“Repubblica” svela la spia russa infiltrata nella Nato in Italia

Un’inchiesta condotta per dieci mesi da La Repubblica con i siti investigativi Bellingcat e The Insider e il settimanale tedesco Der Spiegel, ha svelato la presenza per quasi dieci anni in Italia di una spia russa che era riuscita ad infiltrarsi nei comandi Nato e della VI flotta americana di stanza a Napoli, per poi sparire nel nulla nel 2018. Si tratterebbe di una trentenne poliglotta, la sedicente Maria Adela Kuhfeldt Rivera, spacciatasi come nata in Perù da padre tedesco e madre peruviana e cresciuta in Russia, ma in realtà Olga Kolobova, nata nel 1982 e figlia di un ex colonnello dei servizi segreti russi, resasi protagonista a detta del quotidiano italiano “della più clamorosa operazione di intelligence realizzata da Mosca nel nostro Paese”.
L'identificazione della donna è avvenuta confrontando i suoi tre passaporti russi utilizzati per entrare in Italia, risultati della stessa serie di quelli emessi per gli agenti del Gru, il servizio segreto militare russo, che avevano tentato di avvelenare col gas Novichok l'ex spia russa passata ai servizi britannici Serghey Skripal e il produttore di armi bulgaro Emilian Gebrev. Quei documenti furono resi pubblici nel 2018 da Bellingcat e The insider , costringendo così anche la Kolobova ad eclissarsi prima di essere a sua volta smascherata. Inoltre non soltanto ci sarebbe una spiccata somiglianza tra una foto tessera di Olga del 2021, fornita a Bellingcat da un informatore russo, e le numerose foto reperibili di Adela, che conduceva in Italia un'intensa vita mondana alla luce del sole; ma l'immagine di Olga sul suo profilo whatsapp sarebbe la stessa usata nel 2018 da Adela nell'ultimo messaggio rivolto agli amici e conoscenti, poco dopo la sua sparizione, dicendo di volersi nascondere in seguito alla scoperta di un male incurabile.
Stabilitasi definitivamente in Italia nel 2013, dopo aver prima vagato a lungo tra Roma e Malta per poi approdare e risiedere a Parigi dal 2011, Adela aveva aperto un'attività di copertura fondando una società di creazione e vendita di gioielli artistici, la Serein srl, caratterizzata dal basso fatturato ma dalle alte spese di rappresentanza per feste e ricevimenti mondani che servivano a introdurla nel giro delle persone più in vista, specie da quando si era trasferita a Napoli, in una lussuosa casa del quartiere esclusivo di Posillipo. Partendo da questa posizione prestigiosa era riuscita ad essere accettata, fino a diventarne addirittura la segretaria, nel Lions Club “Napoli Monte Nuovo”, fondato e frequentato dagli ufficiali della base Nato di Lago Patria e della VI flotta statunitense. Ha avuto così la possibilità di raccoglierne le confidenze, considerando che con alcuni di essi aveva intrattenuto anche relazioni sentimentali.
La Repubblica del 26 agosto che pubblica questa storia precisa che l'inchiesta “non è riuscita a ricostruire quali informazioni siano state ottenute dalla spia, né se sia stata capace di seminare virus informatici nei telefoni e nei computer dei suoi amici. E’ però entrata in contatto con figure chiave della Nato e della Marina Usa: nessun agente russo era mai riuscito a penetrare così in profondità il vertice dell’Alleanza atlantica”.
Di certo da questa vicenda, come da quella che nel marzo dell'anno scorso vide l'arresto del capitano di fregata della marina militare italiana Walter Biot, arrestato in flagrante mentre passava informazioni riservate ad un addetto militare dell'ambasciata russa di Roma facente parte del Gru, emerge che non da oggi le spie di Putin dedicano particolare attenzione al nostro Paese, per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo e per la presenza massiccia delle forze Nato e statunitensi. Ciò conferma la necessità e l'urgenza che l'Italia esca dalla Nato e che siano chiuse le basi militari Usa sul nostro territorio, affinché il nostro Paese non venga coinvolto nel sempre più imminente confronto militare tra le superpotenze dell'Est e dell'Ovest per l'egemonia mondiale.

 

8 febbraio 2023