I giudici di Torino mandano alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sull’attenuante rispetto al reato di strage politica
Una mostruosità il regime del 41-bis e la richiesta dell'ergastolo ostativo per l'anarchico Cospito
Sciopero della fame dell'ideologo del FAI contro il regime del 41 bis a cui è sottoposto, peggio dei mafiosi

Lo scorso 5 dicembre, nel corso del processo di appello contro gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino – esponenti di primo piano del FAI, ossia della Federazione Anarchica Informale - per l'esplosione di una bomba a Fossano nel 2006, la Corte d'appello di Torino, accogliendo alcune eccezioni della difesa, ha deciso che sarà la Corte costituzionale a doversi pronunciare sulla legittimità costituzionale dell'ergastolo ostativo, previsto dall'articolo 41 bis della legge sull'ordinamento penitenziario, che si applica, senza che tale misura possa essere mitigata da altre pene, ai responsabili del reato di devastazione, saccheggio e strage previsto dall'articolo 285 del codice penale, delitto di cui la Procura accusa Cospito.
Per comprendere meglio i termini della questione è opportuno ricostruire la vicenda da quando, nel cuore della notte del 2 giugno 2006, esplosero vicino alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, due bombe rudimentali a bassissimo potenziale, a distanza di trenta secondi l'una dall'altra, collocate dentro cassonetti della spazzatura.
Tali ordigni, per il loro bassissimo potenziale e per essere scoppiati nel cuore della notte dentro un cassonetto di rifiuti, erano evidentemente dimostrativi, tanto da non avere provocato danni a cose o a persone e limitandosi a fare soltanto parecchio rumore rumore, ma evidentemente lo Stato borghese si è legato al dito sia il fatto che l'esplosione sia avvenuta nel giorno della festa della Repubblica sia che lo scoppio sia avvenuto nei pressi di una sede di un corpo di polizia militare, l'arma dei carabinieri, che costituisce uno dei suoi massimi simboli, e questo spiega la ferocia vendicativa con la quale ha agito di seguito la magistratura italiana.
Già condannato a 10 anni nel 2014 per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi - azione della quale Cospito rivendicò la piena paternità e per la quale sta attualmente scontando la pena - fu poi condannato, insieme ad Anna Beniamino, a 20 anni di reclusione nell’ambito del procedimento Scripta Manent, in quanto riconosciuto colpevole di avere collocato i due ordigni di Fossano. Il reato attribuitogli originariamente era quello di strage - previsto dall’art. 422 del codice penale il quale comporta, in presenza di atti che abbiano messo in pericolo l'incolumità delle persone ma in assenza di vittime, una pena non inferiore a 15 anni - ma la Cassazione ha riqualificato lo scorso luglio il reato ascritto a Cospito in quello ben più grave di devastazione, saccheggio e strage previsto dall'articolo 285 del codice penale il quale, come si è scritto sopra, prevede l’ergastolo ostativo anche in assenza di vittime.
L'articolo 422 del codice penale, infatti, dispone che “chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 28, al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità è punito, se dal fatto deriva la morte di più persone, con l'ergastolo ”. “Se è cagionata la morte – prosegue l'articolo - di una sola persona, si applica l'ergastolo. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore a quindici anni ”. Invece, l'articolo 285, che la Cassazione ha ritenuto configurabile per le azioni di Cospito, dispone: “chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso è punito con l'ergastolo ”.
All'udienza dello scorso 5 dicembre, quindi, la pubblica accusa, conformemente a quanto affermato dalla Cassazione, aveva richiesto l'ergastolo ostativo per Cospito e 27 anni e un mese per la Beniamino.
È inaccettabile che la magistratura attui così spudoratamente due pesi e due misure, ossia tratti con i guanti bianchi delinquenti socialmente pericolosi che hanno assassinato a sangue freddo e per futili motivi persone inermi e si dimostri, al contrario, spietata fino alla ferocia per chi - come Cospito, la Beniamino e altri anarchici condannati a pene fino a venti anni per aver fatto parte della Federazione Anarchica Informale che ha compiuto solo atti dimostrativi senza uccidere né ferire nessuno – non solo non fa parte della cricca istituzionale al potere ma contesta apertamente questo sistema.
