Il governo neofascista Meloni vara un decreto antimigranti e anti navi che li salvano
Ong: “Non rispetteremo il decreto migranti”

 
Il tre gennaio scorso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto Meloni-Piantedosi sull'immigrazione e contro le Ong, approvato il 28 dicembre dal consiglio dei ministri, che è dunque entrato in vigore e dovrà essere convertito in legge dal parlamento nero entro sessanta giorni.
Si tratta di un decreto vergognoso, razzista, disumano, antimigranti e contro le Ong e le loro navi che prestano soccorso in mare ai migranti, palesemente incostituzionale, contrario alle leggi del mare, alle Convenzioni internazionali e sgradito persino da parte dei vertici della Ue imperialista, che pure in tema di respingimenti, razzismo, politiche contro i migranti e l'integrazione non può certo dare lezioni a nessuno.
Il decreto garantisce "transito e sosta in territorio nazionale" a condizione che le Ong rispettino alcuni requisiti. In caso di violazioni sono previste multe fino a 50mila euro, e il sequestro dei mezzi, fino alla confisca.
In sostanza favorendo gli "sbarchi selettivi" il governo vuole impedire alle organizzazioni umanitarie di realizzare più soccorsi durante la stessa missione. Per questa ragione il porto di sbarco va chiesto nell’immediatezza del primo intervento e raggiunto "senza ritardo", le navi non devono continuare a pattugliare le acque internazionali davanti alla Libia con i naufraghi a bordo e appunto nel caso di operazioni plurime queste devono rispettare l’obbligo di notifica e quello di arrivo nel luogo di sbarco senza ritardo, ovvero non soccorrendo e lasciando in balìa delle onde chi in mare ha bisogno di essere soccorso, facendo venire meno il dovere di rispondere a casi Sar (search and rescue) ancora aperti dopo aver già effettuato un primo soccorso.
Una vera e propria selezione delle donne, dei bambini e degli uomini da salvare, disumana, razzista e palesemente contraria alle leggi vigenti, basti pensare al fatto che se il comandante non offre assistenza a chi chiede aiuto si macchia del reato di omissione di soccorso.
L'immondo decreto prevede poi che le navi rispettino alcune condizioni di "sicurezza e idoneità alla navigazione nelle acque territoriali" e che i capitani raccolgano le intenzioni di richiesta di protezione internazionale tra i naufraghi e forniscano tutti gli elementi necessari a ricostruire nel dettaglio le fasi del salvataggio.
La parte che riguarda le richieste di asilo è controversa e rischia di aprire un nuovo scontro a livello europeo, perché la volontà del governo è insistere affinché i paesi di bandiera delle navi, almeno quelli Ue, se ne facciano carico.
Cosa ripugnante e inconcepibile, poiché ad esempio una barca o un gommone battente bandiera di un Paese del Nord della Ue, per sbarcare in quei Paesi dovrebbe uscire dal Mediterraneo via Gibilterra, attraversare l'Atlantico e giungere nel Mare del Nord. Già questo è indicativo della bestialità e del razzismo di questa infame, criminogena e omicida politica contro i migranti portata avanti dai fascisti in doppiopetto nostrani.
Colpisce poi come i capitali e le merci abbiano libertà assoluta di spostarsi da un capo all'altro del mondo, mentre nella tanto decantata "casa comune europea", "pilastro della democrazia con le sue sacre radici ebraico-cristiane (e anticomuniste)" se si tratta di vite umane scattano meccanismi razzisti e selettivi di deportazione o respingimento in mare e a terra di migranti in pericolo di vita, che porteranno ad altre tragedie e ad altri morti che graveranno sulla coscienza (posto che ne abbiano una) dei criminali e omicidi governanti fascisti, razzisti e imperialisti italiani al servizio della borghesia.
Vi è poi nel decreto l'elemento della collaborazione dell’equipaggio nell’identificazione degli scafisti, equipaggio che non ha nulla a che fare con con i trafficanti, come si vorrebbe fare credere e che tende a ricadere sui migranti più poveri che non riescono a pagare il viaggio o su quelli che hanno delle competenze nautiche di base. In ogni caso non sarà semplice per il personale che non è formato in questo senso concentrarsi su questo aspetto.
Per quanto riguarda le sanzioni va detto che oltre a privare le Ong delle più ampie tutele garantite dal diritto penale, il decreto assegna il potere di imporre le sanzioni ai prefetti, rendendole così più efficaci.
Meloni difende a spada tratta il decreto dalla valanga di critiche ricevute, dalle Ong, la CGIL, la Cei e la stessa Ue.
“Ci siamo occupati di immigrazione con un decreto che riguarda soprattutto la vicenda delle ONG, ma ha come obiettivo il rispetto del diritto internazionale. Banalmente il diritto internazionale non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto e la spola con gli scafisti per trasferire gente da una nazione all’altra”. Ammettendo quindi che il decreto è contro i migranti e le Ong stesse.
Il giurista Fulvio Vassallo Paleologo in un articolo sulla rivista "Associazione Diritti e frontiere" indica quello che non funziona nel cosiddetto decreto Ong:"Dal principio degli 'sbarchi selettivi' si passa ai 'soccorsi selettivi' per decreto. Una svolta che viola il valore primario della salvaguardia della vita umana affermato dalle Convenzioni internazionali, dai Regolamenti europei, ed anche dal Protocollo addizionale contro il traffico di esseri umani, approvato nel 2000 a Palermo con la Convenzione Onu contro il crimine transnazionale".
