Al congresso della Camera del Lavoro di Pisa
Cammilli: No a una Cgil istituzionale e meno conflittuale
Plateale sostegno al candidato sindaco del “centro-sinistra”. Cammilli: “Siamo autonomi? Comportiamoci di conseguenza”. Malumore tra i delegati per la linea tenuta dal sindacato

Dal nostro inviato speciale
Il X congresso della Camera del Lavoro di Pisa si è aperto con “Bella ciao”, suonato e cantato sul palco della Città del Teatro di Cascina, accompagnato dal ritmico battimani di tutti i presenti in sala. Uno dei momenti più belli e toccanti della due giorni (20 e 21 dicembre) in cui si è tenuta l'assise della Cgil pisana.
Dopo l'insediamento e gli adempimenti formali, il segretario uscente ha letto la sua relazione. Alessandro Gasparri, eletto lo scorso anno, in pratica ripercorreva i punti salienti contenuti nel documento congressuale di maggioranza. Dalla condanna della guerra sulle posizioni pacifiste di Landini-Bergoglio-Conte, all'elenco dei mali più evidenti che investono le masse popolari e il mondo del lavoro: dal carovita al taglio alla spesa pubblica, dal precariato ai bassi salari, alla mancanza di sicurezza. Come rimedio ha riproposto la linea della contrattazione e della concertazione e, solo in ultima istanza, il conflitto.
Nessuna traccia di autocritica. Eppure la Cgil molte volte è stata complice o non ha fatto opposizione fino in fondo alle politiche che hanno portato in breve tempo a un netto peggioramento della vita delle masse lavoratrici del nostro Paese. Anzi, specie quando ha toccato le questioni locali, è stato tutto un elogio di quanto hanno fatto la Cgil e le strutture collegate (Inca, Caaf) durante il periodo più acuto del covid. Valutazione questa che successivamente è stata contestata negli interventi di alcuni delegati.
I lavori sono proseguiti con i saluti delle varie forze politiche, associazioni e sindaci. Una prassi consolidata, ma in questa occasione avevano lo scopo di sostenere il candidato del “centro-sinistra” Paolo Martinelli (ex presidente Acli) che alla prossime elezioni comunali di Pisa cercherà di scalzare l'attuale sindaco leghista. I numerosi interventi, alcuni di forze quasi del tutto inesistenti in città, oltre al saluto dello stesso Martinelli, hanno occupato buona parte della giornata. Questa sbracata investitura non è passata inosservata e alcuni delegati lo hanno stigmatizzato nei loro interventi. Anche la stampa lo ha notato e all’indomani un quotidiano locale titolava: “Cgil rilancia l'allarme precariato e tifa Martinelli alle elezioni a Pisa” che contribuiva a rinfocolare le polemiche.
Il giorno successivo a farla da padrone è stato il dibattito. A parte gli interventi paludati di qualche segretario di categoria, le critiche sono state tante e, a differenza del segretario della CdL, i delegati hanno sottolineato più le cose negative che quelle positive. Chi ha criticato l'udienza dal papa di Landini e 5mila delegati Cgil, chi la parata in favore del candidato a sindaco del PD Martinelli, chi la mancanza di un serio bilancio, altri la bassa partecipazione alle assemblee e la scarsa incidenza della Cgil in alcune categorie e tra i giovani lavoratori.
Tra gli intervenuti, il compagno Andrea Cammilli, delegato Filctem provinciale. Partendo dalla condanna dell'invasione russa dell'Ucraina ha ricordato come i bassi salari, il precariato, l'insicurezza sui posti di lavoro, non sono causati esclusivamente dal covid e dalla guerra, ma da un attacco che “un capitalismo di stampo liberista e i loro governi stanno portando avanti da tempo”, come dimostrano le controriforme pensionistiche e del “mercato del lavoro” che hanno preso corpo da decenni. Ma mentre in Francia si fanno le barricate e nel Regno unito si sciopera a raffica anche a Natale contro il carovita e per avere aumenti salariali, in Italia si sono fatti due scioperi generali, isolati e soltanto negli ultimi due anni.
Il compagno ha proseguito ricordando come “nelle assemblee, nei documenti, negli stessi interventi di questo congresso, è stato ribadito in tutte le salse che non esistono governi amici, né a livello nazionale, né in Regione, né a Pisa e provincia. Sono d'accordo, ma allora comportiamoci di conseguenza”. Ha continuato denunciando la Ue imperialista, il governo neofascista Meloni, la Regione che sta demolendo la sanità pubblica e che assieme alle amministrazioni locali della provincia si è resa corresponsabile della gestione mafiosa dei rifiuti tossici industriali (il Keu), una vicenda su cui la Cgil dovrebbe prendere una posizione più chiara e netta.
Cammilli ha concluso rilanciando la necessità di un nuovo modello sindacale, “ma non il sindacato unico cogestionario e istituzionale” come nelle intenzioni di Landini bensì “meno burocratizzato, fondato sulla democrazia diretta a tutti i livelli, sganciato dalle compatibilità dettate dagli industriali e dal mercato, che rappresenti unicamente gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, dei precari”.
Il lungo e soporifero intervento di Claudio Guiggiari, della segreteria regionale, chiudeva il dibattito senza apportare niente di nuovo, se non la riconferma che l'udienza dal papa segnava un forte avvicinamento tra la linea della Cgil e la politica sociale del Vaticano. Dopodiché si passava alle votazioni del Documento Politico, che “assumeva la relazione del Segretario uscente”. Con il metodo palese veniva approvato a stragrande maggioranza, con tre voti contrari (quelli dei delegati del documento 2 presenti al momento), e tre astenuti. Come segretario, stavolta a voto segreto, veniva rieletto Alessandro Gasparri, che su 105 aventi diritto ha ottenuto 82 voti a favore, 6 contrari, e 8 tra astenuti e schede bianche.
Sintomo di un malcontento che, come hanno dimostrato gli interventi di molti delegati, sembra assai più ampio del 2% raccolto dal documento 2 a Pisa, anche se nelle categorie dove sono state coperte quasi tutte le assemblee si raggiungono percentuali a due cifre. Basterebbe che tutti coloro che criticano la linea collaborazionista di Landini, a partire da quelli che militano in organizzazioni con la bandiera rossa e la falce e martello, si unissero nella sinistra sindacale e partecipassero attivamente alla lotta sindacale, per influire in maniera importante sulle decisioni della Cgil.

4 gennaio 2023