Valditara querela gli studenti che l'hanno criticato

 
Non passa giorno senza che il nero governo Meloni perda occasione per far comprendere il suo carattere neofascista e antipopolare.
Il Ministro dell'Istruzione e del "merito" (neofascista), il fascioleghista Giuseppe Valditara, già responsabile dei manganelli contro gli studenti de "La Sapienza" di Roma e di una vergognosa e squallida "lettera" inviata agli studenti contenente puro veleno anticomunista, questa volta tutto il suo livore antistudentesco.
Di fronte alle sacrosante ed esemplari proteste delle studentesse e degli studenti di ogni parte del Paese contro la vergognosa alternanza scuola-lavoro e più in generale contro la scuola del "merito", aziendalista, classista e clerico-fascista che dovrebbe "umiliare" e punire gli studenti per educarli (ad essere dei Balilla) e contro lo sfascio della scuola pubblica volto a favorire le scuole private, il Ministro ha deciso di dare mandato ai suoi avvocati per querelare alcuni studenti che lo avevano accusato giustamente di essere responsabile della morte di alcuni studenti nell'ambito appunto dell'alternanza scuola-lavoro.
In particolare Valditara si è scagliato contro un comunicato della Rete degli Studenti di Milano, in cui si attacca anche l’Inail di Milano, che hanno manifestato in piazza tutto il loro sdegno contro il mancato indennizzo da parte dell'Inail alla famiglia di Giuliano De Seta (morto il 16 settembre a 18 anni nella fabbrica dove svolgeva ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro a causa di una lastra d'acciaio che gli è caduta addosso) e in generale contro le morti sul lavoro.
Questo il testo dell'esemplare Comunicato che ha mandato su tutte le furie il ministro fascioleghista, arrivato dopo le proteste di fronte alla sede milanese dell'Inail, imbrattata per protesta dagli studenti con della vernice con la scritta "Vergogna": "Oggi, 5 Gennaio 2023, l'Inail rifiuta il risarcimento alla famiglia dello studente, in quanto Giuliano non era un operaio assunto dalla fabbrica di Noventa di Piave, ma uno studente mandato dalla scuola. Tecnicamente quindi viene visto come uno stagista, e in questo caso il risarcimento in caso di infortunio o morte sul lavoro è quasi impossibile da ottenere.
Nello scorso periodo grandi cortei studenteschi in tutta Italia hanno sfilato con un unico e chiaro grido: STOP PCTO. Centinaia di scuole sono state occupate, migliaia di studenti si sono mobilitati per non lasciare che alla base del sistema scolastico ci sia il profitto, ma la crescita e la formazione di studenti e studentesse.
Questo modello di scuola educa lo studente a considerare la produttività e l’eccellenza valori fondamentali e modella le scuole sul calco delle industrie.
Questo sistema scolastico ci rende dei perfetti ingranaggi di un sistema che, quotidianamente, ci maltratta, ci sfrutta e ci uccide.
Il risarcimento non ci basta. Il PCTO retribuito non ci basta. La sicurezza sui luoghi di lavoro non ci basta. Vogliamo l'abolizione del PCTO, vogliamo una scuola che ci insegni a pensare con la nostra testa, vogliamo una scuola sicura e non ci fermeremo finché non avremo tutto. Vogliamo tutto e subito. (…) Le tre morti che si verificano ogni giorno, oltre ai tre studenti morti in stage, non sono morti bianche, bensì posseggono dei mandanti ben precisi: da Confindustria a Mario Draghi, dall’Inail a Valditara, tasselli che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo” .
A seguito del comunicato Valditara ha affermato l'11 gennaio scorso: “con gli autori di questi comunicati non voglio aver nulla a che fare” e per questo ha deciso di querelare gli studenti perché le accuse mosse contro di lui sarebbero "infamanti e diffamatorie".
Alla notizia della possibile querela del Ministro il portavoce della Rete ha affermato:
“Ma cosa pensava che avremmo detto? Dimostra solo una chiara strategia politica: non ascoltare, reprimere e non aprire un canale per permetterci di relazionarci e discutere con l’istituzione che norma la scuola, il luogo in cui passiamo buona parte della nostra vita”.
La RSM continua sulla sua pagina Facebook giustamente nell'attaccare il governo neofascista Meloni e rilancia la lotta contro la scuola e l'università dei padroni, funzionale al dominio della classe dominante borghese: "La minaccia di querela da parte del Ministro Giuseppe Valditara non ci stupisce affatto.
