Intervento al Congresso regionale della Toscana della Flc-Cgil
Panzarella: “Sciopero generale per buttare giù il governo neofascista Meloni”

Buongiorno, buon congresso e buon anno a tutte e tutti i delegati.
Io penso che il bilancio di questi 4 anni per la nostra organizzazione e per la FLC-CGIL in particolare non è molto positivo.
Secondo me non abbiamo fatto abbastanza per difendere i diritti e gli interessi dei lavoratori.
Nel suo discorso introduttivo il compagno Pasquale ha giustamente detto che la critica e l'autocritica ci aiutano a crescere. Peccato però che leggendo la sua relazione non c'è traccia né dell'una né dell'altra cosa.
Eppure la Cgil molte volte e non solo in questi ultimi 4 anni è stata complice o non si è opposta abbastanza alle politiche neoliberiste che hanno portato in breve tempo a un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse lavoratrici del nostro Paese con bassi salari, precariato, licenziamenti di massa e insicurezza sui posti di lavoro.
Problemi enormi che non sono causati esclusivamente dal Covid e dalla guerra, ma da un attacco che un capitalismo di stampo liberista e i loro governi stanno portando avanti da tempo, come dimostrano le controriforme pensionistiche e del “mercato del lavoro” che hanno preso corpo da decenni.
Ma mentre in Francia si fanno le barricate e nel Regno Unito si sciopera a raffica anche a Natale contro il carovita e per avere aumenti salariali, in Italia si sono fatti due scioperi generali, isolati e soltanto negli ultimi due anni.
Ricordo a tutti che agli insegnanti e personale Ata mancano ancora gli aumenti stipendiali andati in fumo dal mancato rinnovo di ben due contratti.
 

Il governo Meloni
Il governo neofascista Meloni come giustamente lo ha definito il compagno Pasquale nella sua relazione, è una iattura per le masse popolari e lavoratrici come dimostra la legge di bilancio appena approvata e i decreti fascisti, xenofobi e razzisti contro i migranti e i cosiddetti Rave party.
A questo governo la CGIL deve dichiarare guerra totale su tutti i fronti, deve lanciare fin da subito una grande mobilitazione di massa e indire uno o più scioperi generali per buttarlo giù il prima possibile. Perché questi sono quelli che poco più di un anno fa hanno assaltato la sede nazionale della CGIL a Roma. Perché Piantedosi, oggi ministro degli Interni che ha inaugurato il suo dicastero manganellando gli studenti della Sapienza, era il prefetto in carica nella Capitale e non ha fatto niente per impedire l'assalto dei fascisti. Perché questi sono quelli che quando perdono le elezioni assaltano i parlamenti come è successo un anno fa negli Stati Uniti e ora in Brasile. Perché non è assolutamente vero che questo governo è stato votato dalla maggioranza degli italiani, ma da una maggioranza istituzionale in larga parte delegittimata dall'astensionismo.
E non sono d'accordo con chi, come appunto il nostro segretario, sostiene che astenersi significa rinunciare a un diritto democratico peraltro calpestato da tutti i partiti e le maggioranze parlamentari e governative che da sinistra passano a destra e viceversa nel volgere di una notte.
Io invece rivendico pari dignità di voto fra chi sceglie un partito e chi invece si astiene. Perché chi decide di non dare più fiducia a questo o quel partito lo fa con cognizione di causa e sulla base di un ragionamento politico ben più profondo e risoluto di chi invece ancora oggi si reca alle urne tappandosi il naso.
 

Alternanza scuola lavoro (Pcto)
Compagne e compagni l'anno che si è appena chiuso è stato il più funesto in assoluto per la scuola. Tre ragazzi: Lorenzo Parelli 18 anni, Giuseppe Lenoci 16 anni e Giuliano De Seta18 anni, sono morti nei cantieri di lavoro e altre decine di loro coetanei hanno subito infortuni più o meno gravi durante i cosiddetti percorsi per le competenze trasversali e di orientamento ex alternanza scuola-lavoro introdotta nel 2003 dalla Moratti e resi obbligatori, propedeutici all'esame di maturità e completamente gratuiti dal governo Renzi con la famigerata legge 107 sulla “Buona scuola” per fornire mano d'opera gratis alle imprese.
Nei giorni scorsi al danno di uno dei tre studenti morti si è aggiunta anche la beffa dell'Inail che ha comunicato alla famiglia di non poter risarcire nemmeno un euro perché lo studente-stagista non gode degli stessi diritti assicurativi di un lavoratore.
Allora io da questo Congresso voglio dire forte e chiaro che sul piano economico i Pcto sono una forma di sfruttamento giovanile che permette alle aziende di avere a disposizione un bacino di centinaia di migliaia di studenti da cui attingere mano d'opera gratis per accrescere i profitti.
Sul piano formativo i Pcto non hanno alcun valore e non hanno niente a che vedere con l'istruzione e i processi di formazione e di crescita degli studenti. Mentre sul piano ideologico essi tendono a inculcare nella mente delle nuove generazioni l'idea che per un periodo più o meno lungo della loro vita possono accettare di lavorare gratis, senza tutele e diritti, per imparare un mestiere e sperare in una assunzione.
La soluzione, come è stato detto in alcuni interventi che mi hanno preceduto, non risiede in un imbellettamento solo esteriore dell'alternanza scuola-lavoro, magari ispirandosi al cosiddetto “modello tedesco”, il cosiddetto Ausbildung, che rimane pur sempre un metodo di sfruttamento della forza-lavoro giovanile.
A mio avviso i Pcto e tutte le forme di alternanza scuola-lavoro devono essere abolite; alle studentesse ed agli studenti va garantito innanzitutto il diritto di studio gratuito nella scuola pubblica e, una volta usciti da essa o dalle università per chi vorrà continuare gli studi, va garantito un posto di lavoro stabile, a salario pieno e sindacalmente tutelato.
 

