“Il Dispari” di Ischia rilancia “Il Bolscevico” sul Centenario dell’URSS di Lenin e Stalin

Di seguito il contributo, con la firma di Gianni Vuoso, Segretario delle Cellula ischitana “Il Sol dell’Avvenir” del PMLI, pubblicato l’8 gennaio nell’edizione cartacea da “Il Dispari”, pagina “Dibattito”, corredato da un bel manifesto del PMLI che esalta la Rivoluzione d'Ottobre.
 
Lo scorso 30 dicembre i comunisti, e in prima fila i marxisti-leninisti del PMLI, hanno festeggiato i 100 anni della nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Una data estremamente importante perché rappresenta il grande e immortale capolavoro di Lenin e Stalin, inconfutabile modello per l’unità e la collaborazione dei popoli e primo esempio rivoluzionario di socialismo realizzato.
L’evento dovrebbe essere ancora oggi, occasione di dibattito e di riflessione, nelle scuole in primo luogo, per comprendere l’avanzata edificatrice - materiale e spirituale - della società socialista e per capire il disegno disgustoso messo in atto dai rinnegati revisionisti, capeggiati da Kruscev con i successori Breznev, Gorbaciov fino a Eltsin, di distruggere il socialismo per restaurare il capitalismo in una URSS destinata a vivere la sua dissoluzione.
In Occidente si continua a ripetere che il comunismo è fallito, ma non si vuole ammettere che stiamo vivendo il più tragico fallimento di un sistema capitalistico che sta causando nel mondo intero, miseria e povertà, guerre e pestilenze, sfruttamento e licenziamenti, oppressione padronale e colonialismo.
Quanto sta accadendo nella Russia di Putin ripropone l’attualità del principio marxista-leninista di autodeterminazione dei popoli e si comprende quanto siano antitetiche l’Unione Sovietica di Lenin e Stalin - fondata sull’adesione volontaria dell’Ucraina, divenuta sovietica per conto proprio e l’odierna Russia imperialista di Putin che non riconosce l’Ucraina come entità nazionale a sé stante, ma solo come espressione geografica di una “parte integrante della Grande Russia” da riannettere al suo nuovo impero zarista con la guerra di aggressione in corso.
Secondo noi è importante cogliere l’occasione di questo importante anniversario per discutere anche sulla Costituzione del 1936 improntata da Stalin nel rispetto della democrazia socialista e dei diritti delle masse popolari, da quello al lavoro (sancito dall’art. 118), all’organizzazione socialista dell’economia (fondata sulla proprietà pubblica o collettiva dei mezzi di produzione), dalla eliminazione della possibilità di crisi economiche alla liquidazione della disoccupazione. Garanzie che certamente non vengono assicurate dalle Costituzioni borghesi, compresa la nostra.
Un’occasione per ricordare anche il ruolo avuto dall’Unione Sovietica di Stalin nella vittoria sul mostro nazifascista, conquistata grazie alle imprese eroiche della Resistenza partigiana, del fronte produttivo interno e dell’Armata Rossa.

11 gennaio 2023