Approvato all'unanimità
I deputati siciliani si aumentano lo stipendio di 890 euro
Ne prendono già 11.100 al mese
 
Lo scorso 10 febbraio, alle 4 di mattina, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il bilancio interno della stessa Assemblea contenente una norma, votata all’unanimità, che prevede un aumento secco di 890 euro al mese, che porta l’indennità dei parlamentari siciliani da 11.100 euro al mese (di cui 4.500 euro a titolo di rimborso spese e 3.800 euro per i collaboratori) a 11.990 euro, con un incremento dell’8% in forza di una legge regionale approvata nel 2014 che prevede l’adeguamento in caso di aumento del costo della vita.
L'aumento quindi era stato preventivato con l'approvazione della legge regionale numero 1 del 4 gennaio 2014: “occorre precisare - si legge nella nota integrativa allo schema di bilancio 2023-2025, che sembra giustificare tale aumento - che le voci fondamentali, costituite dall'indennità parlamentare e dalla diaria, sono state modificate per tenere conto del limite complessivo di 11.100,00 mensili previsto dalla legge. La stessa prevede che la misura del trattamento sia soggetta ad adeguamento secondo la variazione dell'indice Istat del costo della vita” .
L’Assemblea però non può trincerarsi dietro alla norma del 2014 sostenendo che l’aumento è dovuto ad uno scatto automatico, perché essa stessa avrebbe ben potuto modificare tale norma o addirittura abrogarla prima di permettere ai deputati regionali di usufruirne a piene mani, cosa che gli stessi non si sono certo lasciati sfuggire.
La norma è stata votata nell’ambito dell’approvazione della legge di stabilità regionale per il 2023 con 35 voti a favore e 22 contrari: “una manovra finanziaria che guarda al sociale, - ha commentato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani di Forza Italia - alla tenuta dei conti, alla crescita e allo sviluppo dell'Isola. Una legge di stabilità nella quale abbiamo previsto risorse per i danni dovuti alle calamità naturali, per gli indigenti e per numerose categorie di lavoratori” . Una manovra finanziaria, però, che prima ancora che preoccuparsi - forse - delle masse popolari, degli indigenti e dei lavoratori dell’isola ha salvaguardato e anzi ha rafforzato - sicuramente - i già notevoli privilegi dei notabili dell’assemblea regionale: l'aumento della diaria, per i 70 deputati regionali, è un vero e proprio schiaffo in faccia alle masse popolari siciliane che non trovano lavoro nell’isola e sono costrette a emigrare, che vedono crescere il costo della vita mentre le loro entrate già precarie - quando ci sono - non ricevono alcun adeguamento.
Hanno difeso il provvedimento di adeguamento di indennità e di diaria politici di tutti gli schieramenti. Per il Pd ha parlato il deputato regionale Antonello Cracolici che ha rivendicato la bontà di quell’aumento ricordando che l’adeguamento dei trattamenti economici per i consiglieri c’è anche in altre Regioni: “sono un uomo libero – ha affermato rispondendo alle numerose critiche provenienti da ogni parte d’Italia - e non mi vergogno di dire che sono contro l’abolizione della norma e difendo l’autonomia di questa assemblea” .
Hanno difeso pubblicamente e a spada tratta il provvedimento di aumento anche due assessori della giunta regionale siciliana retta da Schifani (Mimmo Turano della Lega e Roberto Di Mauro del Movimento per le Autonomie) e il capogruppo della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, Carmelo Pace.
Gianfranco Miccichè, deputato regionale eletto con Forza Italia ha addirittura avuto il coraggio di affermare che “con l’indennità da parlamentare arrivo comodamente a fine mese e chiedo scusa a chi purtroppo non ci arriva” .

15 febbraio 2023