volta costituito, alla direzione del proletariato e della rivoluzione socialista italiana. "Il nostro proletariato — ha indicato il compagno Scuderi — prima della fondazione de 'Il Bolscevico', non ha mai avuto un giornale che rispecchiasse fedelmente la sua ideologia e i suoi interessi di classe oppressa e sfruttata e che gli indicasse concretamente la strada della sua emancipazione”, ecco perché doveva divenire “una bandiera di combattimento delle masse sfruttate e oppresse del nostro Paese, un potente mezzo di organizzazione e di lotta dei rivoluzionari e di tutte le forze anticapitaliste, antifasciste e antirevisioniste Italiane, una lama affilata che penetra profondamente nel cuore dei nemici di classe all'interno e all'esterno dell'Italia, un metro con il quale i partiti fratelli misurano la nostra fedeltà al marxismo-leninismo- pensiero di Mao Zedong e all'internazionalismo proletario". (Discorso pronunciato in occasione della prima riunione plenaria della Redazione centrale de "Il Bolscevico" dopo la fondazione del PMLI — 12 giugno 1977)
Animato da questi principi, "Il Bolscevico" è cresciuto insieme allo sviluppo dell'unità degli autentici marxisti-leninisti italiani del PMLI e dopo la sua fondazione: ha contribuito dapprima a definire, ad approfondire e a propagandare la strategia e la tattica della conquista del potere politico da parte del proletariato e a diffondere nel proletariato rivoluzionario e fra i suoi alleati la necessità del partito marxista-leninista, e quindi, quale organo centrale del PMLI, ha assunto in pieno il suo ruolo di propagandista, agitatore, organizzatore collettivo.
In quanto organo del PMLI, "II. Bolscevico" è la voce del proletariato rivoluzionario italiano, è la tribuna ove trovano eco e sostegno, forza e indicazioni, le esigenze, le aspirazioni, le lotte di tutti gli sfruttati e gli oppressi, all’interno come all'esterno del Paese. Ogni avvenimento internazionale e nazionale lo vedono apertamente schierato dalla parte della classe operaia e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao dalla parte del progresso e del socialismo, lo vedono combattere con l'arma della propaganda quella stessa battaglia che i protagonisti combattono sul terreno dello scontro di classe. Ecco perché “Il Bolscevico” non ha nulla a che spartire con gli altri giornali borghesi, revisionisti e pseudorivoluzionari.
Il successo de “Il Bolscevico” dipende dall'impegno che noi redattori riusciremo a produrre perché esso possa conquistarsi ancora di più la fiducia del movimento operaio e delle masse popolari, perché esso possa contribuire in modo vivo e penetrante a far loro conoscere attraverso i suoi articoli, le sue denunce, le sue analisi di carattere politico e teorico la linea rivoluzionaria del PMLI. Si tratta di un impegno che coinvolge gli strati rivoluzionari del popolo lavoratore, che li chiama in causa, che li invita a considerare “Il Bolscevico” il proprio giornale e quindi ad aiutarlo, a collaborarvi, a scrivergli, a discuterlo e a diffonderlo. Da questo impegno congiunto trarrà immenso giovamento la causa della rivoluzione e del socialismo.
Ecco perché “Il Bolscevico” non fa mistero di essere un importante ingranaggio di quella gigantesca macchina diretta dal Partito che è la rivoluzione socialista italiana.


14 dicembre 2022