Videoconferenza tra il nuovo imperatore della Cina e il nuovo zar del Cremlino
Putin e Xi rafforzano l'alleanza contro l'imperialismo dell'Ovest
Il presidente russo chiede una “collaborazione militare” con la Cina

 
Anche il classico scambio di auguri di fine anno diventa per il nuovo imperatore della Cina Xi Jinping e il nuovo zar del Cremlino Vladimir Putin un appuntamento istituzionale per registrare quella relazione speciale che lega i due paesi imperialisti e che a fine 2022 sottolinea la loro intesa strategica, l'alleanza dell'imperialismo dell'Est contro l'imperialismo dell'Ovest che si rafforza.
Questa è la prima cosa che Putin ha sottolineato nell'incontro in videoconferenza del 30 dicembre scorso con il "caro amico" Xi , "stiamo creando un'ottima tradizione: tenere una videoconferenza alla fine dell'anno per rivedere il nostro lavoro e tracciare piani per costruire relazioni e partnership strategiche Russia-Cina e per scambiare opinioni sulle questioni internazionali più attuali". Secondo il nuovo zar del Cremlino il rafforzamento del partenariato strategico russo-cinese sarebbe un "fattore di stabilità" a fronte di "crescenti tensioni geopolitiche", di cui lui è uno degli artefici principali con l'aggressione all'Ucraina, ma quello che gli interessa mettere in evidenza è che le relazionin con la Cina "hanno superato tutte le prove, stanno vivendo il periodo migliore della loro storia e possono essere considerate un modello di cooperazione tra le grandi potenze nel 21 ° secolo".
Una cooperazione non solo politica ma anche economica, segnata dai tassi di crescita record nel commercio tra Russia e Cina di circa il 25% nel 2022, di forniture energetiche di gas e petrolio di Mosca arrivate a livelli senza precedenti, dato che quelle verso i pesi imperialisti occidentali sono ai minimi per le sanzioni.
Ha una maggiore importanza comunque il coordinamento politico che secondo Putin ha funzionato sia al Consiglio dell'Onu, bloccato dal veto cinese sulle risoluzioni di condanna all'aggressione in Ucraina e in altre assise dove il tandem che guida l'imperialismo dell'Est ha trovato maggior credito, sia quando giocava in casa nell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai che nei BRICS.
Fondamentale anche la cooperazione militare, la "cooperazione tecnologica militare e di difesa che contribuisce a garantire la sicurezza dei nostri paesi e a mantenere la stabilità nelle regioni chiave, occupa un posto speciale nell'intera gamma della cooperazione russo-cinese e nelle nostre relazioni" che Putin cita quasi di sfuggita ma che nella frase "miriamo a rafforzare la cooperazione tra le forze armate di Russia e Cina" indica una questione cruciale, quella auspicata da Mosca “collaborazione militare” tra i due paesi. Una collaborazione tanto più importante nel momento in cui l'esercito russo è stato stoppato nell'aggressione dell'Ucraina dal fronte dei paesi imperisti dell'Ovest e ha quasi svuotato i suoi arsenali convenzionali.
Sul tema dell'aggressione all'Ucraina, secondo quanto riferito dall'agenzia cinese Xinhua, il presidente Xi ha sottolineato che la Cina ha preso atto della dichiarazione della Russia secondo cui non ha mai rifiutato di risolvere il conflitto attraverso negoziati diplomatici (ma mantenendo l'occupazione di una parte dell'Ucraina, ndr) e la Cina lo elogia. La Cina continuerebbe così a mantenere una posizione obiettiva e imparziale, a lavorare per costruire sinergie nella comunità internazionale e a svolgere un ruolo costruttivo verso la risoluzione pacifica della crisi ucraina. Nulla di più, almeno ufficialmente.
Putin trovava senza problemi sponda in Xi sullo sviluppo degli affari e della cooperazione energetica, che alimenta l'economia cinese, definita "pietra angolare delle nostre relazioni"; e soprattutto sul consolidamento della "partnership globale Russia-Cina e della cooperazione strategica che dimostrano maturità e capacità di resistere alle sfide in questa nuova era", sfide lanciate dal socialimperialismo cinese all'imperialismo americano in declino e sempre più in difficoltà a mantenere la leadeship mondiale che il nuovo imperatore cinese continua a raccontare come un "bivio storico" per colpa dell'avversario americano che è tornato a una mentalità da Guerra Fredda, a provocare divisioni e antagonismi e alimentare lo scontro tra blocchi mentre Pechino sarebbe per "un vero multilateralismo", per "agire per il bene comune dell'umanità per promuovere l'uguaglianza, il rispetto reciproco e la cooperazione vantaggiosa per tutti" ed è pronta a unirsi con "la Russia e tutte le altre forze progressiste in tutto il mondo che si oppongono all'egemonia e alla politica di potenza, a rifiutare qualsiasi unilateralismo, protezionismo e bullismo, salvaguardare fermamente la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo dei due paesi e sostenere l'equità e la giustizia internazionali", addebitati unicamente all'imperialismo americano. Un invito a schierarsi con l'imperialismo dell'Est contro quello dell'Ovest, che occorre invece parimenti combattere.


11 gennaio 2023