Il neo-Ministro ha imparato subito le regole del gioco, l’unica risposta che le istituzioni danno alle proteste studentesche è quella repressiva.
L’alternanza scuola-lavoro (ora PCTO) ha provocato, dal 2017 ad oggi, quasi 300.000 infortuni e 18 morti (dati Orizzontescuola.it) è chiaro dunque che le cosiddette tragedie siano in realtà un problema sistemico ed è inammissibile non considerare complice chiunque, avendo la facoltà di cambiare le cose, scelga di non fare nulla.
I PCTO non sono né da migliorare né da riformare ma semplicemente da abolire, la realtà dei fatti dimostra che inserire i e le giovani senza tutele nel mondo del lavoro ci educa allo sfruttamento e alla precarietà e ci abitua solamente alla mancanza delle più basilari norme di sicurezza.
Interessanti le dichiarazioni della Sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, quando dice che le intenzioni del governo Meloni e del suo Ministero sono di “andare incontro alle esigenze di studenti e studentesse”, non si direbbe viste le prime uscite di Giuseppe Valditara sulla sua idea di scuola: “… evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”; “…(le istituzioni) chiedono anche il coinvolgimento di quello che è essenziale nella repressione delle devianze, il controllo sociale, la stigmatizzazione pubblica”. Repressione, controllo e umiliazione, queste sono le risposte alle nostre “esigenze” secondo il Ministero.
Da anni gli studenti e le studentesse si mobilitano in tutta Italia richiedendo l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro ed è ora che le istituzioni accolgano, senza vuote minacce, le rivendicazioni portate avanti da chi ogni giorno vive e attraversa la scuola. STOP PCTO".
Guardando alla vicenda al punto di vista del diritto penale va detto che, operativamente parlando, ci vorrebbero anni per portare a compimento un processo del genere, il Ministro è una figura istituzionale e non un privato cittadino qualunque diffamato da qualcuno a caso, il suo diritto a non essere "diffamato" comporterebbe la compressione del diritto della libertà di espressione e del dissenso anche e soprattutto contro i suoi atti e le politiche del governo di cui è parte, la cosa quindi è giuridicamente palesemente incostituzionale.
Dal punto di vista politico le sue querele per "diffamazione"sono frutto di una condotta palesemente neofascista. Non si può rispondere alle critiche e alle lotte sacrosante degli studenti da parte del ministro con il bastone del diritto penale, usato a scopo intimidatorio e repressivo, per la semplice ragione che questo bandito, campione di anticomunismo ed esattamente corresponsabile in pieno di quello di cui gli studenti lo accusano, così facendo dimostra esattamente per l'ennesima volta di essere quello che è: un clerico-fascista servo della classe dominante borghese che ha il compito di reprimere con la forza la lotta studentesca illudendosi così di poter fermare gli studenti, la lotta delle famiglie degli studenti morti per ottenere giustizia e i risarcimenti vergognosamente negati, nell'ambito appunto del consolidamento del regime neofascista e della definitiva "riforma" in senso neofascista di quello che ne rimane della scuola e delle università pubbliche.
Scuole e università che non sono da lui comandate, non sono a sua disposizione, come non lo sono le studentesse e gli studenti, gli insegnati e il personale Ata, semmai dovrebbe essere il contrario.
Questo gerarca del regime neofascista così facendo calpesta il sangue degli studenti deceduti e il dolore incolmabile delle loro famiglie, che non verranno nemmeno risarcite dal criminale regime capitalista neofascista imperante. Senza ritegno e senza vergogna!
Il PMLI si schiera in maniera militante come sempre dalla parte delle studentesse e degli studenti oltre che delle famiglie degli studenti deceduti e li invita a non demordere nella lotta.
Anche questa vicenda è la dimostrazione che nel Paese cresce ogni giorno di più un potente sentimento antifascista e anticapitalista, che dimostra che i governanti borghesi neofascisti del nero governo Meloni (e l'opposizione di cartone del PD e del M5S) non rappresentano affatto il popolo italiano e che urge costituire un ampio fronte unito antifascista, unito e combattivo per abbattere da sinistra e dalla piazza questo nero governo e questo regime, prima che faccia ulteriori danni al popolo italiano e non solo, sporcandosi le mani di ulteriore sangue innocente di studenti, migranti, operai, lavoratori, donne e dei popoli e delle nazioni oppresse anche dall'imperialismo italiano, parte della Ue imperialista e alleato degli Usa.
Coma ha indicato il magistrale Documento dell'UP del PMLI contro il governo neofascista Meloni: "In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia".

18 gennaio 2023