Il secondo elenco di iscritti è rimasto sinora segreto
Erano 2561 e non 962 gli iscritti alla P2

 
Nel corso di una delle ultime udienze della Corte di assise di Bologna, impegnata nel processo a mandanti ed esecutori della strage compiuta il 2 agosto del 1980, presieduta dal dottor Francesco Caruso, è stata provata l'esistenza di un elenco di ben 1599 iscritti alla P2, la loggia massonica del venerabile Licio Gelli, che aggiunti ai 962 già noti da decenni, portano il numero degli iscritti alla criminale ed eversiva loggia a ben 2561, cosa sospettata da tempo. Non solo, ma non si può certo escludere che un nucleo attivo possa tuttora agire con finalità sconosciute.
Il primo a parlare di un secondo elenco fu lo stesso Gelli e d'altra parte il primo numero di tessera attribuito ai piduisti conosciuti è il N 1.600. In un’intervista rilasciata a "L’Espresso", il 10 luglio del 1976, sempre Gelli aveva dichiarato che gli affiliati alla sua loggia erano 2.400, un numero che si avvicina alla somma tra il primo e il secondo elenco.
Diversi anni dopo, nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, il generale Ennio Battelli, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, fece mettere a verbale di avere appreso dal Gran Segretario, Spartaco Mennini, che i nomi di 1.600 piduisti si trovavano custoditi in dei documenti segreti all'interno di alcune cassette di sicurezza in Svizzera.
Sempre Battelli rilasciò una dichiarazione in quel periodo ai magistrati milanesi, sostenendo di avere appreso direttamente da Gelli che gli affiliati alla P2 erano circa 2.600, saliti poi addirittura a circa 3.000.
Anche il professore Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro dal 1990 al 1993, ha dichiarato al magistrato (e poi confermato nel suo libro "La mia vita in massoneria") di questi 3.000 iscritti, che Gelli, attraverso l’amico fiorentino Marco Urbini, gli chiese di far rientrare nel Grande Oriente.
Gelli offriva in cambio a Di Bernardo elenchi e fascicoli di tutti gli iscritti alla P2, ma Di Bernardo non accettò.
Si potrebbero citare ancora molti documenti, atti, testimonianze, semplicemente sfogliando la relazione Anselmi e i volumi di documenti pubblicati: i casi del criminologo Aldo Semerari o del comandante generale dell’arma dei Carabinieri Enrico Mino, certamente affiliati alla P2, i cui nomi però non furono trovati a Castiglion Fibocchi, residenza di Gelli, le dichiarazioni del massone Vincenzo Valenza, “assistente” di Gelli pressol’hotel Excelsior, che non ritrovò negli elenchi i nomi di affiliati alla loggia da lui personalmente conosciuti, la lettera di Gelli inviata sempre a Battelli il 29 marzo del 1979, nella quale indica i nomi di otto componenti del Supremo Consiglio del Rito entrati nella sua loggia, i cui nominativi non dovevano però risultare in nessun elenco, le dichiarazioni rese ai giudici palermitani Gioacchino Natoli e Roberto Scarpinato da Lia Bronzi Donati, aderente alla Loggia di Montecarlo: “Ricordo che Giunchiglia, una sera, mi telefonò spaventato e mi disse che aveva letto i nomi degliiscritti negli elenchi della P2 non ritrovati dalla magistratura, e che era impressionato dalnumero e dall’importanza degli iscritti, che neppure immaginava [...] se avesse fatto i nomi di tutti gli iscritti alla P2, poteva venirsi a creare in Italia un grave vuoto di potere”.
E ancora, secondo le dichiarazioni dello stesso Gelli nel corso di una intervista rilasciata nel 2011 (andata parzialmente in onda su La7 nel dicembre del 2015) lasciò intendere che anche Fulvio Martini, direttore del Sismi dal 1984 al 1991, a suo dire nominato ai vertici del Servizio appunto dalla P2, ne faceva parte.
La Commissione Anselmi ha esaminato a lungo tutto il materiale legato agli iscritti veri o presunti alla P2, concludendo poi che gli elenchi trovati erano al tempo stesso attendibili ma appunto incompleti.
La Commissione all'epoca dovette fare i conti con il mancato arrivo in Italia dell’archivio che Licio Gelli custodiva in Uruguay, archivio del quale si impossessò la Cia, poi recuperato parzialmente, sensa elementi utili per chiarire la consistenza numerica della P2.
Qualcosa si muove oggi negli Stati Uniti, il presidente Biden si è detto disponibile nel rendere pubblici tutti gli atti compiuti in Italia all’epoca della cosiddetta "strategia della tensione".
Molti dei membri della P2 potrebbero dunque essere vivi e attivi nell'ordire le loro sporche trame, del resto il "Piano di rinascita democratica" e lo "schema R" teorizzati dalla P2 sono poi stati ampiamente realizzati, con la complicità della "sinistra" borghese politica e sindacale e hanno determinato l'avvento della seconda repubblica capitalista neofascista oggi imperante, disegno denunciato e combattuto dai marxisti-leninisti fin dai tempi in cui l'allora neoduce Craxi lanciò la "Grande Riforma" su "L'Avanti".
D'alta parte il ruolo delle logge massoniche (si pensi alla P3 di Bisignani, come anche alle logge legate al clero) mostrano lo strapotere ai vertici dello stato e dell'economia di personaggi e pratiche eversive e mafiose, in combutta con i circoli politici e militari degli Usa e della Ue imperialista, come mostra il fatto stesso che ancora dopo così tanti anni non si riesca a fare piena luce sui tanti, troppi, misteri della storia recente del nostro Paese, a cominciare dalla sanguinarie stragi fasciste che così tante vittime hanno prodotto, ancora senza giustizia.
Proprio per effetto dei disegni piduisti diventati realtà, essendo stata poi completamente sottomessa all'esecutivo la magistratura, non nutriamo grandi speranze circa il fatto che si possa fare piena luce sulla P2 stessa e sulle altre logge segrete vive, vegete e imperanti.
Non ci stancheremo mai comunque di chiedere l'abolizione del segreto di stato, lo scioglimento dei servizi segreti, strumenti della reazione, dei fascisti, del terrorismo di Stato e dei golpisti e soprattutto non ci stancheremo mai di lottare per distruggere il regime capitalista neofascista vigente che oggi ha il volto del nero governo neofascista Meloni, che va buttato giù da sinistra e dalla piazza prima che possa fare ulteriori danni al nostro martoriato popolo.

8 febbraio 2023