Con la partecipazione di oltre 500 mila lavoratori del pubblico impiego
Il più grande sciopero degli ultimi dieci anni in Gran Bretagna
Per aumenti salariali e contro la legge antisindacale del premier Rishi Sunak

 
La richiesta di aumenti per dei salariali bloccati da anni e con un potere di acquisto sempre più ridotto una volta che l'inflazione ha ricominciato a correre a due cifre anche in Gran Bretagna è al centro della mobilitazione dei lavoratori di diversi settori, soprattutto di quello pubblico, che ha trovato un momento unitario l'1 febbraio quando oltre 500 mila lavoratori hanno dato vita al più grande sciopero degli ultimi dieci anni. Una partecipazione attiva e combattiva dei lavoratori fin dalle prime ore della mattina nei picchetti e presidi davanti i luoghi di lavoro e nella giornata durante i cortei organizzati dai sindacati dei ferrovieri, degli insegnanti, dei lavoratori pubblici e dei servizi, dei lavoratori dei trasporti, dei macchinisti, dei lavoratori della scuola e dell’università. Una mobilitazione che è proseguita il 6 febbraio con lo sciopero, per una volta congiunto, di infermieri e paramedici, addetti alle ambulanze e altri lavoratori del settore che ha bloccato il servizio sanitario pubblico (Nhs). Nei cortei dei lavoratori anche la condanna della legge antisindacale del premier Rishi Sunak che per arginare la crescente mobilitazione sindacale prevede il licenziamento dei lavoratori pubblici che pur comandati dalle direzioni aderiscono agli scioperi, mettendo nelle mani della controparte, del padrone pubblico l'applicazione del diritto di sciopero del lavoratore.
Dopo i picchetti e i presidi della mattina il successo dello sciopero quasi generale del settore pubblico si vedeva dai treni e metropolitane fermi, scuole e università chiuse o semideserte così come gli uffici pubblici e gruppi di lavoratori che affluivano nel centro di Londra per la manifestazione del pomeriggio che riempiva Portland Place, non molto distante dalla sede del governo a Downing Street. Una mobilitazione che i sindacati si impegnavano a tenere attiva con altri scioperi nel mese di febbraio e a marzo, fino a quando il governo non accetterà le richieste di aumenti salariali almeno in linea con l’inflazione. E per bloccare l'iter legislativo e far decadere la Minimum Service Levels Bill, la legge anti-sciopero approvata martedì 31 gennaio dalla Camera dei Comuni, così come richiesto dalla petizione promossa dal sindacato generale TUC che ha raccolto 200 mila firme. La legge antisindacale sulla precettazione dei lavoratori pubblici sottoposta al giudizio governativo fa il paio col resto della legislazione britannica che complica le procedure di proclamazione di uno sciopero generale fino a renderlo quasi impossibile.
La grande mobilitazione sindacale dell'1 febbraio ha avuto un seguito altrettanto importante nello sciopero dei lavoratori del servizio sanitario pubblico del 6 febbraio che per la prima volta ha visto insieme infermieri e paramedici. La categoria già nel mese di dicembre aveva iniziato con scioperi molto partecipati a sostenere le richieste di aumenti salariali al passo con una inflazione che superava il 10% e di assunzioni in un settore che ha dovuto affrontare l'emergenza della pandemia lasciata correre in maniera criminale dal governo di Boris Johnson e dalla quasi inensistente opposizione dei laburisti guidati da Keir Starmer. L'abbandono del sistema sanitario pubblico a favore del privato è passato nelle mani del premier Sunak, figlio di immigrati indiani e uno tra i più ricchi uomini politici del Regno Unito che si è formato nella banca d'affari Goldman Sachs, in carica dal 25 ottobre scorso.


8 febbraio 2023