Contro la riforma Macron che innalza l'età della pensione a 64 anni
Più di due milioni di lavoratori, pensionati e giovani francesi in piazza

 
Più di due milioni di lavoratori, pensionati e giovani francesi sono scesi in piazza il 19 gennaio in oltre 200 città per la mobilitazione nazionale, quasi uno sciopero generale, indetto dagli otto principali sindacati e appoggiato da diverse organizzazioni degli studenti per bocciare e chiedere il ritiro della riforna delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron.
Lo scorso 10 gennaio la primo ministro francese Elisabeth Borne presentava il testo della proposta di legge per la riforma delle pensioni, già messa in cantiere nel 2019 dall'allora governo del presidente Macron e bocciata da una larga mobilitazione organizzata dai sindacati e sospesa di fatto per la pandemia. Cessata l'emergenza sanitaria il nuovo esecutivo di Parigi ripartiva con una controriforma che ha tra i suoi elementi principali l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, con 43 di contribuiti per la pensione a tasso pieno.
La principale manifestazione di una serie di scioperi già in programma anche per la fine di gennaio indetti da CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, UNSA, Solidaires e FSU immediatamente dopo la presentazione della proposta di legge governativa è stata quella di Parigi dove in oltre 400 mila hanno sfilato da Place de la Republique a Bastille intasando i boulevard e formando vari cortei paralleli fino a Place de la Nation. Secondo i sindacati i manifestanti erano quasi 150 mila a Marsiglia e tra i 40 e i 50 mila a Nantes, Bordeaux e Lione, diverse migliaia in tanti piccoli centri. Alta l'adesione allo sciopero dei lavoratori in diversi settori, dalle ferrovie ai trasporti pubblici locali, ai voli, nella scuola e università, nelle raffinerie dove sono già in programma altre due giornate di sciopero il 26 e il 27 gennaio e tre giorni consecutivi dal 6 all’8 febbraio.
Ai numerosi e partecipati cortei hanno fatto sentire la loro voce anche gli studenti mobilitati da vari sindacati studenteschi universitari come l’Unef e la Farge; il sindacato dei liceali, la Fidil, invitava alla partecipazione ai cortei con la parola d'ordine “Contro la demolizione delle pensioni" e per sostenere la richiesta di riportare l'età pensiona
bile a 60 anni e il conteggio come validi degli anni di studio.
Nella proposta di legge del governo Borne, all’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e l'anticipo al 2027 dell'innalzamento a 43 anni di contributi per avere la piena pensione, al momento previsto a partire dal 2035, fanno da completamento della controriforma l’abolizione di alcuni dei 42 regimi pensionistici speciali. La contropartita sbandierata dall'esecutivo si riduce a stabilire le pensioni minime a 1.200 euro e sconti di contributi per lavori usuranti o congedi di maternità/paternità. Una prima bozza era stata presentata a dicembre dal governo ai sindacati che l'avevano respinta e al momento che Macron ha tirato dritto e ha deciso di varare il testo in parlamento nella riunione del Consiglio dei ministri del 23 gennaio e successivamente in parlamento dove conta di farla passare coi voti della sua maggioranza e dare un taglio alla voce di spesa che a dire del suo governo peserebbe sempre di più su conti pubblici spingendoli al deficit. Potrebbe tagliare altre voci del bilancio ma la borghesia presenta sempre il conto a lavoratori, pensionati e giovani che anche in questo caso non sono d'accordo e hanno dato il via alla mobilitazione per bocciare la controriforma pensionistica col successo dello sciopero e delle manifestazioni del 19 gennaio.

25 gennaio 2023