Tangenti al parlamento europeo
Panzeri e Giorgi vuotano il sacco per evitare anni di prigione
Arrestata la commercialista degli affari sporchi del Pd lombardo Rossana Bellini
Erano a capo di un' “organizzazione criminale” dedita alla “corruzione dei membri del Parlamento europeo”

Nelle ultime settimane l'inchiesta della Procura belga sull'“organizzazione criminale” dedita alla “corruzione dei membri del Parlamento europeo” che intascavano mazzette da diplomatici e emissari dei regimi di Qatar e Marocco per ammorbidire le risoluzioni di condanna dell'Ue per il mancato rispetto dei diritti umani, civili, sociali e sindacali in quei Paesi, si è arricchita di nuovi e inquietanti sviluppi.
Dopo la retata del 9 dicembre scorso (6 arresti con alla testa l'eurodeputato PD-Articolo 1 Antonio Panzeri e la vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, più una dozzina fra parlamentari, funzionari, portaborse e fiancheggiatori (tutti indagati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, riciclaggio e favoreggiamento) il 17 gennaio, sempre su ordine del procuratore belga Michel Claise, è stata arrestata a Milano anche la commercialista Monica Rossana Bellini, considerata il pernio intorno al quale ruotano gli affari sporchi di tutto il Pd lombardo, accusata di “organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio” per aver creato insieme a Silvia Panzeri, la figlia dell'ex eurodeputato piddino, “una struttura societaria che doveva dare al flusso delle tangenti una veste legale”.
A inchiodare la Bellini sono state le dichiarazioni rese nei giorni scorsi agli inquirenti belgi da Panzeri e dal suo sodale Francesco Giorgi, compagno di Kaili e braccio destro di Panzeri, che hanno svelato il ruolo avuto dalla commercialista, al momento rinchiusa ai domiciliari, in attesa di comparire davanti alla quinta sezione penale della Corte d’Appello milanese chiamata a decidere sulla sua estradizione avanzata dalla Procura belga.
 

Il ruolo della Bellini
“A inizio 2019 – ha riferito Giorgi alla polizia federale belga - Panzeri ha pensato che, invece di prendere i contanti, sarebbe stato preferibile creare una struttura giuridica all'interno della quale avremmo potuto partecipare – soprattutto lui, perché io avevo il mio lavoro – e gestire così il flusso di denaro in modo legale. Per questo si è rivolto alla sua commercialista, Monica Bellini, che tra l'altro era andata in Qatar con Panzeri durante i Mondiali. È stata creata una società di consulenza, Equality, in Italia che forniva servizi a una società con sede in Inghilterra”.
A domanda Giorgi risponde che il contatto con la società inglese, di cui però non fa il nome, intestata a “un certo Hakan” gli fu fornito “da un cittadino palestinese”. Gli inquirenti sospettano che il “palestinese” di cui parla Giorgi è lo stesso uomo che ha messo in contatto la cricca di Panzeri con “l'algerino” Boudjellal, emissario del regime qatariota attraverso il quale arrivavano, prima, le tangenti in cash.
“Dal momento che era coinvolta una società inglese – ha detto ancora Giorgi – i documenti dovevano essere preparati in inglese. Il mio ruolo era quello di mettere Panzeri, la figlia e la contabile – nessuno di loro parla inglese – in contatto con Hakan”.
Cosicché, nella gestione della società di riciclaggio delle tangenti ognuno aveva il suo ruolo: “Silvia, che è avvocato, preparò le carte mentre io contribuì alla creazione di Equality con le mie conoscenze linguistiche. Per giustificare l'uso di una compagnia italiana a una inglese, i servizi dovevano essere forniti in lingua inglese. Per questo – conclude Giorgi – chiesi a conoscenti della mia famiglia, che parlano l'inglese, di fornire servizi concreti, senza fargli sapere cosa stesse succedendo”.
Da ciò si evince chiaramente che la Bellini non è una semplice commercialista “prestanome”, ma una figura di primo piano di tutto il Pd lombardo, una specie di “lavatrice” del denaro sporco, con decine di incarichi pubblici e privati in società importanti tra cui spiccano quello nel collegio sindacale di Eni Angola ed Eni Fuel, e quello da presidente del medesimo organo in Ama, la società romana dei rifiuti. Il suo “prestigioso” curriculum rivela che la Bellini, già assessore al Bilancio nel Comune di Pieve Emanuele, è anche membro del collegio sindacale di Area Sud Milano, di Milano Sport, di Azienda multiservizi di Trezzano; fa parte del collegio dei revisori a Cambiago, Rozzano, Arese, Peschiera Borromeo, Locate Triulzi; revisore unico a Colturano, a Dresano, dell’azienda speciale Buccinasco e di molti altri enti. Fino agli incarichi nelle Fondazioni, come la Fondazione Pontirolo e la Fondazione Abbazia di Morimondo.
Non a caso la Procura milanese guidata da Marcello Viola sta valutando in queste ore se aprire un fascicolo autonomo a suo carico con l'accusa di riciclaggio prima di decidere sulla richiesta per la sua avanzata dalla procura belga presso cui risulta indagata dal 13 dicembre scorso.
 

