Chi è Gennaro Sangiuliano
Un sanfedista a capo del nuovo Minculpop meloniano

Gennaro Sangiuliano è un ex militante missino, un cattolico-clericale vicino all’Opus Dei, già vicedirettore del TG1 e di Libero , direttore del TG2 dal 2018, ed è stato imposto dalla premier Meloni alla guida del dicastero della Cultura, il nuovo Minculpop del regime neofascista, col chiaro intento di rilanciare sotto nuove forme e nuovi vessilli l'ideologia fascista in campo culturale e assicurare l'egemonia alla cultura neofascista. Un'operazione, ha chiarito lo stesso Sangiuliano, che punta a sostituire la cultura oggi dominante, che a suo dire sarebbe quella del conformismo liberale della “sinistra”, e che deve poggiare sulle tre “parole chiave della nostra narrazione: nazione, patria e modernità”.
Un primo esempio di questa strategia governativa tesa a dare autorevolezza alla cultura del neofascismo, Sangiuliano lo ha dato il 14 gennaio scorso quando, intervenendo a Milano a una manifestazione di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni in Lombardia, ha dichiarato che Dante Alighieri è “il fondatore del pensiero di destra italiano... quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra” . Esattamente come fece Mussolini che già nel 1921, in occasione del 6° centenario della morte del sommo poeta, cercò di appropriasi di Dante affermando fra l'altro che: “noi fascisti faremo in modo che tutti gli italiani abbiano l’orgoglio di appartenere alla razza che ha dato Dante Alighieri”.
Classe 1962, napoletano, Sangiuliano frequenta il liceo classico e si laurea in giurisprudenza presso l'Università Federico II. Poi si sposta a Roma per frequentare il master in Diritto privato europeo all'Università della Sapienza. Fa ritorno nella sua Napoli per un progetto di dottorato di ricerca in Diritto ed Economia, che porta a termine con lode. Se si va a vedere quali sono i suoi riferimenti storici e culturali emerge il suo sanfedismo, caratterizzato oggi dallo stretto intreccio clerico-fascista, tant'è che, considerato vicino all’Opus Dei, insegna da diversi lustri alla Libera Università Maria Santissima Assunta. Del resto, quando si è recato dai monaci benedettini di Subiaco assieme ai camerati Lollobrigida e Santanché, ha ribadito così questa sua vocazione: “l'identità culturale e comunitaria italiana è soprattutto un’identità cristiana”, “la cultura torna a essere anche cultura religiosa”.
Sposato dal 2018 con la giornalista Rai Federica Corsini (testimone di nozze il fascista Maurizio Gasparri), Sangiuliano fin da giovanissimo inizia la sua militanza politica nel Fronte della gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano (Msi), il partito fondato il 26 dicembre 1946 dal fucilatore di partigiani Giorgio Almirante, da reduci della Repubblica Sociale Italiana e ex esponenti del regime fascista.
Per la fiamma tricolore, la stessa che ancora oggi campeggia sul simbolo di Fratelli d'Italia e che la Meloni rivendica con orgoglio come “simbolo identitario della nostra storia” , Sangiuliano dal 1983 al 1987 è stato consigliere circoscrizionale nel quartiere Soccavo di Napoli.
Nel 2001 si iscrive nelle liste della neonata Casa delle libertà e viene candidato alla Camera nel collegio di Chiaia-Vomero-Posillipo ma non viene eletto.
Nel 2002 è relatore della mozione “Destra protagonista”, la corrente di Gasparri e La Russa, al secondo congresso di Alleanza nazionale, il partito erede del Msi fondato da Fini nel 1995 al congresso di Fiuggi.
A partire dai primi anni Novanta intraprende la carriera giornalistica facendosi le ossa in varie testate locali. Entra a far parte di Canale 8, poi dirige il quindicinale L'Opinione del Mezzogiorno , collabora con L'Indipendente , per poi approdare alla redazione politica della testata “Roma” e ne diventa direttore dal 1996 al 2001.
Poi passa a “Libero”, di cui diventa vicedirettore sotto la direzione di Vittorio Feltri e nel frattempo scrive anche per L'Espresso. Infine approda alla sezione culturale de Il Sole 24 Ore.
Nel 2003 entra in Rai in quota ad Alleanza nazionale. Qui lavora come caposervizio e inviato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan. Nel 2009 arriva il primo salto di qualità. La Rai berlusconiana lo nomina vicedirettore del Tg1 nel periodo in cui il telegiornale della rete ammiraglia è diretto da Augusto Minzolini.
Nel 2018, governo Conte I (M5S-Lega) Sangiuliano entra a far parte del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini sponsorizzato da Salvini che lo impone anche alla direzione del Tg2. La sua faziosità a favore della destra fascio-leghista è talmente sbracata che il suo telegiornale viene ribattezzato “Tele-Salvini”. Perfino Forza Italia protesta per il poco spazio concesso all’anniversario dei 25 anni della discesa in campo di Berlusconi.
Mentre l’ex senatore pentastellato (oggi boss di Italexit) Gianluigi Paragone lo difende a spada tratta e definisce il Tg2 addirittura “frizzante”.
Con la fine del Conte I e l'uscita di Salvini dal governo, Sangiuliano torna all'ovile fascista e si avvicina sempre di più al nuovo astro nascente Giorgia Meloni.
Nell’aprile 2022, da direttore del Tg2, incarico poi lasciato a Nicola Rao nel dicembre scorso dopo la sua nomina a ministro, Sangiuliano partecipa con un intervento sul conservatorismo alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano suscitando la piena approvazione della Meloni che infatti lo premia con la poltrona da ministro.
Dal 2015 Sangiuliano riveste anche il ruolo di direttore della scuola di giornalismo dell'Università degli Studi di Salerno; rientra inoltre nel corpo docente del Master in Giornalismo e Comunicazione all' Università Telematica “Pegaso”. A partire dal 2016 è docente del corso di Storia dell'economia e dell'impresa presso l'università LUISS Guido Carli nella sede di Roma.
Sin dal 2006 Sangiuliano svolge anche l'attività di “saggista” e “scrittore” anticomunista al soldo della borghesia. Come testimonia ad esempio la pubblicazione nel 2012 il libercolo “Scacco allo zar 1908-1910: Lenin a Capri, genesi della Rivoluzione” un “saggio storico” in cui Sangiuliano “con la precisione analitica dello storico ” ricostruisce a proprio uso e consumo i due soggiorni capresi di Lenin e “attingendo a fonti documentali inedite ” ma mai rese pubbliche “svela gli intrighi e i complotti che determinano la Rivoluzione bolscevica e la fondazione dello Stato Sovietico ”. Il presunto saggio, edito dalla Mondatori, la stessa casa editrice berlusconiana che ha pubblicato in Italia “Il libro nero del comunismo”) viene ovviamente osannato dalla critica borghese e vince perfino il premio Capalbio.
Nel 2019 pubblica anche la sua quarta biografia dedicata al nuovo imperatore cinese Xi Jinping in cui Sangiuliano “approfondisce lo schema di potere della Cina moderna in modo accurato ”. La pubblicazione si aggiudica il Gran Premio internazionale Casinò di Sanremo.

8 febbraio 2023