L’accusa per Mocerino è voto di scambio con alcuni ras della camorra
Il capogruppo regionale della lista “De Luca Presidente” rinviato a giudizio
“Presunta compravendita di voti”

Redazione di Napoli
Il Tribunale di Napoli ha rinviato a giudizio lo scorso 7 dicembre il capogruppo in consiglio regionale della lista “De Luca Presidente”, Carmine Mocerino, per il grave reato di voto di scambio.
In sostanza il consigliere sarebbe al centro di una compravendita di voti che vi sarebbe stata nel 2020 quando Mocerino ricopriva il ruolo di presidente della commissione anticamorra della Regione. Un paradosso laddove, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), la stessa compravendita di voti sarebbe avvenuta nella frazione Caravita del comune vesuviano di Cercola alla presenza di diversi soggetti ritenuti, secondo l’ipotesi accusatoria, legati alla criminalità organizzata: tra questi Pasquale Salvatore Ronza e Mario Chiummariello. Entrambi sono accusati di aver picchiato un altro indagato, Ciro Bisogni, che davanti a un seggio di Cercola stava reclutando voti per conto di Mocerino: era ritenuto colpevole di non avere versato mille euro come tangente al clan De Luca Bossa-Minichini, attualmente tra i clan egemoni del quartiere Ponticelli di Napoli per la compravendita delle preferenze.
Insieme al deluchiano Mocerino la Procura antimafia napoletana ha chiesto e ottenuto dal Tribunale il rinvio a giudizio anche di altre sette persone che, a diverso titolo, hanno partecipato alla condotta penalmente rilevata del reato di voto di scambio. “Sono mortificato, fiducioso che si faccia presto il processo” è stato il commento di Mocerino che non ha rassegnato le dimissioni dal consiglio regionale; mentre clamoroso è il silenzio del governatore Vincenzo De Luca.

21 dicembre 2022