Giorgi vuota il sacco
Giorgi ha anche rivelato che lui, più che del Qatar, si occupava del Marocco. E spiega che: “Proponevamo risoluzioni contro l’Algeria che è il nemico numero uno del Marocco” invitando gli inquirenti a visionare il fascicolo “meeting e activities” e promettendo di rivelare ogni dettaglio sul “ruolo” di “tutte le persone interessate”. In un altro passaggio racconta di aver egli stesso portato il frutto delle tangenti da Parigi a Bruxelles: una volta in auto e un’altra in treno. “Era più che altro lui (non è chiaro a chi si riferisca, ndr) a venire a Bruxelles, ma non c’era un luogo particolare”. Giorgi ha raccontato anche che “la cooperazione” col Marocco è iniziata ai primi del 2019 e che, con l’ambasciatore di Rabat in Polonia, Abderrahim Atmoun, si discuteva del “controllo dei dibattiti in Parlamento”, degli “attacchi” dell’Algeria e di altre “questioni geopolitiche tese”.
 

Panzeri patteggia con la Procura belga
La confessione di Giorgi è arrivata nelle stesse ore in cui Panzeri, su consiglio del suo avvocato Marc Uyttendaele, ha deciso di vuotare il sacco e di firmare un accordo di collaborazione con la procura federale belga per alleggerire la sua posizione ed evitare una condanna a 5 anni di carcere.
L'accordo permetterà a Panzeri di cavarsela con una condanna a un solo anno di carcere, una multa di 80 mila euro e la confisca dei beni acquisiti “stimati attualmente in un milione di euro”. Panzeri, dal canto suo, si impegna a “rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete” alla giustizia belga “in merito al coinvolgimento di terzi e, se del caso, al proprio coinvolgimento in relazione a reati ascritti” e legati a quella che viene definita la nuova “Tangentopoli Europea”.
Secondo la ricostruzione fornita nelle settimane scorse da Panzeri: “Quella portata avanti in Parlamento era un’iniziativa di lobbying. Ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. Alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni... In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella (politico belga di origine italiana, dal 2004 europarlamentare del Partito Socialista e dal 2021 iscritto anche al partito italiano Articolo Uno ndr), è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro... Consegnavamo il denaro a distanza di due o tre mesi”, con rate “di circa 20 mila euro” in contanti. “Il denaro si trovava in sacchetti di carta”.
Dichiarazioni confermate e messe a verbale anche da Giorgi il quale ha precisato che: “i deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino (Andrea Pd ndr). Cozzolino era coinvolto con il Marocco, aveva dei contatti con Atmoun (l’ambasciatore marocchino in servizio in Polonia, ndr) grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti”. Questo, ha precisato ancora Giorgi, era il linguaggio in codice utilizzato quando si parlava di andare a prendere le tangenti, e “Panzeri ne prendeva anche dopo questo passaggio di testimone”.
Testimonianze che gli inquirenti belgi hanno immediatamente allegato alla richiesta di revoca dell'immunità parlamentare necessaria per procedere a ulteriori indagini e/o all'arresto nei confronti sia di Marc Tarabella che di Andrea Cozzolino.
Per quanto riguarda Tarabella, in particolare, gli inquirenti hanno già in mano tutti gli atti parlamentari della sua condotta a dir poco sospetta tenuta durante le votazioni a Bruxelles da cui si evince che più di una volta nel corso degli ultimi anni ha elogiato la situazione dei lavoratori migranti in Qatar sostenendo che “il dato di 6.500 morti” fosse “sovrastimato” e ribadendolo in un dibattito del novembre 2022. Strano, sottolineano gli inquirenti, poiché Tarabella in passato era tra i politici più “avversi” alla politica del Qatar sui diritti dei lavoratori”.
In cambio del pentimento di Panzeri e la rinuncia all'estradizione da parte dei mgistrati belgi , il 26 gennaio la Corte d'Appello di Brescia ha revocato gli arresti domiciliari a Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell'ex eurodeputato piddino.
Mentre si attende ancora la conferma sulla data dell’udienza preliminare a carico del responsabile della Ong No Peace Without Justice, Niccolò Figà Talamanca, arrestato a dicembre insieme a tutta la cricca delle tangenti al parlamento europeo.

1 febbraio 2023