Appello a Mattarella di oltre 136 sindaci del Sud
“Fermare l’autonomia differenziata”
Il ministro Calderoli: “Querelo chi dice che spacco l’Italia”

 
Oltre 136 sindaci del Sud hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul delicato tema dell’autonomia differenziata.
L’appello al Quirinale arriva dopo la proposta del ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia Roberto Calderoli con l’obiettivo di accentuare il divario tra Nord e Sud, per realizzare un Stato federale con Regioni di serie A e di serie B.
La missiva inoltrata a Mattarella apprezza il riferimento del discorso di fine anno “alle ingiustizie determinate dalle differenze tra i diversi territori del nostro Paese”.
La conseguenza diretta della prima regionalizzazione attuata in applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 proposta e attuata dal “centro-sinistra”.
I sindaci del Sud chiedono così al capo dello Stato di “suggerire alle forze politiche del nostro Paese di prevedere, al primo posto della loro agenda politica, misure che possano ridurre queste distanze – su indicatori come la mortalità infantile, la diversa aspettativa di vita (minore di 3,7 per un bambino di Caltanissetta rispetto a un coetaneo di Firenze), il ricorso a cure mediche fuori regione, il tasso di disoccupazione, l’emigrazione intellettuale, la dotazione infrastrutturale, l’occupazione femminile, la qualità del sistema scolastico e universitario, eccetera – anziché insistere su un progetto di autonomia differenziata che potrà soltanto acuirle”.
In un momento di grave crisi economica, finanziaria ed energetica del sistema capitalista, dove le condizioni di lavoro e di vita delle masse popolari peggiorano sempre più, noi marxisti-leninisti siamo profondamente convinti che si dovrebbe procedere in tutt’altra direzione, puntando primariamente alla piena occupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno, all’abbattimento delle disuguaglianze economiche, sociali, di genere e territoriali e al risanamento delle periferie urbane.
I sindaci radunati attorno alla rete “Recovery Sud”, coordinamento nato per fare “pesare di più” il Mezzogiorno e le sue amministrazioni locali, nell’immediato chiedono un incontro con Mattarella perché nelle prossime settimane inizieranno a mobilitarsi “decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento degli storici divari, affermando il valore della coesione nazionale e proponendo soluzioni a partire da un confronto fondato su un’analisi più puntuale dei bisogni dei nostri territori”.
Dal canto suo il leghista Calderoli non accetta le critiche mosse dagli amministratori del Sud e promette di querelare chi si ostinerà a “calunniarlo” dicendo che il suo non è un decreto “spacca Italia” e affermando di essere il ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e di altre no, e proprio per questo sta girando l’Italia in lungo e in largo per incontrare tutti i governatori regionali.
È evidente che a prescindere da quanto dichiarato opportunisticamente, il governo neofascista Meloni tramite il suo ministro Calderoli oltre alle questioni economiche e finanziarie, neoliberiste e liberticide inerenti al ddl, intende sferrare un nuovo deciso attacco alla democrazia borghese. La Repubblica è “una e indivisibile” come sono indivisibili i diritti che spettano a tutti i cittadini a parità di condizione. L’autonomia differenziata si colloca all’opposto di tutto questo ecco perché va affossata nelle piazze attraverso la lotta di classe.
Il PMLI continuerà a battersi per garantire l’uguaglianza dei diritti, contro vecchie e nuove disuguaglianze. Ma da solo non può farcela. Si uniscano a noi le cittadine e i cittadini, i partiti, le associazioni, i sindacati, le personalità, gli organi di stampa e i mass-media che condividono le ragioni di questa lotta e l’impegno per non accentuare ancor di più il divario tra il Nord ricco e industrializzato e il Sud del Paese povero e condannato al sottosviluppo economico e a serbatoio di emigrazione.

11 gennaio 2023