È a questo punto indispensabile confrontare le pene che la giustizia vuole infliggere a questi anarchici, che non hanno ucciso mai nessuno, con quella inflitta agli autori di efferati fatti di sangue che ha visto protagonisti alcuni appartenenti a corpi di polizia. Gli agenti della polizia di Stato Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri – che il 25 settembre 2005 massacrarono a Ferrara il diciottenne Federico Aldrovandi - furono definitivamente condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi, beneficiando peraltro dell'indulto, per cui fecero solo 6 mesi di galera. Andò più o meno alla stessa maniera agli agenti della polizia di Stato Mauro Miraz, Maurizio Mis e Giuseppe De Biasi – i quali il 27 ottobre 2006 uccisero a Trieste il trentaquattrenne disabile psichico Riccardo Rasman – che furono definitivamente condannati a 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. All'agente della polizia di Stato Luigi Spaccarotella – riconosciuto responsabile in via definitiva dell'omicidio del ventiseienne Gabriele Sandri al quale Spaccarotella aveva sparato l'11 novembre 2007 nell'autostrada nei pressi di Arezzo – la giustizia ha comminato 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario, che con la buona condotta in carcere diventano poco più di sette. Domenico Romitaggio ed Emiliano D'Aguanno, agenti della polizia di Stato – che il 6 settembre 2008 uccisero a calci e pugni all'interno del posto di polizia alla stazione centrale di Milano il cinquantottenne senzatetto Giuseppe Turrisi - furono definitivamente condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, che con la buona condotta diventano nove. Infine, i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro – riconosciuti definitivamente responsabili materiali dell'efferato assassinio del trentenne Stefano Cucchi, avvenuto il 22 ottobre 2009 in una caserma di Roma – se la sono cavata con 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale che, neanche a farlo apposta, diventeranno 9 con la buona condotta. Infine – a buon intenditor poche parole – bisogna ricordare che ci sono state persone – Giuseppe Uva, Marcello Lonzi e Serena Mollicone tra gli altri – che di tutto sono morti tranne che per il freddo.
Per Cospito, invece, che non ha mai ucciso nessuno ma in compenso è un ideologo della Federazione Anarchica Informale (la quale, peraltro, non si è mai resa responsabile di fatti di sangue, contrariamente agli appartenenti ai due corpi di polizia citati in precedenza), lo Stato borghese vorrebbe l'ergastolo ostativo. Per la Beniamino - che allo stesso modo non ha mai ammazzato nessuno – lo stesso Stato borghese, che ha condannato efferati assassini a pene ridicole, vorrebbe le fossero inflitti 27 anni e un mese, mentre altri anarchici della Federazione Anarchica Informale – i quali allo stesso modo non hanno mai ucciso nessuno - sono già stati condannati in via definitiva a pene che vanno fino ai 20 anni!
Alfredo Cospito - che lo Stato borghese vuole colpire con una pena paragonabile a quelle inflitte per le stragi di mafia, che hanno provocato un elevato numero di morti e ingenti distruzioni materiali, non ci sta a questa barbarie - e ha iniziato uno sciopero della fame in carcere insieme ad Anna Beniamino. All'udienza del 5 dicembre scorso, mentre centinaia di anarchici protestavano fuori dalla Corte d'appello e anche dentro, ha dichiarato in videoconferenza dal carcere sardo dove è detenuto: “la magistratura della repubblica italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo più avere la possibilità di rivedere le stelle, la libertà. Seppellito definitivamente con l’ergastolo ostativo, che non ho dubbi mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una 'strage politica', per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno e che di fatto non hanno ferito e ucciso nessuno. Non soddisfatti, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dalla galera continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con la mordacchia medievale del 41 bis, condannandomi ad un limbo senza fine in attesa della morte ”.
La sola possibilità che a Cospito sia irrogata la pena dell'ergastolo ostativo in relazione a fatti che hanno provocato solo il danneggiamento di qualche cassonetto dell'immondizia è aberrante non soltanto per un giurista ma anche per qualsiasi cittadino. Come giudicare uno Stato che condanna i suoi pubblici ufficiali responsabili di gravissimi fatti di sangue a pene irrisorie e un avversario del sistema a pene pesantissime per fatti irrisori? Può ritenersi proporzionata una pena come l’ergastolo in presenza di un reato di mero pericolo quando il pericolo di una strage non c'è mai stato né a Fossano né altrove? È giustificabile che Cospito sia colpito in modo così aberrante solo in quanto, da anarchico, non ha collaborato con la magistratura?
Queste sono le domande che ci poniamo noi marxisti leninisti, che porgiamo la nostra solidarietà ad Alfredo Cospito, ad Anna Beniamino e a tutti gli anarchici che sono già stati condannati in quanto ritenuti responsabili delle bombe dimostrative che non hanno, si ripete, ferito e men che meno ucciso nessuno: lo Stato borghese e le sue aberranti istituzioni sono nemici giurati dei loro oppositori conseguenti e sono spietati contro chi combatte l'attuale ordinamento giuridico ereditato dal fascismo, in quanto l'articolo 285 del codice penale è stato scritto agli inizi degli anni Trenta dello scorso secolo, in pieno regime fascista. Originariamente la pena per il reato che vogliono attribuire ad Alfredo Cospito era la pena di morte, ma l'ergastolo ostativo è quanto di più simile alla pena di morte che questo ordinamento borghese possa concepire.

14 dicembre 2022