Guerra in Ucraina
Io credo altresì che non abbiamo fatto abbastanza chiarezza sulla criminale aggressione della Russia di Putin all'Ucraina che ha colpito in maniera devastante non solo la popolazioni dei Paesi coinvolti ma anche i lavoratori e le masse popolari dei Paesi confinanti con l'aumento vertiginoso del caro vita, caro bollette e milioni di nuovi poveri.
È vero, abbiamo organizzato degli scioperi e delle iniziative di lotta, che sono però iniziate e finite lo stesso giorno, senza dare continuità alle mobilitazioni e alle rivendicazioni, senza fare il giusto “rumore” come ci ha rinfacciato perfino il papa durante l'udienza concessa al segretario generale Landini.
Io sostengo il documento 2 perché voglio tornare a un tipo di sindacato più conflittuale e non cogestionario col governo, con Confindustria e ora anche col Vaticano.
Qualche compagno che mi ha preceduto ha detto che non abbiamo governi amici, bene! Giusto! ma io aggiungo che non abbiamo nemmeno padroni buoni né santi in Vaticano.
 

Diritto di sciopero
Gli scioperi falliscono soprattutto perché abbiamo ormai perso anche l'abitudine ad ascoltare e rispettare le proposte e le rivendicazioni che vengono dai lavoratori. Perché da quando la scuola è stata inserita nei primi anni '90 nella famigerata legge antisciopero e tra i servizi pubblici essenziali noi abbiamo di fatto perso ogni potere contrattuale.
Sì certo abbiamo ancora formalmente il “diritto” di scioperare ma si tratta di un'arma completamente spuntata. Abbiamo fatto la fine dei polli: hanno le ali ma non possono volare.
Nell'87-88 quando riuscimmo a bloccare per quasi un mese di fila gli scrutini e gli esami di fine anno e quindi ad incidere in maniera concreta sull’economia del Paese con gli albergatori, i ristoratori e tutta l'industria del turismo che tempestavano di telefonate il ministero perché le famiglie non andavano in vacanza in attesa dell'esito scolastico dei propri figli, ottenemmo di colpo 500 mila lire di aumento sia pure sotto la formula di “funzione docente” non pensionabile.
Il diritto di scioperare nella scuola deve essere perciò ripristinato e deve valere sempre e non solo nei periodi che fanno più comodo al governo.
 

GKN
Dalla ex GKN di Campi Bisenzio, al Cartonificio Fiorentino di Sesto, alla Texprint e Iron&Logistic di Prato ci sono decine di vertenze aperte sul territorio con licenziamenti di massa, sfruttamento bestiale dei lavoratori, malpagati, senza diritto alle ferie e al riposo, costretti a lavorare 12 ore al giorno sette giorni su sette, con salari, tredicesime e premi di produzione non pagati da oltre tre mesi come sta accadendo alla GKN.
È principalmente a loro che noi dobbiamo guardare e rappresentare non solo al numero di tessere che certamente sono importanti per la nostra indipendenza politica ed economica. Si sta nella CGIL per dare un contributo al progresso e all'emancipazione del mondo del lavoro, non per amicizia convenienza o opportunismo.
Io penso che quando una lotta è giusta va sostenuta con tutte le nostre forze indipendentemente da chi l'ha promossa. E i compagni che presentano ordini del giorno di solidarietà ai lavoratori in lotta o che partecipano alle loro sacrosante proteste denunciando l'immobilismo dei vertici della Cgil non devono essere deferiti ai Comitati di garanzia e minacciati di essere espulsi.
I lavoratori, l'Rsu e il collettivo di fabbrica dei lavoratori ex GKN in 18 mesi di lotta ci hanno dato una grande lezione in tal senso, facciamone tesoro!
Io voglio lottare per un unico sindacato di tutte le lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, fondato sulla democrazia diretta, senza liste precostituite e dove tutti possono essere eletti ed essere rimossi in qualsiasi momento quando non rispettano il mandato dei lavoratori.
Un sindacato libero dalle compatibilità padronali, governative e papali, incardinato sulla difesa degli interessi dei lavoratori occupati, dei precari, disoccupati e dei pensionati.
Un modello sindacale partecipato, che valorizza l'Assemblea generale e la democrazia diretta, con Rsu, delegati di raccordo e collettivo che collegano tra loro i lavoratori all'interno della fabbrica. Aperto e inclusivo verso tutti i movimenti, partiti e sindacati presenti sul territorio sensibili alle rivendicazioni degli operai e che grazie a questo nei decenni passati è riuscito a organizzare importanti scioperi, manifestazioni nazionali e ottenere più diritti, più lavoro e più salario per i lavoratori.
Grazie e buon proseguimento di congresso.

18 gennaio 2023