Appendice n. 1
Dichiarazione costitutiva dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche

Dal tempo della costituzione delle repubbliche sovietiche, gli stati del mondo si sono divisi in due campi: il campo del capitalismo e il campo del socialismo.
Là, nel campo del capitalismo, l’odio e la disuguaglianza nazionale, la schiavitù coloniale e lo sciovinismo, l’oppressione nazionale e i pogrom, la barbarie imperialistica e le guerre.
Qui, nel campo del socialismo, la fiducia reciproca o la pace, la libertà nazionale e l’uguaglianza, la convivenza pacifica e la fraterna collaborazione dei popoli.
I tentativi fatti per decenni dal mondo capitalistico per risolvere la questione delle nazionalità, contemperando il libero sviluppo dei popoli col sistema di sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, si sono dimostrati sterili. Viceversa, la matassa delle contraddizioni nazionali si aggroviglia sempre più, minacciando l'esistenza stessa del capitalismo. La borghesia si è dimostrata impotente a organizzare la collaborazione dei popoli.
Soltanto nel campo dei Soviet, soltanto nelle condizioni della dittatura del proletariato, che ha raggruppato attorno a sé la maggioranza della popolazione, è stato possibile distruggere alla radice l’oppressione nazionale, creare un’atmosfera di reciproca fiducia e gettare le basi della fraterna collaborazione dei popoli.
Solamente grazie a queste circostanze le repubbliche sovietiche sono riuscite a respingere gli attacchi interni ed esterni degli imperialisti di tutto il mondo.
Solamente grazie a queste circostanze esse sono riuscite a liquidare vittoriosamente la guerra civile, ad assicurare la propria esistenza e ad accingersi alla pacifica edificazione economica.
Ma gli anni della guerra non sono trascorsi senza lasciare tracce. I campi in rovina, le fabbriche ferme, le forze produttive distrutte e le risorse economiche esaurite, che costituiscono l’eredità della guerra, rendono insufficienti gli sforzi isolati delle singole repubbliche per la edificazione economica. Si è constatato che la ricostruzione dell’economia nazionale è impossibile se le repubbliche continuano a vivere separate.
D’altra parte, l’instabilità della situazione internazionale e il pericolo di nuovi attacchi rendono inevitabile la costituzione di un fronte unico delle repubbliche sovietiche contro l’accerchiamento capitalistico.
Infine, la struttura stessa del potere sovietico, internazionale per la sua natura di classe, spinge le masse lavoratrici delle repubbliche sovietiche sulla via dell'unione in una sola famiglia socialista.
Tutte queste circostanze esigono imperiosamente la unione delle repubbliche sovietiche in uno stato federale, capace di garantire sia la sicurezza all’esterno che il progresso economico all’interno e il libero sviluppo nazionale dei popoli.
La volontà dei popoli delle repubbliche sovietiche, che si sono riuniti recentemente nei congressi dei loro Soviet e che hanno approvato all’unanimità la decisione di costituire l’«Unione delle repubbliche socialiste sovietiche», è sicura garanzia del fatto che questa Unione costituisce l’unione volontaria di popoli dotati di uguali diritti, che a ogni repubblica è assicurato il diritto di uscire liberamente dall’Unione, che l’ingresso nell’unione è aperto a tutte le repubbliche socialiste sovietiche, a quelle attualmente esistenti come a quelle che potranno sorgere nel futuro, che il nuovo stato federale sarà il degno coronamento delle fondamenta poste fin dall’ottobre 1917 per la pacifica convivenza e per la fraterna collaborazione fra i popoli, che esso costituirà un sicuro baluardo contro il capitalismo mondiale e un nuovo passo decisivo sulla via dell’unione dei lavoratori di tutti i paesi nella repubblica socialista sovietica mondiale.

21 dicembre 2022