Secondo un'inchiesta di un pool di giornalisti internazionali pubblicata da “Repubblica”
“Mosca ha pagato la Lega per sostenere l'annessione della Crimea”
Per il fascioleghista Valdegamberi coinvolto nell'inchiesta è “un falso”

 
Ogni giorno che passa diventano sempre più evidenti i rapporti diretti tra la Russia di Putin e la Lega di Salvini, cosa peraltro da noi denunciata da anni.
In questi giorni un'inchiesta di alcuni giornalisti indipendenti (Martin Laine, Cecilia Anesi, Lorenzo Bagnoli e Tatiana Tkachenko) pubblicata da "Repubblica", svela gli intrecci e i pagamenti ricevuti dalla Lega da parte di Mosca in particolare ai tempi dell'annessione della Crimea da parte della Russia del nuovo Zar Putin.
Nel 18 maggio 2016 il Consiglio Regionale del Veneto aveva approvato una mozione che impegnava il Veneto a riconoscere l’annessione russa della Crimea.
Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di allora e di oggi della Lista Zaia che aveva promosso la mozione, nel 2016 era secondo l'inchiesta già da anni, in contatto costante con un’organizzazione lobbista russa, chiamata International Agency for Current Policy, guidata da un membro dello staff parlamentare russo, Sargis Mirzakhanian.
La IACP pagava e organizzava incontri ed eventi con diversi politici europei per spingerli a sostenere la causa del Cremlino. Attraverso la lettura di circa 20 mila email ottenute da hacker ucraini, datate tra il 2007 e il 2017, il team di giornalisti ha riscontrato l’esistenza dell’organizzazione, che godeva di un budget di decine di migliaia di euro, ricostruendone i movimenti tra Austria, Germania, Italia, Bulgaria, Grecia, Cipro, Lettonia, Romania e Turchia. Valdegamberi appare come uno dei protagonisti della rete, avrebbe infatti ricevuto circa 3mila euro per partecipare a un forum a Yalta nel 2017.
Nel carteggio compare anche il senatore leghista Paolo Tosato, che ha presentato in Parlamento risoluzioni contro le sanzioni alla Russia per l'annessione della Crimea, ma ha negato di aver ricevuto pagamenti, che invece l'inchiesta quantifica con precisione: “è segnato anche un prezzario: avrebbe ricevuto 20mila euro per proporre la mozione, altri 15mila euro nel caso in cui fosse in grado di farla passare”. Valdegamberi si è difeso parlando di semplici “rimborsi spese” e "falsità".
Eppure l'inchiesta lo smentisce in pieno, grazie a lui e ai suoi sodali la Regione Veneto è stata la prima regione a dare legittimità all'annessione della Crimea, seguita a ruota da Liguria e Lombardia, sempre grazie alle sporche trame della Lega.
Dal 2016 in poi il consigliere regionale fascioleghista è stato più volte in Crimea alla ricerca di relazioni d'affari e ha portato con sé diversi politici italiani: tre veneti, Roberto Ciambetti e Luciano Sandonà della Lega e Marina Buffoni consigliera comunale FdI a Padova, più uno per ogni regione dalla Toscana, dalla Lombardia, dall'Emilia Romagna e dalla Liguria. Al viaggio si sarebbe unita una delegazione di investitori italiani.
La strategia avrebbe dato i suoi sporchi frutti, il presidente del Consiglio di Stato della "Repubblica di Crimea" annessa alla Federazione Russa all'epoca firmò un accordo di cooperazione con il presidente del consiglio regionale del Veneto Ciambetti e secondo l'inchiesta Valdegamberi non sarebbe tornato a casa a mani vuote.
“È molto importante per la Russia infiltrarsi in Paesi stranieri a qualunque livello, comprese le amministrazioni locali. La Russia usa queste risoluzioni per propaganda domestica e per infiltrarsi in amministrazioni locali allo scopo di condizionare l’opinione pubblica e reclutare politici locali" afferma Olga Lautman, ricercatrice del Center for European Policy Analysis (CEPA) specializzata in campagne di disinformazione e tecniche di guerra ibrida del Cremlino.
Tra le carte dell'inchiesta promossa da Irpimedia si legge: “Sono tanti gli esponenti di organizzazioni italiane pro Russia che hanno partecipato all’evento dell’aprile del 2017. La più famosa è l’Associazione Lombardia-Russia, una delle tante associazioni regionali, nate con il sostegno di politici, molti dei quali di area leghista, per promuovere attività culturali e imprenditoriali a favore della Russia. Presidente di Lombardia-Russia è Gianluca Savoini, ex capo ufficio stampa di Matteo Salvini e da sempre tra i fedelissimi del leader della Lega. A gennaio 2023 la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine a suo carico nell’ambito del caso dell’hotel Metropol”.
Sempre a Yalta nel 2017 al Forum avrebbe partecipato alle riunioni "d'affari" anche l'ex presidente della Provincia Autonoma di Bolzano della SVP (Sudtiroler Volkspartei-Partito Popolare Sudtirolese), Luis Durnwalder, che fu accusato nel 2012 dalla Corte dei conti di appropriazione indebita di oltre un milione di euro di denaro pubblico per viaggi privati. Nel 2018 è stato condannato a pagare oltre 400 mila euro di penale per aver approvato una legge locale che consente la caccia alle specie protette e nel 2022 anche per appropriazione indebita, ha dovuto scontare la pena svolgendo servizi sociali per aiutare i migranti.
L'inchiesta giornalistica rappresenta un'altra grana per Salvini, il cui partito è in forte difficoltà sul piano elettorale per il "sorpasso" anche al nord di FdI ed è l'ennesima riprova dell'accordo tra l'imperialismo russo e i suoi agenti da un lato e i fascioleghisti dall'altro.
Ricordiamo che il 6 marzo del 2017 la Lega ha firmato a Mosca un accordo di cooperazione con Russia Unita, il partito di Putin. Quell’accordo scadeva il 6 marzo 2022, cioè pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e non è stato rinnovato ovviamente solo per ragioni di opportunità politica, ma in questo ultimo anno di terrificante guerra nazista dell'aggressore imperialista russo in Ucraina i putiniani italiani di ogni risma e colore (a cominciare dai leghisti, passando dai falso comunisti ai veri fascisti) non per questo hanno smesso di servire chi li paga, sulle spalle del sangue e delle atroci sofferenze del popolo ucraino in lotta per la propria sacrosanta indipendenza e libertà.
Popolo ucraino che noi marxisti-leninisti sosteniamo fino in fondo nella sua giusta guerra di liberazione nazionale nel quadro della lotta per l'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale, opponendoci all'invio delle armi da parte del nero governo neofascista Meloni a Kiev, governo che va buttato giù da sinistra e dalla piazza prima che possa fare ulteriori danni al popolo italiano e ai migranti, tenendo alta la bandiera della lotta contro ogni imperialismo, tanto quello dell'Est (Russia-Cina) quanto quello dell'Ovest (Usa, Ue, Nato) e i loro servi di destra e di "sinistra".

15 febbraio 2023