Importante la presa di posizione di Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni: "È paradossale che uno strumento (le navi delle Ong ndr) che in questi anni è stato di sicurezza per almeno il 10 per cento delle persone che sono sbarcate nel nostro Paese e in Europa sia considerato uno strumento di insicurezza".
“Salvare vite in mare è un obbligo morale e legale" ha affermato Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, mentre dalla Svezia, che presiederà per i prossimi sei mesi la Ue, fanno sapere che non si discuterà in termini europei almeno fino al 2024 la questione dei cosiddetti "flussi migratori", rispedendo al mittente quindi la volontà del governo di rivedere la normativa comunitaria che, secondo il governo, "penalizzerebbe" l'Italia per ragioni geografiche in termini quantitativi nell'ambito dei migranti da accogliere, cosa peraltro non vera, si pensi all'ingresso dei migranti nella Ue attraverso il cosiddetto "corridoio balcanico" provenienti dal Medio Oriente e dal Pakistan, passando per la Turchia e la Grecia.
La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, ha dichiarato: "Come già denunciato da molte associazioni ed organizzazioni preoccupa innanzitutto l’utilizzo della decretazione di urgenza su questa materia, indice di un vero e proprio tentativo di criminalizzazione delle organizzazioni non governative che effettuano soccorso in mare e della perdurante volontà di associare le migrazioni al tema del rispetto dell’ordine e della sicurezza pubblica, con l’obiettivo di alimentare rabbia sociale, paura e guerre fra poveri".
Le Ong dal canto loro attaccano con forza il decreto, hanno sottoscritto una lettera a governo e Parlamento per dire che il decreto "ostacola il soccorso in mare e causerà un numero maggiore di morti"... "Sollecitiamo l’Italia: ritiri immediatamente il decreto legge appena emanato"... e sottolineano anche che gli stati Ue "hanno tentato per anni di ostacolare attività civili di Sar attraverso la diffamazione, le vessazioni amministrative e la criminalizzazione delle Ong e degli e attivisti".
Dall'entrata in vigore del decreto le Ong si sono rifiutate di rispettare le nuove disposizioni: la nave Geo Barents di "Medici senza frontiere"(Msf) ha infatti cambiato volutamente rotta per effetto della segnalazione di una barca in pericolo poi raccolta dalla imbarcazione umanitaria che con gli 85 migranti salvati in precedenza si stava dirigendo verso il “porto sicuro” di Taranto.
L'Ong "Sea Watch" ha dichiarato all'agenzia Adnkronos: “Il nuovo 'decreto Sicurezza' approvato dal Consiglio dei ministri del Governo Meloni non è altro che l’ennesimo tentativo di ostacolare e criminalizzare le attività delle navi della società civile. Nessun governo può impedire a una nave di sottrarsi all'obbligo di soccorso e nessuna nave si rifiuterà di accogliere chi chiede aiuto nel Mediterraneo centrale. Rispetteremo il diritto internazionale, come abbiamo sempre fatto.”
Importanti le dichiarazioni di Raffaele K. Salinari, Portavoce del CINI (Coordinamento Italiano ONG Internazionali): "Il Decreto Legge n.1/2023 recante: "Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori", apre l’anno portando in sé il ricordo d’una tragedia troppo velocemente dimenticata: quella dei morti di Lampedusa. Che il divieto per le navi delle Ong impegnate in azioni di soccorso in mare di fermarsi a salvare vite lungo la rotta sembra rievocare nelle conseguenze potenziali. Da qui la consapevolezza che la posta in gioco è molto più alta del destino delle Ong, poiché lo spirito del Decreto va ricercato nella perenne opera, da parte delle destre europee e non solo, volta allo smantellamento delle Convenzioni internazionalmente accettate che permettono ancora di riconoscersi tutti all’interno della comunità umana. (…) Le Convenzioni che questo Decreto rimette in discussione sono note, prima fra tutte, lo ripetiamo, quella UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare) che impone al comandate di una nave, quale che sia, il soccorso in mare...Immaginiamo allora per un momento una possibile applicazione di questo Decreto: vediamo un barcone di naufraghi in difficoltà e non ci fermio a soccorrerli, sapendo che andranno incontro a morte certa.
Questi morti, che ci saranno, che ci sono già adesso, chi ha voluto la norma se li porterà sempre addosso, come una scimmia che a giorni non li farà respirare, che li priverà, a momenti, della capacità di provare piacere delle sue vittorie.”
Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni della Lega difende invece l'operato del governo: "Il decreto Piantedosi e il codice di condotta sono perfettamente in conformità alle convenzioni internazionali e dunque saranno semmai le Ong a dover rispettare le regole"... "il codice si ispira a quello del ministro Minniti del 2017, mi aspetto dunque un largo consenso"... "il Mediterraneo non può essere il Far West e il decreto da un lato tutela l’incolumità dei migranti e dall’altro fa chiarezza sulle ambiguità tra salvataggio in mare e il pendolarismo con trasferimenti da un’imbarcazione all’altra."
Urge affossare il criminale decreto Meloni-Piantedosi, per garantire ai migranti libero accesso, pari diritti e il lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato.
Il fenomeno delle migrazioni è un prodotto dell'imperialismo, potrà dunque essere risolto definitivamente quando l'umanità avrà liquidato l'imperialismo e realizzato, Paese per Paese, il socialismo.
In questa prospettiva anche questo ennesimo infame atto del nero governo Meloni è la prova provata che urge costituire un ampio fronte unito antifascista per abbattere dalla piazza questo governo e questo regime neofascista.
Coma ha indicato il magistrale Documento dell'UP del PMLI contro il governo neofascista Meloni: "In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia ".

11 gennaio 2023