Al XXIV Congresso della Camera del Lavoro di Prato
La CGIL conferma la sua linea collaborazionista
Il compagno Franco Panzarella critica la relazione della Segreteria uscente e esorta la CGIL a mobilitarsi per spazzare via il governo neofascista Meloni

Dal corrispondente della Cellula “Stalin”di Prato
In un clima di totale appiattimento su quelle che sono le posizioni filo governative, filo istituzionali e filo padronali della CGIL a livello nazionale, il 19 e 20 dicembre si è svolto presso la Villa del Mulinaccio a Vaiano il XXIV congresso della Camera del Lavoro di Prato.
Nella sua lunga e soporifera relazione introduttiva (ben 34 pagine e quasi due ore di lettura, ndr) il segretario uscente Lorenzo Pancini non ha fatto altro che esaltare i presunti “obbiettivi raggiunti dalla nostra organizzazione” con riferimento a una serie di protocolli d'intesa, progetti di rilancio e documenti programmatici, tra cui “Ripensare Prato, il lavoro progetta il futuro”, sottoscritti con l'amministrazione comunale e Confindustria Toscana Nord per arrivare alla “creazione di nuove opportunità di occupazione, contrasto del lavoro sommerso e ripensamento del modello produttivo del distretto” a tutto vantaggio dei padroni e non certo dei lavoratori.
Senza dimenticare la “Piattaforma per la contrattazione sociale territoriale” firmata insieme a Cisl e Uil e il “Patto delle competenze e il polo diffuso per la formazione del settore moda per introdurre nelle scuole la cultura del lavoro e della sicurezza” ossia soddisfare le richieste dei padroni di avere manodopera docile, ben addestrata e malpagata che di fatto spalanca le porte all’autonomia differenziata in campo scolastico.
Una relazione completamente avulsa da quelli che sono invece i problemi reali delle masse lavoratrici pratesi a cominciare dalle gravissime condizioni di sfruttamento, di vita e di lavoro che ormai la fanno da padrone in tutto il distretto industriale, dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, i salari da fame, i licenziamenti di massa e il caro-vita.
Una relazione in cui non vengono nemmeno citate l'esemplare vertenza dei lavoratori ex GKN che da 18 mesi lottano con grande coraggio e determinazione per difendere il posto di lavoro e neppure la lotta dei lavoratori italiani e immigrati contro lo sfruttamento e per i diritti e le tutele sindacali,.
Invece di fare una severa autocritica e spiegare ai delegati i motivi che il 30 giugno 2021 hanno portato a un vero e proprio scontro di linea all'interno del Comitato Direttivo e della Assemblea Generale della Camera del Lavoro di Prato sfociato nelle dimissioni del presidente del Direttivo e della responsabile RLS; invece di chiarire il perché per ben due volte l'Assemblea ha bocciato a stragrande maggioranza due ordini del giorno di solidarietà ai lavoratori Texprint licenziati in tronco e picchiati dai padroni; invece di interrogarsi sul perché i lavoratori e perfino gli stessi iscritti non si sentono più rappresentati da un sindacato che è sempre più vicino alle esigenze e agli interessi dei padroni e sempre più lontano dalle istanze dei lavoratori come testimoniano ad esempio la grave assenza di rappresentanza nei luoghi di lavoro e la scarsissima partecipazione degli iscritti e dei delegati alle assemblee congressuali di base, Pancini si è lanciato in una contorta analisi dell'attuale situazione politica e sul piano elettorale ha attaccato a testa bassa l'astensionismo responsabile, a suo dire, di scoraggiare “la partecipazione alla vita democratica del Paese”, di aver favorito la vittoria elettorale del “centro-destra” e di conseguenza il governo neofascista Meloni peraltro da lui definito un semplice “governo neoconservatore”.
“I risultati delle elezioni dello scorso 25 settembre – ha fra latro affermato Pancini - mostrano che in Italia c’è un problema di rappresentanza e di indebolimento della democrazia. Il numero degli astenuti ha raggiunto i suoi massimi storici. L’astensionismo ha peraltro una forte componente di classe: il 49 per cento degli elettori nella classe di reddito più bassa e il 47 per cento quelli nella classe medio bassa non hanno votato... In un momento in cui la questione sociale diventa sempre più esplosiva e la fiducia nella democrazia è in costante calo, è urgente dare voce agli ultimi, ed evitare che escano in maniera stabile dal perimetro della rappresentanza democratica... La politica deve tornare a rappresentare la cultura del lavoro e gli interessi materiali delle lavoratrici e dei lavoratori. Deve superare la frattura sociale esistente. Ricostruire la rappresentanza e la partecipazione è un terreno fondamentale per dare nuova linfa alla stessa democrazia e agli stessi partiti. Non meraviglia quindi l’esito delle elezioni del 25 settembre, con l’ampia vittoria del centrodestra, né i tratti distintivi della compagine di governo”.
Insomma, come hanno commentato sottovoce alcuni delegate e delegati al Congresso al termine dei lavori: “sembrava di assistere all'illustrazione di un piano di sviluppo di un'azienda” ma il clima non ha favorito gli interventi di critica al segretario uscente.
Senza pensare che, se perfino il papa arriva a rinfacciare alla CGIL di non fare abbastanza “rumore” per difendere i lavoratori, allora siamo davvero alla frutta.
Altro che “una Cgil in salute” e “punto di riferimento per i lavoratori e i pensionati, ma anche per il dibattuto pubblico in città” come ha sostenuto Pancini.
Tra i 127 delegati al Congresso era presente anche il compagno Franco Panzarella eletto nei congressi di base della FLC-CGIL in rappresentanza del documento 2 “Le radici del sindacato. Senza lotte non c'è futuro”.
Nel suo intervento, applaudito a più riprese dai delegati, il compagno ha criticato in modo ampio e documentato l'attuale linea sindacale della CGIL-Prato; ha denunciato le brutali condizioni di sfruttamento dei lavoratori italiani e immigrati in particolare a Prato; la mancata mobilitazione della CGIL contro i licenziamenti di massa nella Piana di Firenze, Prato e Pistoia; ha esortato tutta la CGIL a mettere in campo tutte le forze di cui dispone per spazzare via il governo neofascista Meloni e ha esortato i lavoratori a lottare per un sindcato unico di tutte le lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, fondato sulla democrazia diretta, senza liste precostituite e dove tutti possono essere eletti ed essere rimossi in qualsiasi momento quando non rispettano il mandato dei lavoratori (vedi intervento pubblicato a parte, ndr).
Il compagno ha anche presentato un Odg “Per una pace giusta e duratura in Ucraina” (che pubblichiamo a parte, ndr), assunto dalla Commissione politica e allegato al documento finale del Congresso e ha contribuito coi suoi interventi a integrare il documento finale e a spingere il Congresso a ribadire “il proprio No ad ogni forma di regionalizzazione della scuola e dell’istruzione, e la propria contrarietà all’idea di autonomia differenziata”, e ha chiesto che i cosiddetti Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) “e tutte le forme di alternanza scuola-lavoro debbano essere aboliti”, in quanto “forma di sfruttamento giovanile”.
Il compagno è stato eletto membro del Direttivo e dell'Assemblea Generale della CdL di Prato.
Al termine dei lavori, com'era ampiamente prevedibile, Lorenzo Pancini è stato riconfermato segretario generale del sindacato per i prossimi quattro anni con 57 i voti a favore, 5 contrari e 4 schede bianche.

4 gennaio 2023